Stefano Ricci, l’eleganza incontra l’arte

- La Reggia di Caserta scelta per presentare la collezione primavera-estate 2020, proseguendo così il tour dell'Italia alla ricerca della bellezza: «Si procede nel piano di investimenti, nuove aperture a Manila e in Australia». Ricavi a +5% nel primo trimestre.
- Luci accese su Milano moda uomo ma Prada preferisce sfilare in Cina. Dal 14 al 17 giugno la kermesse dell'abbigliamento maschile. Alla ribalta 52 collezioni.
- Il programma del 72esimo Festival di Cannes prevede film fino al 25 maggio con la proclamazione del vincitore. E non c'è dubbio che fino a quella data, oltre alle pellicole, tengano banco i vestiti delle attrici.
Lo speciale comprende tre articoli.
«Ovunque una cura maniacale del dettaglio, dal taglio di un marmo, all'oro delle finiture o il grado d'inclinazione dei camminamenti nella natura», dichiara Filippo Ricci, direttore creativo di Stefano Ricci spa. «Nulla è affidato al caso nell'armonia che sovrasta l'ambiente voluto dai Borbone, impreziosito da Gioacchino Murat e oggi fiera espressione della vera ricchezza del Paese che è poi il nostro patrimonio artistico e ambientale». La stessa cura del dettaglio che da sempre contraddistingue le creazioni del brand, dall'armonia delle forme alla preziosità dei materiali. Anche questa collezione conferma il sapere di un marchio di altissimo livello. Ecco i gessati esclusivi, la maglieria colorata, la seta tecnica ultraleggera, gli abiti gran sera con tessuti inarrivabili per preziosità e manifattura. Stile impeccabile nella sahariana con dettagli in pelle scamosciata e doppia chiusura anteriore con cerniera e bottoni e nei giubbotti in suede traforato ed altri con interni in seta esclusiva stampata a mano. Non mancano gli accessori: sneaker leggere dai fondi innovativi e zaini fatti a mano con l'iconico motivo Sr. Una collezione che celebra la bellezza italiana, l'armonia delle proporzioni degli abiti che si specchiano in quella dei decori neoclassici, tra lampi rosso fiamma, giallo grano, blu galassia, azzurro urano, sabbia del deserto e bianco leuko.
«Dopo aver chiuso l'esercizio 2018 a quota 150 milioni, il primo trimestre 2019 ha registrato una crescita nel fatturato del 5% in linea con le previsioni», dichiara il ceo Niccolò Ricci. «Sono dati che consentono di guardare al futuro con un moderato ottimismo a fronte di turbolenze internazionali legate alle questioni dazi e alle incertezze europee. La società prosegue nel proprio piano di investimenti e nuove aperture: dopo Sochi e Singapore, nelle ultime settimane abbiamo inaugurato la boutique di Manila e consolidato la presenza nei department store Neiman Marcus con due nuovi shop-in-shop mentre nell'estate saranno completate due shop-in-shop relocation in Australia come ulteriore potenziamento della nostra rete globale».
Un grande successo che è la realtà di una grande famiglia. Riconosciuto nel mondo come modello di puro family business, Stefano Ricci - fondatore, presidente e designer - è affiancato nella gestione del brand eponimo dalla moglie Claudia e dai figli, Niccolò e Filippo. La famiglia è costantemente impegnata nel portare la moda italiana ed il suo stile inconfondibile all'estero, con 66 boutique mono-brand, che includono flagship stores nelle capitali di tutto il mondo, oltre a 19 shop-in-shop. Dal 1972 Stefano Ricci si è trasformata da piccola azienda di manifattura familiare in un gruppo internazionale di lusso, con 600 dipendenti in tutto il mondo (tra produzione rigorosamente italiana e retail) e sede centrale sulle colline di Fiesole che si estende su più di 9.000 metri quadri. Ora il nuovo capitolo di un viaggio che rinnova, stagione dopo stagione, il richiamo estetico all'esclusività, la vocazione all'etica del ben fatto e la ricerca della bellezza come obiettivo. E che ha visto, per una notte, Stefano Ricci farsi re.
Luci accese su Milano moda uomo ma Prada preferisce sfilare in Cina
A Milano si vedono già in giro tanti giovani indossatori con i loro book sottobraccio pronti a farsi analizzare dai vari stilisti che poi li sceglieranno per i loro defilè. È un segno inequivocabile che si avvicina sempre più la kermesse milanese dedicata all'abbigliamento maschile. Infatti, dal 14 al 17 giugno prossimi saliranno alla ribalta 52 collezioni per la primavera/estate 2020. Il calendario presentato da Camera nazionale della moda prevede 25 sfilate, 29 presentazioni (di cui 8 su appuntamento) e 26 eventi. Tra i rientri prestigiosi di questa edizione, Etro, Palm Angels, Philipp Plein e Stella McCartney, oltre a Bed J.W. Ford, Magliano, M1992 e United standard; al loro debutto sulle passerelle milanesi, invece, Youser, David Catalan, Edithmarcel, Miguel Vieria, Fay, Rolf Ekroth & Terenit e Brett Johnson, alcuni di loro supportati da Cnmi. Saranno sette le sfilate co-ed, modalità preferita da Dsquared2, M1992, Marcelo Burlon County of Milan, Philipp Plein, Neil Barrett, Spyder e Sunnei.
