2023-06-10
Zuckerberg si scusa per la censura: «Sul Covid la scienza aveva torto»
Il creatore di Facebook ammette: «Abbiamo oscurato anche informazioni vere».Non è stato soltanto un mea culpa, quello di Mark Zuckerberg riguardo la censura che il suo Facebook ha inflitto sui temi che infiammano l’opinione pubblica. È stata anche l’ammissione, attestata da colui che sui big data ha costruito un impero, che l’algoritmo non è capace di gestire la complessità. L’occasione per parlare di bavaglio è emersa durante la lunga intervista che Lex Fridman, ricercatore russo-americano esperto di Intelligenza artificiale (Ia) al Massachusetts institute of technology (Mit), ha organizzato con il fondatore e presidente di Facebook, concedendosi anche quelle domande scomode cui ormai i media tradizionali hanno rinunciato. «Cosa si può considerare disinformazione e cosa no?», ha chiesto Fridman. A domanda secca, risposta disarmante: «Ci sono alcuni argomenti», ha replicato Zuckerberg, «che sono considerati unanimemente pericolosi dalla comunità, ad esempio la pedofilia, il terrorismo o la violenza. Poi ci sono altri temi su cui la società dibatte. Ad esempio il Covid: a inizio pandemia c’erano reali implicazioni per la salute», ha spiegato il ceo di Facebook, «ma non c’è stato il tempo di esaminare completamente la vastità delle ipotesi scientifiche che sono emerse. Sfortunatamente, penso che una buona parte dell’establishment in un certo senso si sia confuso su numerosi elementi fattuali e abbia chiesto di censurare moltissime notizie che, ex post, si sono rivelate quantomeno discutibili se non addirittura vere. Questo alla fine ha logorato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni». Un’ammissione rilasciata con totale nonchalance, come se la ripetuta violazione del Primo emendamento della Costituzione americana (che sancisce la libertà d’espressione) attraverso la sospensione di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo potesse scivolare via come l’acqua. Una censura che ha colpito indistintamente privati cittadini ma anche personalità come Donald Trump e perfino autorevoli scienziati come Martin Kulldorf, Tom Jefferson e Carl Heneghan.Ne sa qualcosa anche l’epidemiologo Jay Batthacharya, professore a Stanford e primo firmatario della Great Barrington declaration (Gbd), che nel 2020 aveva dimostrato che le decisioni draconiane suggerite dagli Usa a tutto il mondo per contrastare il Covid non erano «l’unica soluzione». La pagina della Gbd è stata chiusa da Facebook il giorno dopo la sua apertura, il 4 febbraio 2021, per «violazione degli standard della community». Poi è stata ripristinata, ma ormai il danno d’immagine era fatto. «Sono contento di vedere finalmente un po’ di umiltà», ha commentato Batthacharya. «Zuckerberg è stato esecutore della propaganda di governo durante la pandemia. Il suo è stato un regime di censura, in cui le falsità erano consentite e la verità censurata». Il bavaglio continua, ma l’algoritmo Zuckerberg continua a non saperlo gestire. «Come distinguete i fatti dalle opinioni?», gli chiede Fridman. «È complicato», risponde vago il ceo di Facebook. Anziché verificare se un’informazione è corretta o no, «noi siamo pratici: ci limitiamo a domandarci se quell’informazione causa danni alle persone o no». La puntuale replica di Fridman sull’eventuale pericolosità dei vaccini è liquidata da Zuckerberg con un laconico «è difficile». «Abbiamo introdotto la possibilità di scegliere se avvalersi del fact cheking o no», ha annunciato Zuck, «ma se il contenuto viola le nostre policies non è consentito pubblicarlo». Non ci si poteva aspettare una risposta diversa, da chi ha costruito sul sistema binario «sì/no» la sua fortuna.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.