2020-12-04
Air France e Alitalia dopo Benetton. Castellucci voleva prendere il volo
Giovanni Castellucci e Stefano Patuanelli (Ansa)
Le manovre dell'ex amministratore delegato Aspi (tornato in libertà) per assicurarsi una poltrona nella nuova compagnia. Gli incontri col ministro Stefano Patuanelli e i contatti con Cdp ricostruiti dai giudici.Nel dicembre 2019 il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, mentre lanciava bordate contro Atlantia Spa, società controllata dalla famiglia Benetton, si incontrava zitto zitto con Giovanni Castellucci, ex ad di Autostrade per l'Italia e della stessa Atlantia, dopo che questi era stato messo alla porta a causa del crollo del ponte Morandi. Gli appuntamenti sono stati confermati dallo stesso ministro ai magistrati di Genova lo scorso 12 novembre, in collegamento sulla piattaforma Teams.Castellucci lo scorso 11 novembre è stato messo agli arresti domiciliari con l'accusa di frode in pubbliche forniture, inadempimento di contratti di pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti e, ieri, il Tribunale del riesame di Genova ha modificato la misura sostituendo la custodia domiciliare con il divieto temporaneo a esercitare l'attività professionale di ingegnere nonché di ricoprire incarichi direttivi per 12 mesi. In realtà le toghe con lui usano parole che pesano come macigni, denunciandone «la persistente totale mancanza di scrupoli per la vita e l'integrità degli utenti delle autostrade». Nell'ordinanza si legge questo preciso passaggio: «Il ministro Patuanelli il 12 novembre confermava di avere reiteratamente incontrato Castellucci da settembre a dicembre 2019, che gli aveva prospettato un coinvolgimento di Atlantia nell'acquisto di Alitalia e si era personalmente proposto come presidente». Che cosa aveva sussurrato Castellucci nel dicembre 2019 a Patuanelli? C'era il suo expertise dietro allo sfogo del ministro che esattamente un anno fa aveva dichiarato in radio: «Il futuro di Alitalia? Se siamo a questo punto è colpa di Atlantia». E aveva accusato la società di non voler davvero investire nella compagnia di bandiera.Un'altra domanda cruciale è: perché Patuanelli aveva scelto come consulente ombra l'ex ad della società che i 5 stelle avevano bombardato per mesi dopo il crollo del ponte Morandi?Sul punto, un mese fa, il ministro aveva minimizzato: «Sì, ho incontrato Castellucci. Abbiamo parlato di Alitalia perché Atlantia era parte della cordata che doveva rilevare la compagnia di bandiera. Castellucci, inoltre, interloquiva anche con Lufthansa dopo la sua uscita da Atlantia. Ovviamente Castellucci non ha mai avuto da me alcun mandato, né io gli ho mai proposto alcun incarico».Le toghe liguri considerano le intercettazioni di Castellucci con i vertici di Air Dolomiti, Lufthansa e Air France e le riunioni con il capo del Mise la prova della possibilità che il manager potesse ancora inquinare le prove. L'ex ad, dopo le dimissioni da Aspi (con una buonuscita di 13 milioni) del 17 settembre 2019, anziché trasferirsi ai Caraibi ha continuato a interloquire con i capi delle principali compagnie aeree europee e con il governo.Per i giudici del Riesame l'obiettivo di Castellucci era quello di coltivare la possibilità di «inserirsi in altre imprese in ottica lobbistica».Prima ci sono le telefonate con Air Dolomiti, poi quelle con Lufthansa. Infine quelle con i vertici di Air France a cui fa riferimento un'informativa della Guardia di finanza del marzo scorso. Particolarmente significative sono almeno tre chiamate. Il 10 gennaio parla in francese con Benjamin Smith, amministratore delegato di Air France-Klm, con cui disquisisce della trattativa con Lufthansa e rimanda a un incontro da fare a Parigi.Il 13 gennaio è al telefono con Bernard Spitz («amministratore indipendente» della compagnia e presidente del Polo Internazionale ed europeo di Medef, l'organizzazione francese degli imprenditori) e il 14 chiacchiera con il direttore commerciale della società, Angus Clark. Questa conversazione è particolarmente lunga e in essa Castellucci rispolvera il suo curriculum e il ruolo della Boston consulting, di cui era stato consulente, nel piano Fenice del 2008 per Alitalia. Cita Letta (probabilmente Gianni), Roberto Colaninno, l'ex ad Gabriele Del Torchio. Fa la lista di quello che non è andato negli ultimi 12 anni. Propone un incontro a Parigi o a Roma e fa sapere che c'è la possibilità di aprire nuove rotte in Oriente, Africa e Sud America. Come se