2018-04-02
L’Agenzia delle entrate fa il pieno di renziani
Senza aspettare il nuovo governo, raffica di promozioni per figure vicine all'ex premier, che vanno ad aggiungersi a quelle fatte a ridosso delle elezioni. I renziani continuano a inanellare nuove nomine, nonostante la sonora sconfitta alle elezioni e nonostante Matteo Salvini abbia dichiarato di volerne parlare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per stoppare queste assunzioni e promozioni. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare su queste pagine, il governo targato Matteo Renzi e i suoi fedelissimi continuano ad andare avanti come se nulla fosse. Come se alle urne gli italiani non li avessero bocciati.A questo modus operandi, non si sottrae il direttore dell'Agenzia delle entrate, il renzianissimo Ernesto Maria Ruffini, citato da Renzi a tutte le Leopolde (anche all'ultima, lo scorso novembre) come il ragazzo che partito da quel palco è stato nominato direttore dell'Agenzia delle entrate e presidente dell'ex Equitalia, l'Agenzia delle entrate Riscossione. Giovedì, durante il cda dell'Agenzia delle entrate, Ruffini ha infatti nominato due nuovi direttori, Antonio Dorrello e Michele Andriola, e ha designato il nuovo capo ufficio stampa, Salvatore Padula, ex vicedirettore del Sole 24 Ore con un contratto da esterno per 3 anni. L'attuale capo ufficio stampa è stato spostato ad altre mansioni. Padula andrà ad affiancare il portavoce del direttore Ruffini, Giovanni Bartoloni, che come indicato sul sito dell'Agenzia delle entrate percepisce anche un compenso di 40.000 euro come assistente parlamentare di Enrico Gasbarra del Partito democratico. Insomma, Bartoloni si divide tra Ruffini e Gasbarra. Le nomine di giovedì vanno ad aggiungersi a quelle fatte a ridosso delle elezioni, quando sempre con contratti di tre anni sono stati assunti Laura Salvati come direttore degli Affari legali (collocandola in aspettativa dallo stesso ruolo di direttore Affari legali, che sempre Ruffini le aveva dato all'ex Equitalia, e il cui interim è stato preso dallo stesso Ruffini) e Valerio Barbantini, nominato direttore Divisione contribuenti. Nuovo contratto da esterno anche per Paolo Savini, direttore della Divisione servizi.Si tratta di contratti all'interno di una complessiva riorganizzazione a livello centrale fatte a «tempo scaduto» da un direttore che è soggetto allo spoils system e che quindi potrebbe non essere rinnovato dal nuovo esecutivo. Ma il direttore Ruffini va ripetendo che deve dare attuazione al mandato che ha ricevuto. Peccato che lo abbia ricevuto da un partito che ora rappresenta il 17% degli italiani. E quei contratti non sono soggetti allo spoils system. Questo significa che se Ruffini non dovesse essere confermato nell'incarico ricevuto da Renzi, il futuro direttore dell'Agenzia delle entrate dovrà lavorare con manager appena assunti dal suo predecessore. Non sarebbe stato meglio aspettare?Ruffini in queste settimane ha anche nominato Aldo De Luca, direttore degli Affari generali, e promosso Federico Monaco a direttore dei Servizi Fiscali e Giovanni Spalletta a direttore Grandi contribuenti. Perché all'Agenzia delle entrate, i renziani vincono sempre. Pure quando perdono.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Mario Draghi e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (Imagoeconomica). Nel riquadro il programma dell'evento organizzato da La Verità