2025-10-07
Francia e Regionali lo dimostrano: agli elettori non piacciono i parolai
Elly Schlein, Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron (Ansa)
I flop del governo Lecornu e del campo largo pure in Calabria confermano che le presunte alchimie politiche non bastano per convincere i cittadini. I quali, transalpini o italiani, non si fan abbindolare dalle chiacchiere. C’è un filo conduttore che collega le dimissioni del governo Lecornu in Francia e la plateale sconfitta subita dal campo largo in Calabria. La caduta dell’esecutivo a Parigi e il voto nella regione guidata da Roberto Occhiuto dimostrano che non bastano le alchimie politiche per tenere insieme ciò che non sta insieme. E, soprattutto, provano che non puoi continuare a pensare di poter governare contro la volontà degli elettori. Emmanuel Macron, che credo sia il presidente della Repubblica più impopolare che si sia mai visto sulle sponde della Senna, le ha provate tutte pur di rimanere avvinghiato alla poltrona. Da quando si è insediato all’Eliseo, nel maggio di otto anni fa, ha tenuto a battesimo ben nove governi, quasi tutti morti nella culla, dopo pochi giorni (come nell’ultimo caso) o pochi mesi. Mai in Francia si era registrata una simile moria di esecutivi. E però l’inquilino dell’Eliseo ancora non si rassegna a gettare la spugna e a consentire che a decidere da chi essere governati siano i francesi e non i burocrati di partito. Lo stesso si può dire del voto in Calabria. Roberto Occhiuto, raggiunto da un avviso di garanzia, ha scelto di non rimanere a farsi rosolare dall’inchiesta della magistratura che, come si sa, non ha tempi celeri e può rovinare carriere politiche, con un proscioglimento fuori tempo massimo. Il governatore ha quindi deciso di sottoporsi direttamente al giudizio dei calabresi. Per cercare di approfittarne, la sinistra e i 5 stelle hanno schierato Pasquale Tridico, ossia l’inventore del reddito di cittadinanza, la più grande operazione di voto di scambio che si sia mai vista e che nel 2018 portò fortuna ai grillini. Tuttavia, dopo essersi fatti incantare una prima volta dalla sirena dei sussidi, adesso nel Sud cominciano a essere meno sensibili alle promesse facili. E sono ancor meno attirati dalle accozzaglie in formato campo largo. Tra chi ha deciso di farne parte c’è la stessa unità di intenti che esiste fra interisti e milanisti o, se preferite, fra i tifosi della Lazio e quelli della Roma. Elly Schlein vuole candidarsi come premier alle prossime elezioni e Giuseppe Conte ha la stessa ambizione. Per non parlare poi di Matteo Renzi, che lavora contro l’una e l’altro per imporre Silvia Salis, nella speranza di governare in futuro per interposta persona. Alla combriccola di aspiranti presidenti del Consiglio poi vanno aggiunti Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, i due Bibì e Bibò delle cause perse, pronti a sposarle tutte purché portino il colore della sinistra. Divisi su ogni cosa, che si parli di riarmo o di disarmo, di transizione verde o di decrescita felice, gli esponenti del Campo largo appaiono un’armata Brancaleone, cui è difficile affidare la guida di una Regione. E infatti gli elettori hanno scelto di dare il voto a Occhiuto, preferendolo a Tridico. Se nelle Marche il governatore di centrodestra uscente ha distaccato di otto punti lo sfidante del Pd, in Calabria la differenza è di venti punti: un’enormità, con cui si dimostra che le formule inventate in laboratorio, accoppiando elementi che non possono stare insieme, poi non funzionano, perché gli elettori, che siano francesi o calabresi, non si fanno abbindolare dalle chiacchiere. E a proposito di parolai, domenica si è chiusa l’annuale kermesse di Matteo Renzi, il quale ha convocato i suoi a Firenze sostanzialmente per dire che Italia viva è morta. Con l’ennesima capriola, invece di ammettere la sconfitta, l’uomo ha lanciato la Tenda riformista, ovvero l’eterno progetto che dovrebbe dar vita alla costola centrista della sinistra. In questi anni, l’ex sindaco ed ex premier ora consigliere del principe saudita Bin Salman, le ha provate tutte pur di riuscire a tornare al potere. A un certo punto, si ispirò perfino a Macron, dicendo di voler fondare qualche cosa che somigliasse a Renaissance, il partito con cui il presidente francese ha conquistato l’Eliseo. Visto com’è finito il suo modello, ossia a passeggiare solitario sulle rive della Senna, anche il futuro del capetto della sinistra centrista sembra segnato.
Francesca Albanese (Ansa)
Niram Ferretti è l'autore del libro "Maledetto Israele! La crociata contro lo Stato ebraico".
La guerra che Israele ha intrapreso a Gaza, come risposta all’eccidio perpetrato da Hamas nel sud del Paese il 7 ottobre 2023, ha scatenato progressivamente, nell’arco degli ormai due anni del suo svolgimento, la più furente e ossessiva criminalizzazione nei confronti di uno Stato di cui si abbia memoria nella storia contemporanea.