avesse in mano la compagnia italiana. Il Riesame ricostruisce il tentativo di Castellucci, facendo sponda con il governo, di ritornare in pista dopo l'addio ad Aspi.Da quel momento l'obiettivo diventa «assicurarsi un altro lucrosissimo incarico», quello in Alitalia «non certo in rosee condizioni […] e, quindi, ancor più logicamente buona occasione di condotte simili a quelle per le quali si procede, compresa quella della truffaldina imputazione delle spese». Castellucci, «per raggiungere lo scopo di divenire presidente con deleghe di Alitalia […] contattava i potenziali partner di altre compagnie aeree, nonché il ministro personalmente, come da questi confermato». In tali colloqui avrebbe ricevuto, per esempio, il gradimento di Joerg Michael Eberath, amministratore delegato di Air Dolomiti, compagnia aerea controllata da Lufthansa, al quale Castellucci si era proposto come presidente di Alitalia, «facendo riferimento a contatti con un “ministro"». Che, come detto, era Patuanelli. Castellucci, poi, «con incredibile arroganza», sempre secondo le toghe, avrebbe indicato «i possibili soggetti per le più alte cariche, compreso l'interlocutore» e circa colui che avrebbe dovuto rivestire il ruolo di amministratore delegato aveva precisato che avrebbe dovuto «essere di sua personale conoscenza, proponendo una rosa di candidati».Eberarth, sentito a sommarie informazioni, il 20 febbraio 2020, ha confermato i contatti. Secondo lGuardia di finanza, l'ex ad di Autostrade non avrebbe avuto rapporti solo con i vertici delle principali compagnie europee, ma anche, per esempio, «con il presidente di Cassa depositi e prestiti […] interessata a subentrare nel capitale di Aspi, con evidente speranza di Castellucci di ritornare ad avervi un ruolo». Abboccamenti che però a Cdp non risultano.Il procuratore di Genova Francesco Cozzi ci spiega che Castellucci non era un fanfarone: «Sicuramente ha avuto dei colloqui, delle interlocuzioni con il ministero, le sue non erano millanterie, non parlava a sproposito: in effetti al ministro aveva rappresentato quel che era, cioè che poteva parlare con gli operatori stranieri». Quando dialogava con i capi di Air France e Lufthansa e con il Mise lo faceva a carte scoperte. «Aveva una capacità di operare sulla scena ancora molto forte» continua il procuratore. «Si dava da fare per cercare di intervenire su Alitalia, ma non lo faceva perché era un benefattore. Lo faceva perché aveva interesse a ricoprire un ruolo». Ma nei reiterati colloqui con Patuanelli, i due di che cosa hanno parlato? «Non c'è nulla di particolare, se non che rendicontava il ministro su quello che faceva. Patuanelli sul punto è stato molto chiaro, esaustivo». Quindi di candidava come presidente di Alitalia con la benedizione del ministro? «Se avesse ottenuto un risultato che veniva bene alla parte pubblica italiana magari avrebbero potuto porsi il problema se dovessero riconoscergli anche in ambito ufficiale qualche ruolo. Su questo non faccio commenti, ma se li può immaginare». Il magistrato è meno trattenuto sui giudizi altrui: «Qualcheduno ha detto che pensare di mettere a capo di una società che non deve far cadere gli aerei uno che ha cessato i rapporti con la precedente azienda su una questione in cui sono crollati dei ponti… beh, non c'è bisogno di dire altro, è una questione di banale buon senso». Cozzi ritiene positivo che l'inchiesta genovese abbia cancellato dall'agenda almeno questa ipotesi.Dalle carte emerge anche come Castellucci, dopo aver lasciato Aspi, abbia cercato di mantenere un ruolo negli affari della vecchia azienda, nonostante sentisse la sfiducia della «parte più giovane della famiglia Benetton».Il manager, quattro mesi dopo aver lasciato la poltronissima di ad di Aspi, non era ancora riuscito a tagliare il cordone con Atlantia.Il 24 gennaio 2020, per esempio, in accordo con Ermanno Boffa (marito di Sabrina Benetton) era ancora a caccia di nuovi azionisti per Atlantia (dai quali spera di ottenere «rinnovata gratitudine»). È quanto emerge da una telefonata tra Gianni Mion, il presidente di Edizione, la holding della famiglia Benetton, e Alessandro Benetton. L'intromissione di Castellucci, però, sembra non essere gradita. E gli interlocutori convengono che «sia pazzo». Poi aggiungono: «Non si rende neanche conto dove sta messo circa le indagini per le vicende genovesi». E concludono che «gli converrebbe andare in Medio Oriente». Ma Castellucci ha preferito l'ufficio del ministro Patuanelli.