2025-03-01
«Privacy in Uk? L’Ue può far peggio»
Agostino Ghiglia (Imagoeconomica)
Il membro del Garante Agostino Ghiglia: «La resa di Apple a Starmer sull’accesso ai dati è preoccupante. E intanto Bruxelles ha proposto di controllare ex ante tutti i contenuti inviati tra privati».Il movente, come sempre, è la «lotta al crimine». Ma la notizia che Apple, su ordine del governo del Regno Unito guidato da Keir Starmer, abbia disattivato la funzione di protezione dei dati degli utenti inglesi, ha destato preoccupazione in tutto il mondo. La decisione, operativa da ieri, ha di fatto portato alla rimozione della funzione opzionale di crittografia end-to-end Advanced Data Protection Adp, forte elemento di protezione delle nostre comunicazioni. Per accontentare il governo inglese, Apple impedisce dunque agli utenti di proteggere dati sensibili come foto, note e backup da accessi non autorizzati, inclusi quelli della stessa azienda o di hacker. O magari anche del governo. «Una decisione preoccupante», commenta Agostino Ghiglia, membro dell’Autorità garante per la Protezione della Privacy, «perché questi dati detenuti da Apple non sono solo quelli dell’Apple Store ma tutti i dati delle applicazioni che scarichiamo tramite Apple Store».Preoccupante, se non inquietante…«Se qualcuno mi dice che è possibile controllare tutti i dati e tutto il traffico che c’è nel mio cloud, i miei consumi, i miei ebook, la mia vita… beh forse sì».Come è possibile che ciò avvenga in un Paese libero come il Regno Unito?«Questo tipo di azioni sono ufficialmente dettate da ragioni di sicurezza, per prevenire la possibile commissione di reati, per smantellare le reti terroristiche, per contrastare il traffico pedopornografico. La cosa anomala è che la Gran Bretagna, pur essendo uscita dall’Ue, aderisce ancora al Gdpr, il Regolamento europeo per la protezione dei dati, che è il più garantista al mondo, l’unico che ancora protegge i dati personali, a differenza di quanto avviene in Cina o negli Stati Uniti». Qual è la ratio, allora, di queste fughe in avanti del governo inglese?«Oggettivamente vanificano gran parte della protezione dei dati personali. Consideri che noi italiani passiamo sei ore al giorno online, ossia metà della nostra vita vigile». Quali sono le conseguenze?«Questa intromissione rischia di essere una slavina nei confronti della protezione dei dati personali, qualora si dovesse diffondere. Perché il governo di fatto ci dice che non esistendo più la crittografia, non esiste più la segretezza della comunicazione». L’obiezione che viene sempre fatta dal comune cittadino normale è che, se non si ha nulla da nascondere, non c’è alcun problema. «A questa domanda io rispondo sempre con un’altra domanda: siamo proprio sicuri di volere che chiunque sappia quali medicine compriamo, le patologie che abbiamo, quali sono le nostre opinioni personali o le nostre relazioni sociali? Siamo sicuri che tutti debbano conoscere la nostra vita culturale, spirituale, ciò che attiene alla nostra sfera più intima?».Una vita pur sempre virtuale, però.«Noi in rete ci entriamo con i nostri dati personali. E siccome diventiamo una persona-dato, dobbiamo aver cura che questa persona-dato sia tutelata così come è tutelata la persona fisica. Nel momento in cui ci trasformiamo in un dato, tutelare il dato vuol dire tutelare la nostra libertà. È la nostra funzione di Autorità garante per la Privacy». In Europa potrebbe accadere ciò che è successo in Uk o no?«Può succedere di peggio: c’è, seppur ferma al 15 Aprile 2024 cioè a prima delle elezioni, una proposta dell’allora Commissione Ue che, per semplificare, è chiamata “chat control”».Che obiettivo ha chat control?«In teoria, emanare un regolamento per ridurre la diffusione del materiale pedopornografico».In pratica? «In realtà con questo strumento s’imporrebbe ai provider della comunicazione (Whatsapp, Signal, Telegram, ecc) d’implementare una tecnologia che consenta di controllare ex ante ogni immagine, video, link che gli utenti condividono nelle chat, prima che venga cifrato e inviato al destinatario. Ad esempio: le chat di Whatsapp sono criptate end-to-end, quindi nessuno può accedervi, ma se invece passasse questa proposta, ci sarebbe un controllo preventivo. Tutto verrebbe conosciuto da una sorta di potenziale Grande Fratello».Da chi è sostenuta la proposta europea?«La sosteneva la passata Commissione Ue (guidata allora e anche oggi da Ursula von der Leyen, nda)».Con intenti di controllo politico?«Questo non lo posso assolutamente dire. A me però non interessa il motivo bensì la possibilità, perché la possibilità apre a qualsiasi tipo di motivo, giusto o sbagliato che sia». Il punto di caduta quale sarebbe?«La fine della riservatezza delle nostre comunicazioni che, ricordo, è prevista dall’articolo 15 della Costituzione italiana. Una volta che c’è la possibilità di farlo, si apre di fatto una breccia e non si torna più indietro». Come può intervenire la politica?«Io faccio parte di un’autorità indipendente, quindi non posso dare giudizi politici. Il Parlamento è sovrano, fa quello che vuole, io mi limito a sottolineare che uno strumento così è sicuramente uno strumento di controllo e di sorveglianza di massa, senza più vita privata, senza più riservatezza, mai più padroni della nostra intimità. E ciò viola i nostri diritti fondamentali».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.