
Dalla «Lampada» a idrogeno di Johann Wolfgang Dobereiner ai moderni usa e getta a butano. Il pezzo più prezioso è il Louis XIII in oro e zaffiri: vale 500.000 euro. Per Umberto Eco il Bic era «l'unico esempio di socialismo». Woody Allen: «Deve funzionare, come la moglie».Accendono falò, candele e sigarette, illuminano stadi e si ricaricano con gas e benzina. Sono gli accendini, oggetti così comuni che li usiamo, li perdiamo e li rubiamo senza neanche farci caso. Bic ne produce ogni anno 1.5 miliardi, Clipper ne sforna 500.000 al giorno. Ma far divampare le fiamme non è sempre stato così facile. Ötzi, la mummia di Similaun (3300 - 3100 a.C.), per accendere il fuoco aveva nel suo corredo selce, pirite e un pezzo di fungo-esca (fomes fomentarius). Il primo accendisigari moderno nacque in Germania agli inizi nel 1823, quando il chimico tedesco Johann Wolfgang Dobereiner inventò un prototipo da tavolo elegante e raffinato, ma pericoloso e assai costoso: la Lampada di Dobereiner era caricato a idrogeno, un liquido esplosivo, e il meccanismo di accensione si attivava con una linguetta di platino. Le prime versioni tascabili iniziarono a comparire solo agli inizi del Novecento, quando si diffuse il vizio del fumo. Si trattava sempre di oggetti di lusso, ricaricabili e pensati per durare una vita: in pochi se li potevano permettere. Negli anni successivi, con l'invenzione del meccanismo a rotella che strofina contro la pietra focaia, iniziarono a diffondersi i primi modelli automatici e nel 1935 debuttò il primo accendino a gas butano. Per quanto possa sembrare strano il fiammifero è stato inventato quattro anni dopo il primo accendino e, come buona parte delle invenzioni, fu creato per sbaglio. Era il 27 novembre del 1827. Il chimico inglese John Walker stava cercando di costruire una bomba a base di solfuro di antimonio, clorato di potassio, amido e gomma, quando una goccia del composto cadde su un legnetto. Per pulirlo il chimico lo sfregò sul bancone e, con sua grande sorpresa, generò una fiamma. Circa sei mesi dopo, il 7 aprile 1827, Walker mise in vendita nella sua farmacia e nella libreria del paese i primi fiammiferi Congreve (in onore di sir William Congreve, pioniere nello studio dei razzi): la confezione da 50 costava uno scellino e veniva venduta con un piccolo pezzo carta vetrata. Il primo ad acquistarne una fu un Mr. Hixon, notaio di Stockton.Durante la Prima guerra mondiale i soldati usavano i fiammiferi per farsi luce o accendere sigarette. L'iniziale vampata, molto visibile, costò la vita a tanti.L'idea dello Zippo nacque al Country club di Bradford, in Pennsylvania, nel 1930. Il petroliere George G. Blaisdell vide un suo amico che cercava disperatamente di accendersi una sigaretta con un ingombrante e poco affidabile accendino austriaco che però era dotato di una protezione che permetteva alla fiamma di accendersi anche con il vento. Fu allora che Blaisdell decise di inventarne uno più pratico e funzionale. Per prima cosa ne ridusse le dimensioni: doveva stare tutto in una sola mano. Così creò una cassa rettangolare per contenere la benzina e poi disegnò un riparo perforato per la fiamma resistente al vento. La fiamma si spegneva solo con la chiusura del coperchio al quale Blaisdell aggiunse un cardine flip-flop che produce il clik che da sempre contraddistingue lo Zippo. Il primo accendino Zippo - che poi prende in nome dalla cerniera zipper - venne venduto al prezzo di 1,95 dollari con la garanzia «It works or we fix it free» (funziona o lo ripariamo gratis).A fare la fortuna dello Zippo fu la Seconda guerra mondiale. La società di Blaisdell dovette smettere di produrre accendini per uso commerciale e dedicarsi, per voler del governo, esclusivamente al rifornimento per i soldati al fronte. Portando l'accendino in guerra i marines lo resero celebre in tutto il