Per avvolgerci la gola spendiamo 140 milioni all'anno: 100 modi per annodare la sciarpa
- Gli acquisti sono in leggera flessione ma comunque si attestano a oltre 8 milioni di pezzi. Cresce il numero di foulard venduti (3,5 milioni di pezzi) per circa 80 milioni di euro. Il distretto di Como ha registrato una crescita del fatturato pari al 4,8%.
- Un top o una borsa, ma anche un ferma capelli, una cintura o un braccialetto. Cento e più modi per creare look classici o alternativi utilizzando solo una sciarpa o un foulard.
- Hermès ha creato 2.000 disegni, ognuno dei quali è composto da almeno cinquanta colori (da una base di 75.000 tinte). Il motivo beige con accenti rossi, neri e bianchi di Burberry è inizialmente relegato a fodera per il l trench coat (che deve il suo nome all'uso che ne facevano gli ufficiali nella Prima guerra mondiale) solo nel 1967 diventa l'icona del marchio inglese.
- A far tornare sulle passerelle il re del pop Micheal Jackson ci ha pensato Virgil Abloh, direttore artistico per la linea uomo di Louis Vuitton che ha reinventato lo storico guanto del cantante e l'ha declinato in una versione sporty chic adatta sia per lui che per lei.
Lo speciale contiene quattro articoli e una gallery con dieci stili da indossare.
Accessori indispensabili per un look completo, specie nei mesi invernali: sciarpe, scialli e foulard sono sempre stati elementi imprescindibili nei guardaroba di uomini e donne, oltre a caratterizzare le collezioni dei più importanti stilisti e a rappresentare un segmento di una certa importanza nel settore tessile italiano. Anche questi prodotti, tuttavia, risentono dell'andamento delle mode e della volubilità delle scelte d'acquisto: secondo i dati della rilevazione continuativa del Fashion consumer panel dell'istituto specializzato Sita Ricerca, elaborati su un campione di oltre 4.000 famiglie e circa 12.000 individui rappresentativo della popolazione italiana residente e relativi al periodo dicembre 2017/novembre 2018, per quanto riguarda le sciarpe le stime di acquisto dei consumatori italiani hanno rivelato una flessione pari al 4% in volume (8,638 milioni di pezzi) e al 5,9% in valore (142,6 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Migliori i dati relativi ai foulard, che hanno visto lo scorso anno un aumento degli acquisti pari al 4,8% in volume (poco più di tre milioni di pezzi) e una lieve flessione (-0,3%) in valore (83,4 milioni di euro). Sempre secondo Sita Ricerca, nei primi 9 mesi del 2018 i consumi di questi prodotti da parte degli italiani erano calati del 7,5% in valore, ma solo dell'1,2% in volume.
Sciarpe, scialli e foulard non fanno eccezione: anche per questi prodotti lo stile made in Italy continua a riscuotere successo all'estero, anche se va evidenziato un trend crescente per quanto riguarda le importazioni. Sul fronte del commercio estero, infatti, in base alle elaborazioni di Confindustria Moda per Smi – Sistema Moda Italia tra gennaio e settembre del 2018 l'export del segmento scialli, sciarpe e foulard è cresciuto del 2,1% in valore (in volume c'è stato invece un calo dell'8,7%), mentre l'import ha visto un aumento del 15,4% in valore e del 5,5% in volume. Tuttavia, in totale le esportazioni nel periodo valevano più del doppio delle importazioni: 348,68 milioni di euro per 2028 tonnellate di prodotto, contro i 114,04 milioni delle importazioni (2082 tonnellate). Nei primi nove mesi dello scorso anno il principale mercato di sbocco dei prodotti made in Italy è stata la Francia, con 290 tonnellate e un valore di circa 74,9 milioni di euro, seguita dalla Svizzera (222 tonnellate e un valore di 45,8 milioni di euro), dagli Usa (190 tonnellate e un valore di 29,5 milioni di euro), dalla Germania (276 tonnellate e un valore di 28,3 milioni di euro) e dal Regno Unito (159 tonnellate e 22,8 milioni di euro).
Che il settore della produzione di sciarpe, scialli, stole e foulard sia comunque dinamico lo dimostrano i dati di uno dei più importanti distretti tessili italiani, quello comasco: secondo le rilevazioni di Sistema Moda Italia e del Gruppo filiera tessile di Unindustria Como, il distretto nel suo complesso ha registrato una crescita del fatturato pari al 4,8% nel primo semestre del 2018, nonostante la quantità venduta sia rimasta stabile. Gli accessori tessili – oltre alle sciarpe, scialli, stole, parei e bandane – prodotti nella zona hanno visto una crescita dei ricavi del 7,5% confermandosi il segmento con le performance migliori: per fare un confronto, il tessuto per abbigliamento femminile, che rappresenta la gran parte del fatturato del distretto, ha fatto registrare una crescita di poco inferiore al 5% e la cravatteria ha segnato un +1,3%, dopo una lunga serie di trimestri col segno meno.
