2020-02-18
A Roma il giudice ha ordinato «nuove indagini su Consip», nervo scoperto dei renziani
Nell'inchiesta il gup ha stabilito altre iscrizioni e investigazioni ma anche accolto parzialmente richieste di archiviazione. Il provvedimento ruota intorno a babbo Tiziano.Il caso Consip non finisce di riservare sorprese. Ieri il giudice Gaspare Sturzo, dopo 16 mesi di riflessioni, ha sciolto la riserva sulla richiesta di archiviazione discussa il 22 novembre scorso e ha notificato alle parti il deposito dell'«ordinanza di accoglimento parziale e rigetto dell'archiviazione» e con cui dispone «ulteriori indagini e iscrizione di indagati». Dunque il gup, nelle 190 pagine del provvedimento, accoglie alcune richieste di proscioglimento, dopo il rigetto di luglio, ma ordina anche nuove investigazioni, indicando alla Procura ulteriori filoni da approfondire e soggetti da mettere sotto inchiesta. Nella mattinata di ieri la notifica dell'atto è stata inviata agli avvocati dei dieci indagati per cui il pm Mario Palazzi aveva chiesto il proscioglimento per alcuni capi d'imputazione. Per esempio aveva chiesto di archiviare l'accusa di traffico di influenze contestata a Tiziano Renzi e al suo stretto collaboratore Carlo Russo (le cui trattative con l'imprenditore Alfredo Romeo sono state derubricate a millanterie) e quella di rivelazione di segreto d'ufficio nei confronti del generale Emanuele Saltalamacchia e dell'ex ministro Luca Lotti (a cui i pm hanno deciso di imputare solo il favoreggiamento per non aver rivelato notizie di cui erano custodi per il ruolo istituzionale). All'epoca gli inquirenti hanno ritenuto di non avere elementi sufficienti per portare a processo, per uno specifico episodio, Romeo e il suo consulente Italo Bocchino per il reato di corruzione e di turbativa d'asta, né altri indagati per la «turbata libertà degli incanti». Su alcuni punti Sturzo si è trovato d'accordo con Palazzi e con il procuratore aggiunto Paolo Ielo. Su altri li ha bacchettati, come facevano una volta i maestri con scolari che non si applicavano. Il gup aveva già messo dietro la lavagna i colleghi in un'altra inchiesta, quella riguardante il broker di Carlo De Benedetti, Gianluca Bolengo, mandato a giudizio per un'imputazione coatta per ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza.A Renzi senior & compagni è andata meglio. Niente rinvio diretto alla sbarra, ma alcuni proscioglimenti e nuove e più puntigliose indagini anche sulla base delle indicazioni date dal «professor» Sturzo. La Procura nell'ottobre del 2018 aveva chiesto l'archiviazione per il traffico di influenze nonostante le captazioni in cui Russo si proponeva come facilitatore a Romeo facendo immaginare all'imprenditore che ad aprire le porte di Consip sarebbe stato babbo Tiziano, in nome del quale chiedeva 30.000 euro al mese di parcella. I pm avevano scritto: «Il coinvolgimento nelle indagini di Tiziano Renzi deriva dalla rappresentazione verbale, da parte del Russo nel corso delle “trattative" con Romeo, di un suo apporto causale nella prospettata illecita intermediazione con Marroni, ad di Consip». Ma le chiacchiere in libertà di Russo non avevano convinto le toghe: «Nonostante tutti gli approfondimenti possibili, non è dato rinvenire alcun elemento - al di là di un giudizio di inattendibilità di quanto dichiarato dall'indagato Tiziano Renzi - che consenta di ritenere che la raccomandazione spesa in favore del Russo (nei confronti di Marroni, ndr) fosse conseguenza di un accordo con lo stesso al fine di esercitare indebite pressioni su Marroni per alterare le gare d'appalto indette da Consip». Gli stessi inquirenti, però, avevano lasciato aperto uno spiraglio, laddove ammettevano che Renzi senior e Romeo si erano probabilmente incontrati davvero, come riferito dall'ex tesoriere del Pd campano Alfredo Mazzei (amico di Romeo). Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma hanno appurato che in ben nove circostanze, tra l'1 aprile e 3 novembre 2015, i cellulari di Romeo, Russo e babbo Tiziano avevano agganciato gli stessi ripetitori del centro di Roma, anche se «tale accertamento non consente evidentemente di provare che l'incontro di cui parla Mazzei sia avvenuto, né di escluderlo» avevano chiosato i pm. In compenso, avevano aggiunto i magistrati, «altre risultanze inducono a ritenere che probabilmente Romeo e Renzi si siano incontrati sì, ma a Firenze il 16 luglio 2015», a partire dalle 15 quando i loro telefonini agganciarono «ponti ripetitori che servono zone attigue».Alle 15 e 43 Renzi senior scrive a Russo su una chat criptata: «Ci sono». Risposta di Russo: «Ci siamo». Sedici minuti prima Romeo aveva chiamato la sua segretaria Paola per chiedere dettagli sulle gare di Grandi stazioni. Poco dopo aveva chiamato il figlio e gli aveva detto: «Sto a Firenze … finisco questo incontro e ti richiamo dai». Tiziano e il collaboratore Carlo Russo si scrivono di nuovo alle 18.20 circa e sembrano commentare l'incontro. Tiziano: «Impressioni?». Russo: «A lui positivamente… A te?». Tiziano: «Buone speriamo che non mi pongano ostacoli». Russo: «Speriamo». Il giorno successivo Romeo riferisce a Bocchino di un incontro con una persona «logorroica e vestita in malo modo» che per la Procura «potrebbe individuarsi in Tiziano Renzi». Questi e altri elementi potrebbero aver indotto Sturzo a chiedere ai pm di approfondire le loro indagini.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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