2023-01-05
Pudore a scoppio ritardato per Giulietta e Romeo: «Risarciteci per il nudo»
Olivia Hussey e Leonard Whiting in «Giulietta e Romeo» di Franco Zeffirelli (Paramount)
I protagonisti del film di Franco Zeffirelli dopo 55 anni chiedono 500 milioni di dollari di danni alla Paramount: «Eravamo adolescenti, siamo stati sfruttati. Ora soffriamo d’ansia».«Zeffirelli abusò di noi». Colpetto con la mano sulla fronte e sospiro liberatorio: avevano il nodo al fazzoletto da 55 anni ma non ne ricordavano il motivo. Scavando nelle grotte del Metoo si arriva alla preistoria del cinema e tutto può succedere, anche che due anziani attori dimenticati come Olivia Hussey e Leonard Whiting rammentino rispettivamente a 71 e 72 anni di avere subito violenza psicologica sul set di Giulietta e Romeo nel 1968. E decidano di portare in tribunale la Paramount, major produttrice del film, chiedendo un risarcimento di 500 milioni di dollari. È ciò che sta avvenendo nel meraviglioso circo globale di Hollywood dove i vuoti di memoria possono durare più di mezzo secolo.Al centro della causa milionaria c’è una scena di nudo girata quando erano adolescenti (lei 15 anni, lui 16), momento clou della pellicola che li ha lanciati, resi famosi e ha caratterizzato la loro non entusiasmante carriera. Secondo Hussey e Whiting, nel giorno del ciak con i quattro minuti in camera da letto il regista di culto Franco Zeffirelli (morto nel 2019, quindi impossibilitato a difendersi) aveva promesso che avrebbe fatto «indossare loro indumenti intimi color carne», disattendendo poi l’impegno «perché altrimenti il film sarebbe stato un fiasco e la loro carriera ne avrebbe risentito». Risultato: il tenero abbraccio - che oggi non farebbe alzare il sopracciglio neppure a un monaco in preghiera solitaria sul monte Athos - avvenne al naturale «solo con il trucco sul corpo e l’assicurazione che la telecamera sarebbe stata posizionata in modo da non mostrare nudità». Allora bellissimi nei panni dei due rampolli innamorati dei Montecchi e dei Capuleti, Hussey e Whiting dicono di essere stati gabbati a loro insaputa; in effetti si vedono di sfuggita un seno femminile e un deretano maschile. Motivo, questo, che li ha indotti il 30 dicembre scorso a portare la faccenda alla Corte superiore della contea di Los Angeles per presunti abusi sessuali, molestie sessuali e frode. Poiché il film è visibile sulle piattaforme streaming, accusano la Paramount di sfruttarli sessualmente «e di distribuire immagini di nudo di ragazzi adolescenti», come scrive la rivista Variety. A causa dell’antico sopruso i due attori avrebbero sofferto di «danni emotivi e ansia, angoscia mentale e disagio», perdendo nel mezzo secolo successivo molte opportunità di lavoro.Tutto ciò è singolare perché subito dopo l’uscita del film (che fu un successo planetario e all’epoca incassò 40 milioni di dollari solo negli Stati Uniti) la polemica sulla scena di nudo fra i protagonisti adolescenti tenne banco; per assurdo, a Giulietta-Hussey fu proibita la visione in quanto la pellicola era vietata ai minori. Allora l’attrice commentò con ironia: «Mi viene impedito di guardare qualcosa che vedo nello specchio ogni giorno». Nel 2018 in un’intervista sempre lei difese quella scelta: «Nessuno della mia età l’aveva mai fatto prima, ma era necessaria per il film», aggiungendo che Zeffirelli l’aveva girata con gusto. Allora Romeo e Giulietta si aggiudicò due premi Oscar (miglior fotografia e costumi) e tre Golden globe, due dei quali finirono nel soggiorno dei protagonisti come migliori attori debuttanti. Era il miglior trampolino di lancio per due stelline ed era un altro mondo: c’era la guerra del Vietnam e Neil Armstrong non aveva ancora passeggiato sulla Luna. La Hussey avrebbe avuto una carriera media, interpretando Maria nel Gesù di Nazareth sempre con Zeffirelli (non doveva essere particolarmente offesa), poi Assassinio sul Nilo, un paio di horror e il remake di Ivanhoe. Whiting si è dedicato al teatro e ha cantato un brano con gli Alan Parsons Project. Entrambi inglesi, entrambi attori-bambini con una certa gavetta alle spalle prima del film oggi incriminato. Tutto ciò è paradossale in un’epoca in cui gli adolescenti sono un target pubblicitario e vengono esibiti come testimonial, strumentalizzati come soggetti politici (c’è chi chiede il voto per i sedicenni), perfino pittati da sciantose su riviste patinate per dimostrare l’esistenza del terzo sesso. Per loro nessun trauma.Nel sabba sociale che tende a decontestualizzare anche Cristoforo Colombo, la vicenda è spinosa. Tony Marinozzi, manager dei due attori, spiega: «Si sono fidati di Zeffirelli. A 16 anni, come attori, hanno deciso che non avrebbe violato la fiducia che avevano. Franco era loro amico e allora non c’era nessun #MeToo». Mentre la Paramount tace, travolta dall’uppercut arrivato dal trapassato remoto, l’avvocato Solomon Gresen sottolinea che «le immagini di nudo di minori sono illegali e non dovrebbero essere esibite. Negli anni Sessanta Hussey e Withing erano piccoli e ingenui, non avevano alcuna comprensione di ciò che stava per colpirli. All’improvviso sono diventati famosi a un livello che non si sarebbero mai aspettati». Sono crucci. Così da nonni hanno deciso di chiedere 500 milioni di risarcimento piuttosto che applicare il diritto all’oblio. Quello che il pubblico aveva esercitato nei loro confronti.
Jose Mourinho (Getty Images)