Una borsa, un top o un braccialetto: cento modi per indossare sciarpe e foulard
GiphyPensate che indossare una sciarpa significhi semplicemente avvolgerla attorno al collo? Niente di più sbagliato.
La moda, anche in questo caso, non ha lasciato nulla al caso e ha stilato un vero e proprio vademecum di come indossare sciarpe, scialli, foulard o fazzoletti in base al look e alle occasioni.
Partiamo dal nodo più semplice: il classico alla francese. Adatto con cappotti e piumini, è forse il look più semplice da ottenere. Basta infatti piegare i due lembi della sciarpa, bloccare le estremità nel buco che si è creato e il gioco è fatto. Adatto a uomini e donne è il look più unisex che esista. Simile, per semplicità, ma consigliato principalmente per chi indossa giacche corte e cappotti sartoriali è il «giro del mondo» ovvero il passare la sciarpa attorno al collo, in modo molto casuale e lasciare che i due lembi penzolino sul petto. Consigliato per gli uomini è il «giro del mondo al contrario» che consiste nel lasciar cadere i lembi anziché sul petto, sulla schiena. Comodo per chi non vuole rinunciare alla sciarpa anche quando indossa giacca e cravatta.
Di gran moda in questi ultimi anni ma decisamente poco utile per chi vede ancora la sciarpa come lo strumento per tenere il collo al caldo è il drappo, ovvero l'adagiare morbidamente il proprio scialle o sciarpa sulle spalle, sistemando solo le estremità alla misura desiderata. Portato in passerella da Balenciaga, questo stile è perfetto per chi ama le sciarpe oversize che sembrano quasi delle grandi coperte. Simile al drappo è il look «a mantella» che consiste nel portare la sciarpa morbidamente calata sulle spalle e sulle braccia. Burberry ha portato in passerella la versione maxi con le iniziali ricamate. Lo stile a mantella, a sua volta, è estremamente personalizzabile. La sciarpa può essere chiusa con una spilla, bloccata alla vita con una cintura o addirittura fermata con un'altra sciarpa, più piccola, da utilizzare come fusciacca per sottolineare il punto vita.
Per chi ama le sciarpe sottili, in cotone o cachemire leggero, il nodo «infinity» è il più adatto. Come si ottiene? Mettete la sciarpa al collo, facendo coincidere la metà della sua lunghezza con la nuca, prendete quindi i due lembi e fate un doppio nodo alle estremità. Adesso, incrociando i lati, mettere il nodo dietro la nuca e nascondetelo tra i drappi. E il gioco è fatto.
Se avete dei fazzoletti piccoli, invece, portateli al collo in stile Audrey Hepburn in Vacanze Romane o sbizzarritevi in una serie di nodi e create una collana un po' particolare. Il fazzoletto corto, arrotolato un po', è perfetto anche come braccialetto o come cavigliera o, perché no, portato sulla coscia sopra i jeans, in stile k-pop.
Se vi hanno regalato un foulard ampio, le varianti sono a decine. Annodatene due estremità, portatele dietro al collo e poi indossate la seta come se fosse un top. L'effetto schiena nuda è perfetto per chi cerca un look semplice, veloce e raffinato dopo una giornata al mare. Oppure arrotolatelo fino a creare una lunga striscia di seta e utilizzatela per nascondere il ferma coda o per arricchire una treccia. E ancora, anziché nei capelli, infilatela nei passanti dei jeans per creare una cintura morbida da annodare o chiudere con un fiocco. Avete dimenticato la borsa a casa? Annodando le estremità del vostro foulard potrete creare un porta tutto super leggero e, soprattutto, estremamente capiente.
Brand a confronto: le stampe iconiche di Hermès

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Quando si parla dei foulard di Hermès non è raro sentire menzionare il termine «opera d'arte».
Più che un quadrato in seta, il carré è diventato un capo di culto. Questo accessorio, sinonimo di lusso ed eleganza, nasce oltre 80 anni fa, quando Robert Dumas, socio e genero di Emile Maurice Hermès gli propone di personalizzare le loro sciarpe in seta. Come? Trattandole come una tela bianca su cui rappresentare scene sempre diverse. Così nasce il primo foulard dal titolo «Jeau des Omnibus et Dames Blanches», ispirato a un gioco da tavolo della Francia di fine 800. Originariamente l'immaginario del carré prendeva ispirazione dal mondo equestre e dalla caccia per evolvere poi verso animali, arti e molto altro. Lo scorso anno questo incredibile accessorio è stato celebrato con l'apertura di una serie di «carré bar» dove era possibile vedere gli artigiani all'opera.
