2023-12-22
A gennaio cominceranno i triloghi
Valdis Dombrovskis (Ansa)
I prossimi passi per il via libera definitivo al testo del Patto di stabilità prevedono negoziati fra Consiglio e Parlamento Ue. L’obiettivo è un accordo entro aprile, prima delle elezioni.Ora che è stata raggiunta l’intesa all’unanimità da parte dell’Ecofin tra i 27 sul Patto di stabilità, si avvia una nuova fase di certo non meno densa di ostacoli. Anche perché, a dirla, siamo ben lontani da qualcosa di definitivo. Ieri, sul tema del Patto, si sono tenute due riunioni importanti. A livello europeo il Coreper ha dato il via libera ai testi. I rappresentanti permanenti dei 27 Paesi membri hanno quindi adottato formalmente i testi normativi per la riforma del Patto di stabilità su cui l’Ecofin ha trovato l’accordo a livello politico. Il passaggio in Coreper, a quanto si è appreso, si è reso necessario poiché la riunione dei ministri delle Finanze si è svolta in videoconferenza e per questo non ha potuto approvare formalmente i due regolamenti e la direttiva che compongono il pacchetto di disposizioni per la riforma del Patto.Sempre ieri, poi, ma a livello italiano, era prevista la conferenza dei capigruppo della commissione Bilancio per ratificare il parere favorevole e per consentire quindi di passare al voto in Aula.Ora, superata la pausa natalizia, si attende che a gennaio l’Eurocamera dia il via libera alla sua posizione negoziale sulle nuove regole fiscali. Da quel momento in poi inizieranno i triloghi tra Consiglio Ue e Parlamento europeo, con l’intermediazione della Commissione. «Non c’è tempo da perdere», ha ricordato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis ribadendo la priorità di Bruxelles. L’obiettivo è che le posizioni di Consiglio e Parlamento europeo vengano confrontate per arrivare a un testo unico. A questo punto il testo tornerà nuovamente al Parlamento di Strasburgo dove verrà ratificata la versione finale. C’è tempo fino ad aprile per arrivare a una versione definitiva del testo perché l’ultima plenaria disponibile prima della campagna per le europee è quella che si terrà dal 22 al 25 aprile. Di certo si tratta di una rivoluzione per le economie dei 27 Paesi membri dell’Unione europea. Se l’accordo trovato mercoledì scorso diventerà definitivo, i singoli Paesi non verranno valutati anno per anno dalla Commissione europea, quella che mantiene il controllo sui bilanci dei singoli Stati, ma dovranno concordare un piano individuale di riduzione del debito in quattro anni, prorogabile fino a sette, con obiettivi da diluire nel tempo a seconda del contesto politico ed economico del momento.Certo è che le reazioni sul Patto di stabilità non sono mancate. «Dopo anni in cui l’Italia è andata a Bruxelles con il cappello in mano, costretta a subire le decisioni altrui, questa nuova fase vede il nostro Paese finalmente protagonista», ha dichiarato Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia. «La riforma del Patto di stabilità e crescita accoglie molte delle nostre richieste e apre una stagione in cui l’Ue torna a puntare sulla crescita, che a sua volta è un elemento di stabilità, mentre quest’ultima viene perseguita in maniera graduale, evitando lo shock della vecchia austerità».«Difficile raccontare in pochi secondi quanto guadagna l’Italia in pochi secondi», ha detto ieri alla trasmissione di Bruno Vespa, Cinque Minuti, Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, «Basta un numero: 35 miliardi di euro l’anno. Questa è la differenza tra i vecchi parametri e quelli nuovi. Con quelli vecchi l’Italia era tenuta a una riduzione del debito di circa il 4-5% l’anno, con quelli nuovi dell’1% l’anno. Per quanto riguarda il deficit, l’Italia sarebbe stata costretta a un avanzo dello 0,25% l’anno, invece possiamo avere un deficit dell’1,5%. Vuol dire una differenza, rispetto al Pil italiano, che ammonta a 35 miliardi. Soldi che ora possiamo spendere rispetto alle vecchie regole. Oltre a questo, abbiamo una fase transitoria di sette anni per il rientro dal deficit eccessivo avuto nel periodo del Covid che è molto più morbida di quanto era previsto». Dall’opposizione, invece, non sono mancate le critiche. Il numero uno del Pd, Elly Schlein ha fatto sapere che «la Meloni mette una grande ipoteca sul futuro: quello sul Patto di stabilità è un cattivo compromesso per l’Italia», ha detto. «Perché l’Italia è stata assente nel negoziato: l’Italia ha accettato a testa bassa l’accordo di Francia e Germania. Noi dovevamo batterci di più. Se torniamo ai rigidi parametri quantitavi è come se non avessimo imparato niente dalla pandemia. Avrebbero dovuto lottare molto più prima e io penso che questo è un accordo che farà molto male all’Italia». Il leader del M5s Giuseppe Conte ha aggiunto: «Ho sempre combattuto, quando ero al governo, per contrastare le vecchie logiche di austerità e trasformare il Patto di stabilità e crescita in un Patto di crescita nella stabilità. Purtroppo, da un anno se ne occupa Giorgia Meloni e il suo patriottismo a chiacchiere sta rifilando all’Italia un “Pacco di stabilità” che si tradurrà in un cappio al collo per il Paese».
Jannik Sinner (Ansa)
All’Inalpi Arena di Torino esordio positivo per l’altoatesino, che supera in due set Felix Auger-Aliassime confermando la sua solidità. Giornata amara invece per Lorenzo Musetti che paga le fatiche di Atene e l’emozione per l’esordio nel torneo. Il carrarino è stato battuto da un Taylor Fritz più incisivo nei momenti chiave.
Agostino Ghiglia e Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Imagoeconomica)