2021-06-24
L’agente di Termini ha fatto il suo dovere
C'è chi ha giudicato eccessivo l'intervento del poliziotto che ha fermato il ghanese armato e chi ha citato la legittima difesa. Deliri: quell'uomo ha solo protetto i cittadini.Quando in Italia pensi che si sia toccato il fondo ti si spalanca sotto i piedi un baratro. È il caso del poliziotto che è intervenuto a Roma contro un immigrato pregiudicato ghanese che brandiva il coltello minacciando i suoi colleghi. Cioè: ha fatto quello che deve, non che può, fare un poliziotto. Di fronte a una situazione di pericolo che riguarda dei cittadini è obbligato dalla legge e dall'etica professionale a intervenire perché sia evitato il pericolo e protetta l'incolumità dei cittadini. In questo caso colleghi. Ma questo non conta assolutamente nulla.Abbiamo letto cose francamente raccapriccianti come commento al fatto che questo povero poliziotto si trova indagato per eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi. Cioè, avrebbe dovuto usarle legittimamente ma probabilmente, nella mente di chi lo sta indagando, avrebbe dovuto usare quegli antichi giocattoli che erano i fucili a tappi o una cerbottana o una fionda con le palline di carta bagnate. Ma in questo Paese siamo veramente tutti impazziti? Abbiamo letto che la posizione del poliziotto si sta aggravando perché non è dimostrato il tentativo di omicidio da parte del pregiudicato. Ma cosa doveva fare il pregiudicato perché il tentativo di omicidio fosse dimostrato: eseguirlo? Portarlo a compimento? Uccidere? Vogliamo riconoscere alle forze dell'ordine almeno un certo livello di autonomia di giudizio nei confronti della situazione che si trovano ad affrontare, o dobbiamo pensare di affiancare loro degli assistenti sociali che di volta in volta valutino le intenzioni e la situazione psicosociale del pregiudicato di turno? Dobbiamo, al posto dei giubbotti antiproiettile antiquati che hanno, acquistare (magari se ne può occupare Arcuri) un set di termos di camomilla che i poliziotti possano fornire al pazzo che hanno davanti e che mette a repentaglio la vita di altri? Abbiamo poi sentito dire, riferendosi alla legge sulla legittima difesa, che forse bisognerebbe valutare la possibilità di inserire lo «stato di grave turbamento» anche nel caso dei poliziotti e delle forze dell'ordine. Ma se un poliziotto va in grave turbamento di fronte a un delinquente non si dà semmai il caso che quel poliziotto non sia adeguato per il suo lavoro? Sarebbe come se un chirurgo provasse grave turbamento di fronte al sangue o come se un idraulico provasse grave turbamento di fronte a una tazza del cesso che mostra evidenti segni di perdita. Cosa c'entra la legittima difesa con le forze dell'ordine? Le forze dell'ordine sono chiamate a difendere i cittadini che illegittimamente sono minacciati, non sono chiamate a difendere legittimamente loro stesse come un normale cittadino che viene aggredito da dei delinquenti. È nelle regole di ingaggio della loro professione quella del rischio di incorrere in eventi traumatici, violenti e talora mortali. Ma vi rendete conto del caos mentale che ragionamenti di questo tipo possono indurre nei cittadini in questa continua, estenuante, esacerbante inversione di ruoli, confusone di funzioni, complicazione della definizione delle responsabilità di ciascuno?Qui siamo di fronte a un intervento dell'autorità pubblica doveroso, legittimo e necessario. E il discorso deve iniziare e finire qui. Non c'è spazio per il proseguimento di un ragionamento che non esiste e che deve chiudersi qui. Se no diciamolo con chiarezza: le regole del diritto non esistono più, le funzioni delle forze dell'ordine le decidiamo di volta in volta e, sempre di volta in volta, decidiamo - una follia allo stato purissimo, direi gassoso - se quel poliziotto ha abusato di legittima difesa. Ma che legittima difesa? Semmai legittima difesa dei cittadini da parte delle forze dell'ordine contro i criminali, ivi compreso l'uso delle armi.
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