2025-02-22
Per i dem aggredire i pro vita è cosa giusta
A novembre 2024 alcuni collettivi di sinistra hanno interrotto con spintoni, insulti e bestemmie un convegno sull’aborto alla Statale. La Lega meneghina presenta una mozione per condannare il blitz, ma il Pd l’affossa: «Gli organizzatori dell’evento erano fascisti».Era il 27 novembre del 2024. Nella sede dell’Università Statale di via Celoria a Milano era stato organizzato un convegno intitolato «Accogliere la vita - Storia di libere scelte», messo in piedi da una lista studentesca vicina a Comunione e liberazione, Obiettivo studenti. Era previsto che intervenissero tre donne, tre esperte della materia. Soemia Sibillo, direttrice del Centro di aiuto alla vita della clinica milanese Mangiagalli; Chiara Locatelli, neonatologa presso il Policlinico Sant’Orsola di Bologna, specializzata in cure palliative perinatali; Costanza Raimondi, assegnista di ricerca in bioetica alla Università Cattolica del Sacro Cuore. Pochi istanti dopo l’inizio dell’incontro, alcuni gruppi di militanti di associazioni universitarie di sinistra legati a sigle come Studenti indipendenti, Udu, Cambiare rotta e Rebelot hanno fatto irruzione nella sala per impedire che le relatrici aprissero bocca. Le hanno zittite con cori, insulti e bestemmie. Hanno rifilato spintoni agli studenti organizzatori, a uno hanno rovesciato un bicchiere d’acqua sulla testa. Hanno staccato la luce e i microfoni, e l’hanno avuta vinta: il convegno non si è fatto. Al grido di «Fuori i cattolici antiabortisti dall’università», i collettivi hanno montato una campagna intimidatoria durata giorni e alla fine sono riusciti a tappare la bocca agli odiati ciellini senza che nessuno intervenisse a fermarli. Il filmato dell’irruzione divenne virale, e una settimana dopo i fatti, la rettrice della Statale, Marina Brambilla, decise che il convegno doveva essere ripetuto e diffuse un comunicato piuttosto duro (specie se si considera la proverbiale felpatezza accademica su questi temi): «Quello che è accaduto nel nostro ateneo, con manifestazioni verbali e fisiche violente, non solo è inaccettabile sul piano etico, ma rappresenta una violazione dei valori fondamentali di una comunità accademica. Dissentire è legittimo e anzi necessario, ma non significa impedire l’espressione altrui». Persino le solitamente tiepide istituzioni accademiche sono riuscite a condannare l’azione dei collettivi e a ribadire l’importanza della pluralità delle opinioni. Purtroppo però continua a non riuscirci la politica, a mesi di distanza dai fatti. Nei giorni scorsi il consigliere Piero Migliarese, esponente leghista del Municipio 3 di Milano, ha presentato una mozione per chiedere che fossero condannati i fatti della Statale e si mostrasse supporto ai centri di aiuto alla vita «perché l’aborto non sia una scelta obbligata in caso di difficoltà principalmente economiche». Risultato: il Pd ha votato contro e la mozione non è passata. «La posizione del Partito democratico, inclusi gli esponenti di area cattolica, è stata purtroppo ideologica, come se l’aiuto alla vita fosse un tema di parte», dice Migliarese. «Le istituzioni dovrebbero stigmatizzare senza ambiguità ogni atto di violenza, e farsi carico con misure concrete delle situazioni di fragilità e difficoltà di molte donne lasciate sole ad affrontare una gravidanza. Per fortuna ci sono i Cav, sostenuti da volontari e benefattori».Come sia andata è ovvio: il Pd ha approfittato del riferimento ai Cav per liquidare la mozione come faziosa e evitare così di prendere le distanze dai collettivi. Non stupisce: Elly Schlein alcune di queste associazioni studentesche le ha incontrate con piacere e apparente condivisione di visioni, altre invece sono molto vicine alla Cgil. Sarebbe imbarazzante per gli amici dem dire qualcosa di negativo sugli studenti amici. Ma c’è di peggio. Non soltanto il Pd non vuole dare solidarietà alle relatrici del convegno in Statale e ai ragazzi maltrattati: ha trovato persino il tempo e il coraggio per insultarli un po’. Deborah Giovanati, consigliere comunale milanese di Forza Italia, racconta che «la mozione, presentata dal consigliere Migliarese e appoggiata da tutto il centrodestra, è stata avversata perché ritenuta “non attuale”. Abbiamo assistito a un crescendo di accuse assurde», dice Giovanati, spiegando che nel corso del consiglio del Municipio 3 «la consigliera del Pd Chiara Vannucci ha definito la lista di Obiettivo Studenti “di chiara derivazione fascista”». Capito come è andata? Un gruppo di studenti e tre esperte di rilievo subiscono una aggressione dentro una università, cioè nel (presunto) tempio del libero pensiero. Il partito che si definisce democratico, tuttavia, non soltanto non condanna ma sostiene che le vittime sarebbero in odore di fascismo e dunque si sarebbero in qualche modo meritate l’assalto. Posto che Obiettivo Studenti è semmai una lista ciellina, davvero è ancora accettabile che un politico riproponga il concetto secondo cui menare (o peggio) un fascista - vero o presunto - non è reato? Vi sembra possibile che non si riesca a condannare un gruppo di imbecilli smargiassi che hanno tappato la bocca a tre donne sbraitando e bestemmiando? A quanto pare, per il Pd le donne non vanno difese se non sono simpatizzanti, e la libertà di parola esiste solo per le parole che loro gradiscono.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.