
Polemiche per la sfilata con i cartelli «No pago affitto». Attacchi politici, social furibondi, società civile in allerta. È «il carro della vergogna». Il sindaco di Formello Gian Filippo Santi: «Solo goliardia».«A Carnevale ogni scherzo vale». Per generazioni di vocianti marmocchi e attempati mattacchioni il titolo della filastrocca di Gianni Rodari è stato un luminoso faro. Il corso sovranista, con le sue spietate regole anti immigrati, impone però una perentoria revisione dei riti pagani. Massima allerta. Non c'è nulla da scherzare. Il Carnevale è roba seria, anzi serissima. E così uno sgarrupato carro del Carnevale di Formello, diventa affar di Stato. Attacchi politici, social furibondi, società civile in allerta. È «il carro della vergogna».Antefatto: lungo le strade del paesello alle porte di Roma, durante la consueta sfilata, qualche scellerato sceglie di dileggiare il sacro tema dell'accoglienza. Il carro allegorico è una sghemba riproduzione di una scialuppa in balia delle onde. I figuranti sono indegni ragazzini sciovinisti, ben diversi dai consapevoli pargoli multiculturali che hanno sfilato sabato a Milano. Tutti, inconcepibile disdoro, hanno la faccia pitturata di marrone. A corredo, l'inaudito sberleffo: «Porti aperti». La scialuppa-barcone è trainata da una jeep, costellata da bandiere tricolore e da una serie di frasi mutuate dalle canzoncine del rapper Bello Figo: «No pago affitto» e «voglio wifi». Ah, sul carro fa capolino anche la maschera di Matteo Renzi. E qui l'affare s'ingrossa. Dopo la querela a Marco Travaglio per la carta igienica con il volto dell'ex premier, si rivà dritti in tribunale. Nell'attesa, alcuni colleghi di partito hanno fatto sentire la loro voce. Il segretario del Pd laziale, Bruno Astorre, apre il fuoco: «Usare una festa per irridere chi arriva in Italia dopo aver rischiato la vita è becero: una vera istigazione al razzismo». L'europarlamentare democratica ed ex ministro per l'Integrazione, Cécile Kyenge, dà manforte: «È anche per combattere lo sdoganamento del razzismo che tantissime persone si sono riunite a Milano. Basta minimizzare. Chiamiamo le cose per quello che sono». Marta Bonafoni, capogruppo regionale della lista civica Zingaretti, non perdona: «Bambini e bambine per crescere e costruire un futuro migliore, avrebbero bisogno di messaggi di pace, inclusione, serenità. Non di becera strumentalizzazione. Abbiamo il dovere di fermare tutto questo». E pensare che quegli sciagurati dei formellesi c'avevano pure riso sopra. «Non era neppure un carro vero! E nessuno s'è scandalizzato. Anzi, la gente s'è divertita», rivela l'incauto sindaco, Gian Filippo Santi. Ma i cronisti progressisti gli intimano di domandare perdono. «Non penso di dover chiedere scusa», replica incorreggibile. Ammetta almeno che è stata una scelta di pessimo gusto... «Sono un cattolico praticante. Qui da noi non ci sono problemi di discriminazione. È solo un'accusa strumentale». Intanto, mentre a Formello si scava l'argine contro l'intolleranza, a Düsseldorf viene sceneggiato il populismo italiano. Un Matteo Salvini di cartapesta è tra i protagonisti nella tradizionale sfilata della città tedesca. Il ministro dell'Interno allatta due mostriciattoli, razzismo e nazionalismo, sventola il tricolore con la scritta «Brutta Italia» e ostenta un tatuaggio con la scritta «mafia». Commenti indignati? Nessuno. Alzate di scudi? Macché. Del resto, come diceva la filastrocca? A Carnevale ogni scherzo vale. Lo sanno tutti. O quasi...
È la sola domanda da porsi sul caso dei Trevallion. La risposta la sanno tutti, anche se non vogliono ammetterlo. E la politica deve intervenire perché i tecnici hanno esondato.
Il tribunale dell’Aquila che ha deciso di allontanare da casa i tre figli di Nathan Trevallion dichiara di aver agito perché i bambini erano in grave pericolo. Rischiavano importanti danni psicologici a causa della mancanza di socializzazione, ha spiegato il giudice. Vivendo isolati, i piccoli potrebbero diventare incapaci di «riconoscere l’altro», cioè di comprendere e accettare le differenze.
L’aspetto curioso della faccenda è che i più incapaci di riconoscere e accettare l’altro, in questi giorni, sembrano essere proprio coloro che sostengono con forza le ragioni del tribunale e insistono a descrivere la famiglia Trevallion come una banda di psicolabili. In molti scrivono ad esempio che Catherine Birmingham, moglie di Nathan e madre dei bambini, è una pazzoide che vende sul suo sito fantomatiche guarigioni spirituali. Altri insistono a dire che padre e madre siano due fanatici, restii a trattare con i servizi sociali e chiusi nelle loro fortezze ideologiche oltranziste.
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Elly Schlein (Ansa)
Fratelli d’Italia spinge per il proporzionale puro con premio di coalizione, ma il Pd grida al magheggio: «Hanno paura di perdere». Esaltati dalle ultime elezioni, credono che con le attuali regole vincerebbero le politiche. Lo scenario più probabile, però, è lo stallo.
I risultati delle regionali di Campania, Puglia e Veneto hanno fatto ringalluzzire la sinistra, sicura adesso di avere un’alternativa a Giorgia Meloni, e contestualmente rintuzzato il dibattito sulla legge elettorale e sul premierato. Ad accendere la miccia il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli: «Va fatta una riflessione sulla legge elettorale», perché, «con il campo largo unito, a differenza delle politiche 2022, se si dovesse votare oggi non ci sarebbe la stessa stabilità politica né in caso di vittoria del centrodestra né in caso di vittoria del centrosinistra».
(Istock)
- Nel bresciano un bengalese stupra una bambina di 10 anni. L’episodio avvenuto in un centro per rifugiati. L’uomo ha confessato. Tra rito abbreviato e circostanze a discarico, la pena rischia di essere irrisoria.
- A Pisa uno straniero violenta bimba di 6 anni. Il «protocollo rosa» è scattato dopo che la piccola ha denunciato strani comportamenti da parte dell’adulto, ritenuto persona di fiducia dalla famiglia. Sugli indumenti della vittima trovate tracce genetiche dell’indagato.
- Per i fatti di Tor Tre Teste si cerca un tunisino, forse riparato all’estero. I tre fermati hanno precedenti per spaccio. Possibile anche la presenza di un quinto uomo.






