2024-06-13
Leonid, Yanka e gli altri 83. Gli agenti Cia uccisi in Urss dimenticati anche dagli Usa
Le vicende della Guerra fredda e degli uomini paracadutati oltre la cortina rivivono a Udine: alcuni furono ammazzati, altri condannati a morte. Ma mai commemorati. Inizia oggi la seconda edizione del Forum internazionale organizzato dall’Università degli Studi di Udine, sotto la direzione scientifica del professor Tommaso Piffer (docente di storia contemporanea), in collaborazione con l’Università di Harvard e l’Associazione Friuli Storia. Un evento di alto valore accademico, dal titolo «Commemorating the Cold War in Europe - Sulle tracce della Guerra Fredda in Europa», che riunisce alcuni degli storici più noti del nostro tempo. Tra i relatori ci sarà anche Richard Cummings, laureato presso l’Università di Boston e dal 1980 al 1996 direttore della sicurezza per Radio Free Europe/Radio Liberty a Monaco di Baviera, il quale racconterà le storie di diversi agenti della Cia morti in missione oltre la cortina di ferro nei primi anni della Guerra fredda. Per gentile concessione sua e degli organizzatori, la Verità ha potuto consultare gli appunti del suo intervento, di cui vi proponiamo di seguito una panoramica. Negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, era diffusa la convinzione di una possibile guerra tra i due blocchi. Il problema, però, era che la Cia non disponeva di uomini oltre la cortina di ferro in grado di svolgere la mission ordinaria di un agente. Fu allora che decise di formare e inviare all’interno degli Stati sovietici alcuni delle migliaia di uomini fuggiti a Occidente all’indomani della Seconda guerra mondiale. Cummings nel suo intervento spiega che furono almeno 85 gli agenti infiltrati - principalmente via paracadute - nei Paesi Baltici e in Polonia, Ucraina, Romania, Bulgaria, Bielorussia e Unione Sovietica.La maggior parte di essi venne uccisa durante o subito dopo lo sbarco, oppure catturata, processata e condannata a morte o a lunghe pene detentive. Alcuni dei Paesi interessati - ma non tutti - hanno successivamente ricordato tali agenti come eroi, come nel caso di Juozas Lukša in Lituania, cui sono dedicati almeno quattro monumenti o memoriali. Presunto criminale di guerra durante il secondo conflitto mondiale, fu coinvolto nelle atrocità compiute a Vilnius e in seguito divenne comandante della Brigata partigiana lituana con il nome Skrajunas. Nel 1947-48 fu interrogato in Svezia, poi venne addestrato dai servizi segreti francesi e in seguito dalla Cia. Nell’ottobre del 1950, Lukša fu paracadutato sul suolo lituano e, nell’autunno del 1951, rimase ucciso durante uno scontro con le forze di sicurezza. Per la Lettonia, invece, Cummings racconta la storia di Leond Zarinš. Questi raggiunse la Germania come sfollato nel 1944, poi nel 1951, grazie a una borsa di studio, si laureò in ingegneria elettrica presso la Louisiana State University a Baton Rouge. In quello stesso anno, inviò una lettera al presidente degli Stati Uniti Harry Truman in cui documentava le brutali azioni della potenza occupante russa contro i Paesi Baltici. In essa, il lettone esortava a sostenere le attività clandestine antisovietiche all’interno dell’Urss. Dunque, dopo averlo seguito e valutato preliminarmente, la Cia prese contatto con l’uomo. Alla fine del 1952, Leonid Zarinš iniziò ufficialmente l’addestramento e il 16 maggio 1953 fu paracadutato nei pressi di Auce. Il 22 dello stesso mese, Zarinš incontrò a Riga un altro agente della Cia, Edvin Ozolins, consegnandogli 25.000 rubli. Il giorno dopo venne arrestato per strada e, dopo un processo a Mosca, fu condannato a morte il 3 agosto 1954. Più tardi si venne a sapere che Ozolins faceva il doppio agente per i sovietici con il nome in codice di «Pilota». Nel 1977, la sorella di Leonid Zarinš diede la notizia secondo cui il fratello sarebbe stato ancora vivo e detenuto presso un campo siberiano. Hans Toomla e Kaija Kukk sono i nomi di due agenti della Cia infiltrati in Estonia il 7 maggio 1954. Il 15 gennaio 1955 Radio Mosca mandò in onda una trasmissione in cui raccontava della loro cattura. Nel resoconto si legge che «una delle spie ha opposto resistenza armata all’arresto ed è stata uccisa