mondo. Nel 2012 Zippo ha festeggiato l'accendino n. 500.000.000, satinato cromato con una incisione a due colori: sul davanti il numero seriale «1» e la data del 5 giugno 2012, che coincide con il giorno di nascita del suo fondatore George G. Blaisdell, scomparso nel 1978. Simon Tissot Dupont, pellettiere di lusso, creò il suo primo accendino negli anni Venti per il Maharaja di Patiala: il principe voleva regalarlo a 3 delle sue 100 concubine ma era così bello che decise di regalarne uno a tutte le sue donne. Nel 1941 S.T. Dupont avviò una produzione di accendini che oggi è tra le più richieste dai collezionisti. Un pezzo costa dai 390 euro ai 22.000. Jacqueline Kennedy Onassis nel 1973 chiese a Dupont una penna speciale in pendant con l'accendino che la maison francese aveva creato per lei con una J in oro massiccio. La Dupont allungò il rotore dell'accendino esistente e diede vita a una penna iconica: oggi Classique è l'unica penna esposta al Moma di New York. Dupont ha anche disegnato l'accendino più costoso al mondo. Fatto in oro massiccio e impreziosito da 202 zaffiri, fu realizzato per la principessa Tania de Bourbon Parme, in stile barocco. Si chiama il Louis XIII Fleur de Parme e il 25 novembre del 2013 è stato venduto a un privato per 500.000 euro. Lo stilista Oscar Carvallo che con 8.521 accendini Bic fece un abito da sera.Nel 1973 il barone Marcel Bich, imprenditore torinese (di origine valdostana, intorno ai trent'anni divenne francese), già a capo dell'impero della penna a sfera, decise di tentare una nuova strada. Così acquisì la Flaminaire, una fabbrica di accendini francese, e dopo due anni di esperimenti lanciò un accendino a fiamma regolabile, resistente, economico e assicurato per tremila accensioni. Fu un successo mondiale. In media un oggi Bic costa 1 euro. «L'accendino Bic? Il capolavoro del design moderno, è nato volutamente brutto e diventato bello perché economico, pratico, unico esempio di socialismo realizzato che ha annullato il diritto di proprietà, e ogni estinzione di stato» (Umberto Eco).Gli accendini Clipper si accendono nel 1972. In quell'anno Enric Sardà realizza il design ufficiale del brand del gruppo spagnolo Flamagas. Realizzato con materiali riciclati, questo accendino è caratterizzato da un serbatoio resistente in nylon che si può ricaricare. Anche la pietrina è estraibile e sostituibile. E si può utilizzare pure per pressare il tabacco delle sigarette rollate. La storia di Rachid, immigrato marocchino che vendendo accendini s'è pagato gli studi al Politecnico di Torino. Lo scorso marzo è diventato ingegnere. Con l'evoluzione della tecnologia, sono apparsi gli accendini al plasma. Non contengono alcuna sostanza infiammabile e sono azionati elettricamente. Hanno l'aspetto di uno Zippo, ma quando si apre la cerniera appaiono quattro bobine che emettono corrente elettrica in due diagonali che si incrociano a formare una x che dà fuoco a qualunque cosa. Si ricaricano con una Usb.«Fumava fumava fumava, in continuazione. Ogni tanto sbagliava e si metteva a fumare l'accendino, ma i ragazzi glielo toglievano» (gli ultimi giorni di Marco Pannella nel ricordo di Bianca Beccalli).L'interpretazione dei sogni vuole che l'accendino rappresenti la scintilla di una nuova idea. Riceverlo in dono porta soldi, donarlo successo e perderlo litigi. Il libro dei sogni erotico afferma che se un sognatore vede l'accendino, c'è la possibilità di un incontro sconvolgente e inaspettato. Secondo l'interpretazione dei sogni del Libro di Hasse, porterebbe amore e passione pericolosi. L'accendino simboleggia anche il sentimentalismo che esalta la sensualità e che aiuta a godersi le sensazioni piacevoli. Ma attenzione: se non funziona è segno di problemi di salute.«L'uomo più felice che io conosca ha un accendino e una moglie, ed entrambi funzionano» (Woody Allen).
