2018-11-16
A Bari nessuna epidemia di morbillo. E la presunta untrice non era No vax
La bimba di 8 anni accusata da giornali e politici di aver scatenato il contagio aveva fatto l'esavalente e ha preso la malattia in ospedale. Pure l'ordine dei biologi attacca: «Dai media allarme infondato».A Bari la legna era già pronta e unta di benzina, di fiammiferi per appiccare il fuoco ce n'erano in abbondanza, ma il rogo della strega No vax è per lo meno rimandato. In compenso, i media italiani sostanzialmente all'unisono hanno levato al cielo una fitta coltre di fumo. Ricordate? Giornali e telegiornali hanno sparato una raffica di titoli sull'«epidemia di morbillo» in corso nella città pugliese. Senza esitazione hanno individuato e stigmatizzato l'untore responsabile della pestilenza: una bambina di 8 otto anni, presentata come «la figlia di genitori No vax». La colpevole avrebbe infettato 8 persone all'ospedale pediatrico Giovanni XIII, il cosiddetto Ospedaletto, tra cui - orrore - un piccino di appena 11 mesi. I politici, come prevedibile, si sono precipitati ad aizzare la folla. Matteo Renzi ha tuonato contro il governo: «La scienza ha ragione, i grilloleghisti hanno torto». Il castigasomari Roberto Burioni, intervistato dalla Nazione, ha rincarato la dose: «I genitori che non vaccinano i figli mettono in pericolo quest'ultimi e i bambini degli altri». L'ex ministro Beatrice Lorenzin, eponima della legge in materia, ha invocato controlli a tappeto in tutta Italia e ne ha approfittato per invocare l'«obbligatorietà vaccinale per gli operatori sanitari e per i soggetti più esposti per motivi di lavoro». Ci mancava solo che mobilitasse i bersaglieri. Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore di sanità, ha soffiato abbondantemente sul fuoco, dichiarando: «La situazione del morbillo è allarmante, i casi di Bari ci devono preoccupare». La direzione sanitaria dell'ospedale barese, a dire il vero, le ha provate tutte per abbassare i toni: sin da subito ha parlato di possibili errori di protocollo, ha fatto sapere in lungo e in largo che la situazione era «sotto controllo» e non si poteva parlare di epidemia. Ma non c'è stato niente da fare: la strega No vax doveva ardere. Come è evidente, a qualche giorno di distanza, l'epidemia assassina non c'è stata. Ma, soprattutto, non c'è alcun untore antivaccinista a cui dare la colpa. L'emittente pugliese Telenorba, il 13 novembre, ha riportato, con dovizia di particolari, i risultati dell'indagine interna effettuata dal Giovanni XIII. Un approfondimento che ha fatto emergere alcuni fatti sorprendenti. Vediamo di ricostruire. Tutto inizia il 23 ottobre, quando all'Ospedaletto di Bari arriva una bimba di 8 anni. Si sospettava che la piccola avesse una non meglio identificata «patologia infettiva», motivo per cui l'hanno sottoposta a una serie di esami. La diagnosi di morbillo è arrivata il 5 novembre. Secondo l'indagine condotta dal Giovanni XIII con la supervisione dell'Asl di Bari, la bambina è stata contagiata all'interno dell'ospedale. Non solo: i suoi genitori non sono affatto No vax. Alla fanciulla mancava la protezione contro il morbillo, ma aveva fatto il vaccino esavalente. Ecco l'origine della tremenda epidemia: una bimba - la cui famiglia non ha fatto professione di fede antivaccini - arriva in ospedale, contrae il morbillo (che le viene diagnosticato diversi giorni dopo il ricovero), lo passa a tre piccoli parenti. E gli altri infettati? Tre sono adulti, ricoverati al Policlinico di Bari: un addetto alla sicurezza del reparto malattie infettive, la madre di due gemelli e un'altra donna che però è stata contagiata in modo diverso. La storia del piccino di 11 mesi è ancora differente. È arrivato all'Ospedaletto il 23 ottobre, proprio come la bambina di 8 anni. Il neonato (che non è in età vaccinabile) è stato ricoverato per morbillo, ma fortunatamente è fuori pericolo. Insomma, il contagio di massa non c'è stato, gli untori No vax non esistevano e la finta epidemia è iniziata all'interno della struttura ospedaliera. Ovviamente, tutti questi particolari i media nazionali non li hanno raccontati. Le notizie diffuse dal telegiornale di Telenorba non sono finite sulle prime pagine. Così, nella testa della gran parte degli italiani è rimasta l'idea che, a Bari, la figlia di una indegna famiglia di antivaccinisti seguaci dei 5 stelle e della Lega abbia causato una terribile pestilenza. Giornali e politici sono andati avanti a testa bassa, hanno alimentato la propaganda anche se Cinzia Germinario, responsabile dell'Osservatorio epidemiologico della Regione Puglia, ripeteva che non c'era «alcun allarme epidemia di morbillo». Sulla triste vicenda si è espresso pure l'Ordine nazionale dei biologi, che ha pubblicato sul suo giornale un articolo durissimo: «In definitiva», si legge nel testo, «appare evidente come sia gli articoli dei quotidiani sia i servizi della televisione di Stato tendano a procurare un allarme presso la popolazione a dir poco privo di un qualunque fondamento». Questo «allarme», tuttavia, è servito eccome. È stato sfruttato per far crescere il panico e giustificare misure estreme. Ad esempio quelle illustrate sui media da Vittorio Demicheli, celebre medico nonché consulente del ministro Giulia Grillo in materia di vaccini. Questo signore ha annunciato che bisogna subito vaccinare 800.000 giovani (cioè persone con più di 16 anni) contro morbillo e rosolia. Curioso, non trovate? Il governo «grilloleghista anti vaccini» si prodiga per vaccinare 800.000 persone... «Stiamo lavorando a un documento molto concreto», ha spiegato Demicheli presentando il suo piano straordinario. «Ad esempio la soluzione per l'offerta alle matricole universitarie potrebbe essere una circolare del Miur che impegni i rettori a promuovere la vaccinazione attiva, inserendo la profilassi nel sistema di valutazione dell'università». Già: se ti vaccini ti riducono le tasse universitarie, magari ti danno pure dei crediti in più (che altrimenti dovresti accumulare studiando). E non è finita: tra le ipotesi in campo per spingere i giovani a vaccinarsi ci sarebbe persino quella di aggiungere un punto alla patente. Come a dire che chi fa il vaccino contro il morbillo potrà commettere qualche infrazione del codice stradale in più. Già che ci sono, potrebbero incentivare gli automobilisti a investire i No vax: due piccioni con una fava. Anzi, con una iniezione. Altro che epidemie di morbillo, qui il vero problema è la diffusione endemica della follia.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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