2024-08-20
Accordo più vicino ma Hamas dice no
Il segretario di Stato americano Antony Blinken e il presidente israeliano Isaac Herzog (Ansa)
Antony Blinken a Gerusalemme strappa l’apertura di Benjamin Netanyahu al piano Usa. I jihadisti però non mollano: «Nessun progresso». E rivendicano l’attentato fallito a Tel Aviv.Ieri a Gerusalemme al termine dell’incontro durato tre ore con il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha rilasciato una dichiarazione pubblica in cui appoggia la recente «proposta ponte» avanzata dagli Stati Uniti e presentata a Israele, nonché trasmessa ad Hamas al termine dei colloqui di Doha la scorsa settimana. «Il primo ministro ha riaffermato l’impegno di Israele nei confronti della proposta americana attuale per la liberazione dei nostri ostaggi, tenendo conto delle esigenze di sicurezza di Israele, su cui insiste fermamente», si legge in una nota diffusa in ebraico e in inglese dall’ufficio di Netanyahu che per la prima volta ha approvato pubblicamente la nuova formula proposta dagli Stati Uniti. Si tratta di un grosso passo avanti dato che sabato scorso Israele aveva accolto con grande prudenza la nuova proposta americana, con Netanyahu che aveva dichiarato che «essa contiene elementi accettabili per Israele». Mentre scriviamo l’ufficio del primo ministro israeliano ha comunicato che, dopo l’incontro faccia a faccia tra il Segretario di Stato americano Blinken e lo stesso Netanyahu, la riunione si è estesa ad altri interlocutori. Secondo quanto scrive Times of Israel, con Netanyahu ci sono il ministro degli Affari Strategici, Ron Dermer, il segretario militare, Roman Gofman, il consigliere politico, Ophir Falk, il responsabile per gli ostaggi, Gal Hirsch, e altri consiglieri di alto livello. All’incontro c’è anche l’ambasciatore americano in Israele, Jack Lew, insieme a Blinken. E Hamas? Pubblicamente si mostra intransigente tanto che domenica sera ha respinto la proposta americana, accusando Netanyahu «di porre nuove condizioni e richieste per ostacolare i negoziati e prolungare il conflitto a Gaza». Il gruppo terroristico attraverso Moussa Abu Marzouk ieri ha dichiarato: «Non c’è alcun progresso nei colloqui per il cessate il fuoco. La nuova proposta è considerata una concessione rispetto a quella americana del 2 luglio, che Hamas aveva accettato dopo le garanzie fornite dai mediatori e dagli Stati Uniti». La proposta, sviluppata dagli Stati Uniti per arrivare a un cessate il fuoco con il rilascio degli ostaggi entro la fine di questa settimana, si propone di risolvere le controversie riguardanti il mantenimento delle forze israeliane lungo il confine tra Gaza e l’Egitto e nel corridoio di Netzarim, situato nella parte centrale di Gaza, oltre ad altri punti che dividono le parti in conflitto. Il portavoce del governo di Gerusalemme, David Mercer, ha chiarito che «il premier sostiene con determinazione il principio secondo cui l’esercito continuerà a presidiare fisicamente il corridoio di Filadelfia, al confine con l’Egitto, per impedire che Hamas riceva rifornimenti di armi. Stiamo lavorando per creare un accordo quadro basato sui principi presentati dagli Stati Uniti a maggio per far tornare a casa la nostra gente». Israele invierà i suoi principali negoziatori al vertice del Cairo di questa settimana, dove continueranno le trattative per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. La squadra di negoziatori israeliani sarà composta dal capo del Mossad, David Barnea, dal direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, e dall’ufficiale responsabile della cattura degli ostaggi dell’Idf, Nitzan Alon. Blinken, che ha incontrato separatamente anche il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, considerato un moderato all’interno del governo, ha affermato che «è tempo che tutti dicano di sì e non cerchino scuse. È anche tempo di assicurarsi che nessuno prenda misure che potrebbero far deragliare il processo». Ma allo stesso tempo ha ribadito: «Resteremo a Gaza finché non smantelleremo Hamas».Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, secondo quanto riportato dall’agenzia Irna ha affermato: «La risposta iraniana all’assassinio del martire Ismail Haniyeh, mentre era ospite ufficiale dell’Iran, e la questione dei negoziati per il cessate il fuoco nella guerra di Gaza sono due questioni separate». Hamas e la Jihad islamica hanno rivendicato la responsabilità del fallito attentato di ieri sera a Tel Aviv, in cui un palestinese proveniente da Nablus è rimasto ucciso a causa dell’esplosione di un potente ordigno che portava in uno zaino sulle spalle, come mostrano i video che circolano sul Web. Hamas ha affermato che si trattava di un attentato suicida e ha avvertito che questi atti continueranno, come risposta agli attacchi israeliani. Infine, mentre scriviamo, si apprende di un bombardamento a tappeto sulle postazioni di Hezbollah nel Sud del Libano.
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Fabrizio Pregliasco (Imagoeconomica)