2019-07-03
Vincent condannato a morte perché disabile
Sono iniziate le procedure per togliere alimentazione e idratazione a Vincent Lambert. La Francia ignora gli appelli della famiglia, del Papa e pure delle Nazioni Unite. E decide di proseguire nell'assassinio di un uomo colpevole solo di essere «superfluo».Ai condannati a morte, di solito, si cerca almeno di risparmiare la sofferenza. Li si uccide con un'iniezione letale, o al peggio con la camera a gas. Tra l'altro, esclusi i clamorosi errori giudiziari, chi va incontro alla pena capitale si è macchiato di crimini gravissimi e orrendi. Vincent Lambert, invece, è colpevole soltanto di essere un disabile grave. Per questo motivo lo Stato francese ha deciso che deve crepare. E in che modo, poi. Lo prenderanno per fame e per sete. Gli toglieranno non le cure - come dicono mistificando la realtà - ma l'alimentazione e l'idratazione. Come la diciassettenne Noa Pothoven, Vincent si spegnerà lentamente, provato dagli stenti. Solo che Noa era giovanissima e bella, Lambert invece è un handicappato che storce la bocca ed è bloccato in un letto, motivo per cui non suscita commozione. Di lui, povero rifiuto umano, non hanno pietà. Il suo medico, Vincent Sanchez, invece di curarlo, vuole ammazzarlo, e si è premurato di farlo sapere ai famigliari di Vincent tramite email. Avete presente quando venite informati per via telematica che vi è stato recapitato un pacco o che non avete pagato una rata? Ecco, il papà e la mamma del quarantaduenne francese hanno appreso così che il loro bambino morirà. Anzi, che verrà ucciso. Il fatto è che Vincent non è un attivista pro eutanasia, come ad esempio Dj Fabo. Soprattutto, non è un malato terminale né un vegetale. Sappiamo che respira e deglutisce da solo, senza l'ausilio di macchinari tecnologici. Il suo cuore, per battere, non ha bisogno di complesse apparecchiature. Sostengono che non abbia coscienza. Ma la coscienza rimane un grande mistero, per ora impossibile da indagare. Dobbiamo dedurne, insomma, che Vincent Lambert non è un moribondo. È un disabile. Gode dell'amore incondizionato dei suoi genitori, e lui piange come un bambino quando la mamma gli passa un dito sulla guancia. E allora domandatevi: perché insistono così tanto per farlo fuori? Vincent occupa un letto in una struttura sanitaria, quindi per somministrargli le cure bisogna spendere dei soldi. E forse è questo che infastidisce così tanto le autorità francesi. Non si è mai visto uno Stato, non si è mai visto un governo che abbia così tanto brigato per far morire un cittadino. L'esecuzione di Lambert era stata bloccata, qualche mese fa, dall'intervento di una Corte parigina. Ma l'esecutivo transalpino ha presentato ricorso, si è mosso con tigna affinché il fardello sgradito venisse eliminato. Così, alla fine, le autorità hanno ottenuto soddisfazione. Nonostante gli appelli del Papa, nonostante la richiesta delle Nazioni Unite. Già, la Francia se n'è fregata pure dell'Onu, che aveva chiesto mesi di tempo per esaminare a fondo il caso di Lambert. Adesso, infine, ecco il medico sciagurato che s'appresta con gaudio a togliere acqua e cibo al più debole dei deboli, a un uomo che non può difendersi né rispondere né gridare per salvarsi. Noi continuiamo a sperare in un miracolo, vogliamo credere che qualcosa, all'ultimo secondo, possa ancora accadere. Perché nell'esatto istante in cui il cuore di Vincent Lambert dovesse smettere di battere, l'umanità compirebbe un lungo passo verso il baratro. Qui non c'entra il dibattito sull'eutanasia, non parliamo di suicidio assistito. Qui c'è un disabile che viene assassinato in quanto superfluo. Se ammazzano lui, possono eliminare centinaia di migliaia di persone nel mondo. Se Vincent muore, l'Europa si suicida.
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