Da quando è stato creato il primo foulard sono nati più di 2.000 disegni, ognuno dei quali è composto da almeno cinquanta colori (da una base di 75.000 tinte) e apparterrà a una delle collezioni semestrali della maison. Ogni copia viene conservata nella «carréothèque», mentre nei suoi punti vendita viene venduto un foulard ogni 30 minuti. Il più amato? «Gala Brides», nato negli anni 50 e sfoggiato da star del calibro di Audrey Hepburn, Marilyn Monroe ed Elizabeth Taylor.
La bellezza di questo quadrato di seta è che con i suoi 90 x 90 centimetri può essere declinato e diventare un accessorio perfetto per ogni occasione: legato nei capelli può essere fascia, cerchietto o ferma coda. Al collo può essere semplicemente annodato o intrecciato sotto il colletto di una camicia. E ancora, legato al polso o alla caviglia diventa un prezioso, al pari di un bracciale. Per le più attente ai dettagli fashion, il must è intrecciarlo sul manico della borsa o semplicemente annodarlo alla propria Birkin.
Brand a confronto: i quadretti storici di Burberry

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Il marchio Burberry, creatore di una delle più iconiche sciarpe al mondo, attribuisce la nascita del loro accessorio più venduto a un fortunato incidente.
Siamo nel 1920 quando la casa di moda inglese crea la stampa tartan che lo renderà riconoscibile in tutto il mondo, ma ci vorranno 40 anni prima che diventi un'icona. Il motivo beige con accenti rossi, neri e bianchi è infatti inizialmente relegato a fodera per il loro capo best seller, il trench coat (che deve il suo nome all'uso che ne facevano gli ufficiali nella Prima guerra mondiale). Nel 1967, quando il manager della boutique parigina del marchio decide di rivelare il «check della casa» per fare più colore a una vetrina, la risposta entusiasta del pubblico - forse stanca di tutto quel khaki - porta Burberry a iniziare la produzione di accessori con la loro stampa. Prima arrivano gli ombrelli (che vengono venduti a centinaia) e poi finalmente la sciarpa di cashmere che ancora oggi risulta uno dei capi più amati e venduti. Negli anni Settanta e Ottanta possedere una sciarpa con il check è un vero e proprio status symbol e per le strade di Londra si vedono centinaia di giovani dell'alta borghesia vestiti Burberry. Negli anni Novanta e gli inizi degli anni Duemila però la fama della sciarpa inizia a calare - specialmente negli Uk - e l'accessorio che un tempo era sinonimo di ricchezza diventa preda dello street style. È solo negli ultimi anni, con il ritorno del logo, e il lavoro di «rebranding» portato avanti dall'ex direttore creativo Christopher Bailey che la sciarpa check è tornata a essere amato.
Ogni sciarpa viene prodotta in Scozia, presso uno stabilimento tessile a conduzione familiare. Il cashmere viene tinto fino a sei ore per fargli quel colore ricco che vediamo. Viene poi pettinato e lavorato per aggiungere gli altri accenni di colore. Il lavaggio nelle acque del fiume Lossie infine rimuove l'olio residuo della tessitura e un'ulteriore spazzolata le conferisce morbidezza e lucidità. Insomma dietro questo «status symbol» c'è un processo unico nel suo genere.
Il ritorno del guanto: Virgil Abloh (Vuitton) si ispira al look di Michael Jackson
A far tornare sulle passerelle il re del pop Micheal Jackson ci ha pensato Virgil Abloh, direttore artistico per la linea uomo di Louis Vuitton.
Durante l'ultima settimana della moda a Parigi, l'invito alla sfilata del prestigioso marchio francese era una fedele riproduzione del noto guanto bianco ricoperto di paillettes indossato da Micheal nel 1983 durante il live di Billie Jean. Il creativo - guai a definirlo stilista - ha voluto fare riflettere il pubblico sull'immagine del «re del pop», capace di trasformare anche il più semplice dei capi in qualcosa di unico e speciale.
Ecco allora che un accessorio come i guanti diventa un dettaglio di stile imprescindibile per l'uomo e la donna moderni. Già proposti in tinte sgargianti per la prima collezione firmata Abloh, ora si arricchiscono di punti luce e motivi che rimandano alla capitale francese, storica dimora di Louis Vuitton.
Ma non è solo la maison parigina ad aver riportato i guanti in passerella. Questo accessorio, per anni ignorato e utilizzato solo come rimedio contro il freddo è oggi tornato a essere un simbolo «fashion». Ecco allora che i guanti arrivano al gomito e vengono declinati in decine di tessuti diverse, dal tulle alla seta, fino alla pelle. Ma non pensiate che questo accessorio sia da indossare solo in occasioni speciali. Jeans, tshirt e un comodo cappotto vengono arricchiti da guanti coloratissimi, spesso in tinte fluo.
In fondo, basta seguire la lezione di Micheal Jackson. Anche il più insignificante degli accessori può diventare speciale, basta indossarlo con stile.







