2019-09-10
Accuse di stupro al figlio di Grillo. L’esame dei telefoni verrà anticipato
La Procura accelera sull'analisi del video, inizialmente prevista per fine mese. Gli inquirenti si aspettano «novità rilevanti». Sembra un rocker vecchio stampo. Capelli lunghi e, in qualche foto, persino il cerchietto. Il procuratore di tempio Pausania Gregorio Capasso, 55 anni, originario di Aprilia (Latina), in queste ore è alle prese con una delle inchieste più delicate della sua carriera, quella sul presunto stupro di gruppo che Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 stelle, e altri tre amici avrebbero commesso ai danni di una studentessa italo norvegese diciottenne: «L'inchiesta è segretata. Posso solo affermare che daremo una forte accelerata alle indagini per arrivare il prima possibile alle conclusioni, nel rispetto e a tutela della presunta vittima e degli indagati» ha dichiarato ieri alle agenzie Capasso, che è giunto in Sardegna nel 2018, dopo 24 anni da pm a Latina. Il 29 agosto, come anticipato dalla Verità, i carabinieri hanno sequestrato i cellulari dei quattro indagati e il procuratore ha già disposto una consulenza tecnica, alla ricerca di video, foto, chat e messaggi che possano essere utili alle indagini. La data per l'inizio delle operazioni tecniche era fissata per il 24 settembre, ma le fughe di notizie hanno reso necessario anticipare i tempi. Nelle prossime ore dalla Procura verranno inviate le notifiche che informeranno indagati e vittima sulla data in cui saranno eseguire le copie forensi delle memorie degli smartphone dei ragazzi, operazione a cui potranno partecipare i consulenti scelti dalle parti. «La storia dell'inchiesta è uscita inopinatamente e certo non da noi, per altro preconfezionata» continua il procuratore. «Noi giovedì scorso abbiamo finito gli interrogatori tardi e il giorno dopo la vicenda era già sui giornali e quindi non possiamo averla svelata noi. È chiaro che è stato qualcun altro e immagino anche chi avesse intesse a farlo e le sue motivazioni». Per Capasso nelle redazioni «c'era già l'idea di questa cosa» mentre si svolgevano gli interrogatori e la fuga di notizie ha dato agli inquirenti «un input in più per accelerare». Il procuratore non ci sta a passare per quello che ha tenuto la notizia nascosta sino alla formazione del governo: «Non mi sento di condividere questa interpretazione sulla tempistica. Penso di poter escludere che ci sia stata una gestione sui tempi della diffusione della notizia». Proviamo a ribaltare il punto di vista: allora siete stati bravi a tenerla coperta sino al 6 settembre. «Doveva essere così per forza. Noi l'avremmo tenuta coperta ancora, ma visto che è uscita… Allora dico: ecco ragazzi manteniamo la calma e in poco tempo riusciremo a fare le cose». Capasso spiega l'apparente lentezza delle indagini iniziali: «Abbiamo avuto in mezzo agosto dove le persone sono in ferie ed è anche difficile reperirle». Ma il procuratore, invece, ha lavorato: «Appena c'è stata la possibilità concreta di effettuarli abbiamo fissato gli interrogatori. Io e la collega Laura Bassani abbiamo fatto insieme quelli che consideravamo più importanti, quelli che sotto il profilo generale potevano essere più significativi e fare da apripista per gli altri». Il riferimento è ai verbali di Grillo junior, proprietario della casa dove sarebbe avvenuta la violenza, e di Francesco Corsiglia, il giovane che, da solo, avrebbe violentato per primo la ragazza. Quindi Capasso annuncia: «A breve avrete notizie di prima mano anche abbastanza rilevanti». E assicura che i prossimi passaggi saranno celeri, «anche se la questione è delicata e impone che le indagini siano complete». Chiediamo la conferma dell'esistenza dei video dei rapporti sessuali e chi li abbia girati. «Ho letto le notizie di stampa e sembrerebbe che i filmati esistano» ironizza il magistrato, poi aggiunge: «Nella vicenda in esame è del tutto irrilevante chi abbia fatto le riprese. Quel che conta sono le immagini». Mentre le indagini procedono a marce forzate, la famiglia della ragazza ha deciso di non rilasciare nessun tipo di dichiarazione e anche l'avvocato di parte, Laura Panciroli, non è stata autorizzata a parlare con i giornalisti. Si tratta di una famiglia che non cerca nessun tipo di pubblicità. Il padre, 65 anni, origini norvegesi e studi universitari in economia in America, è titolare di un fondo di venture capital con base a Milano. La madre, lombarda, laurea in Scienze politiche e successivo master, è un'importante manager. Nonostante carriere così dirompenti, la coppia ha trovato il modo di ricavare spazi per la famiglia e dare ai figli la migliore educazione possibile, a partire dall'esclusiva formazione scolastica. È la madre che è riuscita a far confessare alla giovane quanto le fosse accaduto e a portarla dai carabinieri per sporgere denuncia. La manager è una donna nota per la tenacia e in questa battaglia legale farà valere la sua grinta.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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