2021-03-21
Vogliono fare il processo a Salvini. Lui: «Ho difeso i confini del Paese»
Francesco Lo Voi, il procuratore di Palermo citato nel Sistema di Luca Palamara, chiede il rinvio a giudizio dell'ex ministro dell'Interno per la vicenda Open arms, la nave di migranti che ha rifiutato tutte le offerte di aiuto.La distrazione fa brutti scherzi. Un anno fa il Comune di Palermo non si costituì parte civile nel processo «Cupola 2.0» con 46 condanne a boss e gregari di Cosa nostra, perdendo i risarcimenti come ente danneggiato. Leoluca Orlando si è rifatto in quello Open arms, molto più mediatico, dove è in prima fila contro Matteo Salvini in rappresentanza della «città dei diritti», esclusi quelli contro i mafiosi. ll paradosso è l'ultimo segnale di un processo a sfondo politico al leader della Lega, che ha sostituito Silvio Berlusconi come nemico pubblico della sinistra giustizialista. E che anche in questa occasione ripete la sua filosofia comportamentale: «Ho difeso i confini del mio Paese e ho svegliato l'Europa, una linea fatta propria anche dal governo successivo. Se ne devo pagare le conseguenze lo faccio a testa alta». La giornata nell'aula bunker dell'Ucciardone va secondo previsione: al termine dell'udienza preliminare il procuratore Francesco Lo Voi chiede il rinvio a giudizio per l'ex ministro dell'Interno per avere «illegittimamente negato lo sbarco» a 147 migranti soccorsi dalla Ong spagnola nell'agosto 2019. L'accusa di sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio è supportata dalle parole del capo della Procura: «Non vedremmo come non si possa chiedere il rinvio a giudizio. Il contratto di governo di cui parla Salvini non prevedeva il blocco indiscriminato degli sbarchi». Nella frase starebbe la differenza fra caso Open arms e caso Gregoretti (a Catania l'accusa ha chiesto l'archiviazione): non offrendo un approdo sicuro, qui Salvini sarebbe andato oltre l'atto politico da ministro. «Il presidente Giuseppe Conte si è espresso in maniera chiarissima» prosegue Lo Voi, «sul fatto che la responsabilità dell'atto amministrativo di concessione del Pos, il porto di sbarco, risalisse alla competenza esclusiva del ministero dell'Interno».Le tesi accusatorie sono sostenute da un magistrato con un importante passato in Eurojust a Bruxelles, a capo dell'agenzia europea per la cooperazione giudiziaria fra Stati membri. E l'Europa ha sempre criticato i comportamenti di Salvini. Lo Voi compare anche nel libro Il Sistema, di Luca Palamara e Alessandro Sallusti, nel capitolo dedicato alla corsa per la procura di Palermo vinta su Guido Lo Forte e Sergio Lari (nonostante fosse meno titolato degli altri due, a detta di Palamara) fra ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. E l'intervento dell'ex procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone. Poiché negli ultimi due mesi sono cambiati tutti gli scenari parlamentari, è singolare che l'accusatore numero uno sia Conte, il leader in pectore del Movimento 5 stelle, oggi al governo con Salvini. E lo è ancora di più un dettaglio che potrebbe avere un certo peso nelle prossime scelte politiche: ministro della Giustizia è Marta Cartabia, per la quale si parla di una possibile scalata al Quirinale. Con quale spirito la Lega appoggerebbe il nome in caso di condanna? Tornando sulla Open arms, la difesa rappresentata da Giulia Bongiorno vede la faccenda in maniera opposta rispetto a Lo Voi. «La richiesta del procuratore è disancorata dalla realtà dei fatti, oggi sono state citate le carte in maniera parziale e fuorviante. Non si può contestare il sequestro se io sono in una stanza e poi mi si aprono tre o quattro porte, ma io continuo a stare lì perché ne voglio una quinta». È il nodo della faccenda, il ventre molle dell'accusa. Open arms si rifiutò di sbarcare i migranti su una motovedetta maltese (La Valletta era disposta ad accettarne 39) e di fare rotta verso la Spagna dopo che le autorità avevano assegnato alla nave un porto di sbarco ad Algesiras. Il comandante Marc Reig Reus preferì stazionare nel Mediterraneo per settimane aprendo un braccio di ferro con l'Italia, forse in preda alla sindrome da Carola Rackete. Mentre denunciava la situazione allarmante a bordo, rifiutava tutte le offerte di aiuto. Anche una seconda di Madrid, con destinazione Palma di Maiorca, scortato dalla Marina militare italiana. Come se volesse creare l'incidente diplomatico con il nostro Paese. Un'accusa simile al capitano è contenuta in una mail del Centro coordinamento del soccorso di Malta: «Nonostante gli avvertimenti continuate a bighellonare nel Mediterraneo pur essendo informati che Malta non sbarcherà i migranti. Avete intenzionalmente continuato a procrastinare per mettere pressione su uno Stato sovrano. Se aveste proceduto verso il vostro porto d'origine sareste già sbarcati». Quanto all'estraneità dell'ex premier Conte come se stesse passeggiando sulla luna, è una dichiarazione spontanea di Salvini a riportare le sue responsabilità sulla terra: «Il mio comportamento risponde all'adozione del decreto Sicurezza bis che prevedeva il potere di disporre il divieto d'ingresso, transito e sosta nel mare territoriale nazionale. Si trattava di provvedimenti adottati di concerto con il ministro della Difesa e dei Trasporti, informandone il presidente del Consiglio». Il processo è aggiornato al 17 aprile. Per dirla alla maltese, vedremo chi continua a bighellonare.