«Il calendario di questa edizione risponde alle sfide che ci pone la dimensione globalizzata e fluida della moda. La Milano fashion week di giugno vede affianco alle collezioni uomo la presenza di molte collezioni femminili, numerosi brand internazionali, nuovi nomi e moltissimi eventi che arricchiscono un calendario testimonianza della centralità di Milano nel panorama delle fashion week, sia come spazio di espressione della creatività che come fulcro del business, anche grazie alle fiere e soprattutto agli 800 showroom che rappresentano più di 3.000 marchi», ha commentato Carlo Capasa, presidente di Camera nazionale della moda italiana. «In Italia, la moda maschile rappresenta il 39% del totale export moda. Se si considerano le sole esportazioni verso i Paesi extra-Ue la moda maschile rappresenta quasi il 55% del totale dell'export di moda italiano».
Non si può non parlare anche delle defezioni, però. Prima di tutto, quella di Prada che farà sfilare la collezione uomo primavera/estate 2020 a Shanghai il prossimo 6 giugno e non alla Milano fashion week, lasciando un vuoto impossibile da colmare nel calendario che già deve fronteggiare le assenze di brand come Msgm e N°21. Prada sarà comunque presente con un duplice appuntamento: un evento musicale live il 14 giugno negli spazi di Fondazione Prada e una presentazione della collezione Prada uomo primavera-estate 2020. È Giorgio Armani a dare buone notizie tornando a presidiare le sfilate maschili a Milano con una forte presenza in calendario. Il 15 giugno alle 11.00 lo stilista presenterà la collezione Emporio Armani uomo all'Armani teatro, mentre la sfilata della linea ammiraglia si terrà il 17 giugno alle ore 17 in via Borgonuovo 11 dove Armani torna dopo diciotto anni, per la prima volta a Palazzo Orsini, location inedita e sede storica del marchio, chiudendo così il calendario degli appuntamenti di Milano moda uomo. Molto importante il rientro di Etro che tornerà a sfilare con la sua collezione maschile, sotto la direzione creativa di Kean Etro. Una scelta che «è il segno concreto del continuo rinnovamento che il marchio ha intrapreso, in seguito alle celebrazioni del suo 50° anniversario», come scrive l'azienda. Celebrazioni che sono culminate nella mostra al Mudec dello scorso settembre.
A Cannes trionfa lo stile made in Italy
Come si sa, il red carpet è un momento speciale che vivono sia le star che gli stilisti, pronti a far indossare i loro abiti alle donne più famose e desiderate del pianeta che tra i mille click dei fotografi e le tantissime telecamere riescono a portare nel mondo la loro eleganza e il loro fascino. La sfida a colpi di look è assicurata e la settimana di Cannes, tra impegno e mondanità, party e film diventa la passerella ideale per fare a gara a chi sfoggia la mise più chic o eccentrica o esagerata. Senza ombra di dubbio, i brand italiani sono sempre i più gettonati e, quest'anno, a farla da padrone è Etro indossato da tante celebrity. Armani non è da meno così come Alberta Ferretti, tutti nomi ben noti tra attrici e attori che scelgono i designer del bel paese, certi delle loro straordinarie capacità. Tanti gli spacchi, tantissime le nudità: esibire è la parola d'ordine. D'altronde, fa parte del gioco. Da Eva Longoria a Charlotte Gainsbourg fino a Carla Bruni e a Amber Heard è tutta una questione di gambe. Ma trasparenze e schiene nude non sono da meno. Oltre alle attrici, sul red carpet, ci sono anche tante modelle, da Izabel Goulart ad Alessandra Ambrosio, fino a Romee Strijd, tutte pronte a rubare la scena alle stelle e stelline di Hollywood, d'oltralpe e di casa nostra.
Per parlare di film, si è partiti con The Dead Don't Die con Tilda Swinton, Bill Murray e Adam Driver, ma il più atteso è stato Once Upon A Time in Hollywood di Quentin Tarantino (l'anteprima arriva a 25 anni esatti da Pulp Fiction) con Brad Pitt, Leonardo di Caprio e Margot Robbie. E ancora Dolor y Gloria di Pedro Almodóvar con Antonio Banderas e l'eterna musa Penélope Cruz. E poi Rocketman party che celebra l'anteprima del film – fuori concorso – dedicato a Elton John (vestito Gucci) con Taron Egerton.
Debutto di Selena Gomez, per la prima volta sul tappeto rosso francese in occasione della proiezione del suo film The Dead Don't Die. Tra i giurati, l'italiana Alice Rorwacher (giuria presieduta da Alejandro Iñárritu). Non mancano Valeria Golino, protagonista del film Portrait de la jeune fille en feu e Chiara Mastroianni.




