in uno scontro a fuoco. Il secondo è stato catturato». «Alle spie americane», continua, «sono stati sequestrati una mitragliatrice con munizioni, quattro rivoltelle, due trasmettitori portatili, cifre e codici. Alle spie erano state consegnate fiale di veleno in caso di arresto. Inoltre, gli americani avevano fornito loro mappe topografiche, macchine fotografiche, passaporti sovietici vergini, carte d’identità e certificati militari, sigilli contraffatti di istituzioni sovietiche, corone svedesi e norvegesi e 80.000 rubli in denaro sovietico».Le prime infiltrazioni nel territorio rumeno, invece, risalgono alla notte tra il 18 e il 19 ottobre 1951, quando squadre congiunte Usa-Olanda e Usa-Francia furono inviate dalla Grecia. La squadra statunitense-olandese poteva comunicare via W/T (telegrafo senza fili) con una base segreta in Italia, la squadra statunitense-francese con una base in Francia. Tutti i membri furono poi catturati e uccisi, e di essi rimane un memoriale presso la prigione di Jilava, vicino a Bucarest. In Ucraina, alcuni agenti furono paracadutati dalla Cia già nel settembre 1949 e nel maggio 1950. Successivamente, nel maggio 1951, tre voli aerei separati depositarono in sicurezza un totale di 22 uomini nella parte occidentale del Paese. Uno degli ultimi infiltrati fu Vasily Okhrymovich, paracadutato - insieme ad altre tre persone - nella regione di Drohobych il 19 maggio 1951. Questi stabilì un contatto con la leadership clandestina nazionalista, ma fu catturato dalla polizia segreta sovietica il 6 ottobre 1952. Il 19 maggio 1954 fu condannato a morte e giustiziato a Kiev. L’uomo fu ricordato allora anche in uno speciale del New York Times: «Il quotidiano Red Star ha riferito oggi che un tribunale militare del distretto di Kiev ha condannato a morte Vasily Okhrymovich come spia per gli Stati Uniti e che gli hanno sparato. Si dice che gli ufficiali degli Stati Uniti gli abbiano fornito un trasmettitore radio a onde corte, veleno, armi da fuoco, documenti e francobolli neri falsi, denaro sovietico e straniero».Yanka Filistovič, nato nel villaggio di Paniacičy (allora in Polonia) il 14 gennaio 1926, fu invece il primo inviato della Cia in Bielorussia. Dopo la Seconda guerra mondiale si trasferì in Cecoslovacchia, poi in Francia e quindi in Belgio, dove studiò all’Università Cattolica. Quando venne a sapere che gli americani reclutavano giovani russi per missioni di intelligence, si recò in Germania occidentale e si diplomò alla scuola di intelligence locale. Il 25 settembre 1953 si lanciò con il paracadute vicino al suo villaggio, Ilya, a nord di Minsk. Durante la missione, a Filistovič fu somministrato un sonnifero a sua insaputa e, quando si svegliò, era già sotto la custodia delle forze di sicurezza. Fu poi processato a porte chiuse come «nazionalista borghese bielorusso, organizzatore di una clandestinità antisovietica straniera, spia americana e sabotatore». Condannato a morte nel novembre 1953, la sua ultima testimonianza recita «Lunga vita alla Bielorussia». Nel settembre 2012, a Varsavia, alcuni giovani hanno innalzato il suo ritratto durante una manifestazione.In Bulgaria, fra il 16 e il 28 maggio 1951 furono infiltrati complessivamente 17 agenti, divisi in sei squadre, cinque delle quali avevano apparecchi Motorola per le comunicazioni terra-aria, mentre due infiltrati operavano da soli. Le missioni prevedevano di contattare i gruppi di resistenza, stabilire case e percorsi sicuri, diffondere il materiale di propaganda e provvedere all’ubicazione delle basi operative e delle aree di lancio idonee. Il settembre successivo furono processati a Sofia sei agenti infiltrati: tre condannati a morte e tre alla reclusione a lungo termine. Secondo le ricostruzioni, gli uomini sono stati catturati a seguito di informazioni fornite alla milizia da un disertore, giudizi operativi errati da parte di alcuni agenti e imboscate delle milizie. Cummings ripercorre dinamiche simili anche per quanto riguarda l’Albania, ma né qui né in Bulgaria esistono monumenti o memoriali per gli agenti della Cia. L’unico monumento al gruppo di resistenza noto come «Goryani» si trova a Silven, in Bulgaria.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.