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Dimenticata la «sensibilità istituzionale» che mise al riparo l’Expo dalle inchieste: ora non c’è Renzi ma Meloni e il gip vuole mettere sotto accusa Milano-Cortina. Mentre i colleghi danno l’assalto finale al progetto Albania.
Non siamo più nel 2015, quando Matteo Renzi poteva ringraziare la Procura di Milano per «aver gestito la vicenda dell’Expo con sensibilità istituzionale», ovvero per aver evitato che le indagini sull’esposizione lombarda creassero problemi o ritardi alla manifestazione. All’epoca, con una mossa a sorpresa dall’effetto immediato, in Procura fu creata l’Area omogenea Expo 2015, un’avocazione che tagliò fuori tutti i pm, riservando al titolare dell’ufficio ogni decisione in materia.
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Dopo il Ponte tocca ai Giochi. Per il gip sarebbe «incostituzionale» il decreto con cui il governo ha reso «ente di diritto privato» la Fondazione Milano-Cortina. Palla alla Consulta. Si rifà viva la Corte dei Conti: la legge sugli affitti brevi favorirà il sommerso.
Da luglio la decisione sembrava bloccata nei cassetti del tribunale. Poi, due giorni dopo l’articolo della Verità che segnalava la paralisi, qualcosa si è sbloccato. E così il giudice delle indagini preliminari Patrizia Nobile ha accolto la richiesta della Procura di Milano e ha deciso di rimettere alla Corte Costituzionale il decreto legge del governo Meloni che, nell’estate 2024, aveva qualificato la Fondazione Milano-Cortina 2026 come «ente di diritto privato». La norma era stata pensata per mettere la macchina olimpica al riparo da inchieste e blocchi amministrativi, ma ora finisce sotto la lente della Consulta per possibile incostituzionalità.
Il ministro della giustizia libico Halima Abdel Rahman (Getty Images)
Il ministro della giustizia libico, Halima Abdel Rahman, alla «Verità»: «L’arresto del generale dimostra che il tempo dei gruppi armati fuori controllo è finito e che anche la Rada deve sottostare al governo di Tripoli». Pd e M5s attaccano ancora l’esecutivo. Conte: «Italia umiliata».
Il caso di Osama Almasri Anjim, arrestato e rinviato a giudizio delle autorità libiche ha scatenato una dura polemica politica fra governo e opposizione. L’ex capo di una delle più potenti milizie di Tripoli a gennaio scorso era stato rimpatriato con un volo di Stato dopo essere stato arrestato in esecuzione di un mandato d’arresto internazionale emesso dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità. Il governo aveva motivato il suo allontanamento con la pericolosità del soggetto, che era stato accolto a Tripoli da centinaia dei suoi fedelissimi con bandiere e scariche di kalashnikov.
Ansa
Raid Idf contro Hezbollah. Witkoff: «Il Kazakistan aderirà agli Accordi di Abramo».
Uno dei principali esponenti di Hamas, Moussa Abu Marzouk, ha rivelato che la sua organizzazione e l’Autorità nazionale palestinese (Anp) hanno raggiunto un’intesa preliminare per la creazione di un comitato provvisorio incaricato di gestire la Striscia di Gaza in nome dell’Anp. La notizia, riportata dal Times of Israel, segna un possibile punto di svolta nella complessa governance dell’enclave palestinese, sebbene permangano numerose incognite. Secondo quanto dichiarato da Abu Marzouk all’emittente amica Al Jazeera, il nuovo organismo avrebbe la responsabilità di sovrintendere ai valichi di frontiera e di coordinare le forze di sicurezza locali, sotto la presidenza di un ministro dell’Anp.






