2024-02-28
        «La villa dei Soumahoro coi soldi delle coop»
    
 
        Liliane Murekatete e Aboubakar Soumahoro (Imagoeconomica)
    
Nuove rivelazioni nell’indagine sulla moglie del deputato con gli stivali Liliane Murekatete: avrebbe ricevuto denari non giustificati dalle società per acquistare la casa di Casal Palocco (360.000 euro). Altri tre appartamenti «sospetti» erano stati comprati a Bruxelles.Sulla villetta romana di Liliane Murekatete e del deputato con gli stivali Aboubakar Soumahoro aleggia adesso l’ombra della distrazione dei fondi per i migranti. La signora ha, nel tempo, messo da parte un discreto patrimonio immobiliare, così composto: i sei vani con giardino nella Capitale e tre appartamenti in Belgio.Ma, per gli inquirenti che l’hanno iscritta sul registro degli indagati con l’accusa di bancarotta fraudolenta, frode in pubbliche forniture e autoriciclaggio, potrebbe esserci riuscita anche grazie ai denari che avrebbe sottratto alle cooperative gestite da mamma Marie Terese (Karibu e Consorzio Aid) e di cui lei è stata dipendente con qualifica «dirigenziale» dal novembre del 2018 sino al luglio del 2022, quando ha lasciato il posto di lavoro, proprio nel mese in cui ha firmato il rogito per la casa di Roma.Nonostante buste paga tutto sommato «normali» (35.000, tredicesima compresa, nel 2020; 27.500 nel 2021 e 14.000 nel 2021, quando è diventata disoccupata), la nostra sarebbe riuscita ad acquistare case in serie.Ma vediamo quello che non torna, partendo dalla villetta acquistata a Roma nel 2022, nel quartiere residenziale di Casal Palocco, e di cui è proprietaria a metà con Soumahoro. La donna, nel dicembre del 2021, ha pagato una caparra che è finita sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di finanza, anche perché all’epoca Liliane guadagnava poco più di 2.000 euro al mese e il compagno dichiarava un reddito annuo di 9.150 euro (salito nel 2022 a 22.115 grazie all’ingresso, a ottobre, in Parlamento). Il 22 dicembre di tre anni fa Liliane firma un preliminare di compravendita per un prezzo convenuto di 360.000 euro e versa, come anticipo, un assegno circolare da 32.000 euro. Le Fiamme gialle, a proposito di questo gruzzolo, rimarcano che «tra le varie somme accreditate, di particolare interesse per l’attività investigativa» sono quelle che arrivano dal Consorzio Aid con le causali «pagamento affitti n 9 mensilità e condominio arretrati ufficio Bruxelles» (5.870 euro) e «pagamento bollette arretrate annualità 2018- 2020 ufficio Bruxelles» (5.000 euro). Gli investigatori precisano che la Murekatete non risulta essere stata dipendente o avere avuto cariche sociali in Aid. Inoltre, il consorzio «non possiede sedi all’estero, tantomeno in Bruxelles».A completare la provvista sul conto arrivano 3.000 euro di una cognata, come «regalo matrimonio» e, tra il 21 e il 22 dicembre, vengono registrati «alcuni versamenti cospicui di contante» per un totale di 15.400 euro. La coppia riesce così a saldare l’anticipo e poi completa il pagamento grazie a un sostanzioso mutuo da 264.000 euro.Nell’agosto del 2022, quando la signora è ormai fuori dalla Karibu, riceve altri 2.000 euro a titolo di stipendio che vengono subito girati al notaio. Gli investigatori annotano: «Si rendeva necessario il bonifico della Karibu perché a quella data Liliane Murekatete non aveva sul conto corrente disponibilità sufficiente (saldo attivo di circa 150 euro) a corrispondere il compenso al notaio».Nel 2022 su uno dei due rapporti bancari intestati alla donna erano arrivati anche i proventi di una non meglio identificata vendita immobiliare (68.500 euro) in un Paese extra Ue e ulteriori 2.000 euro da Aid per un presunto «distacco».Liliane ha dichiarato agli inquirenti di possedere tre immobili in Belgio. Due «studi» si trovano a Ixelles, periferia di Bruxelles. Il primo, in una palazzina anonima di cemento e mattoni rossi in rue Hennin, composto da soggiorno, camera da letto, cucina completamente attrezzata, bagno e cantina, sarebbe stato scelto dalla Karibu, come presunta sede belga della coop. Per questo sono stati formalizzati due diversi contratti di locazione: uno da 1.000 euro al mese, firmato nell’agosto del 2014, e uno, siglato quattro anni più tardi, della durata di sei anni, per un canone di 1.300 euro mensili. Mamma Marie Terese avrebbe pure offerto 95.000 euro per acquistarlo.Karibu risulta aver inviato a Liliane almeno due bonifici per gli affitti: uno nel novembre del 2018 da 3.900 euro e uno dello stesso importo nell’aprile del 2019. A giugno del 2020 sono stati pagati 1.663 euro a favore di «Le Provence Hennin». Tra febbraio e settembre 2022, invece, Lilian ha ricevuto 6.400 euro, suddivisi in otto bonifici, da un certo Nikolas S. «per spese e affitto di rue Hennin». Non sappiamo che fine abbia fatto nel frattempo la presunta sede belga della Karibu.Quanto al secondo studio, la coop, tra marzo e luglio del 2019, ha inviato circa 16.000 euro (più 1.000 per il notaio) a una certa Chantal Matis, per sottrarre al pignoramento e alla vendita all’asta l’altro appartamento di proprietà di Liliane, quello in cui risultava risiedere a Ixelles. L’ordinanza di sequestro era del marzo del 2019.«La procedura di vendita pubblica su pignoramento è stata interrotta a seguito del pagamento del creditore e delle nostre spese» ha spiegato il notaio Pol Van de Vannet agli inquirenti. Insomma, di riffa o di raffa, mamma Marie Terese avrebbe contribuito all’espansione immobiliare della figlia.Nella relazione finale del commissario liquidatore di Karibu, Francesco Cappello, le presunte operazioni distrattive a favore di Liliane vengono così conteggiate: 208.900 euro su un conto e 8.900 su un secondo, a cui andrebbero aggiunti 58.574 euro per soggiorni esteri «apparentemente collegati» alla signora e 19.000 euro per altre attività in Belgio.Tra i denari indebitamente versati alla Murekatete dalla Karibu, mentre risiedeva a Bruxelles, ci sarebbero due consulenze da 35.000 euro ciascuna (febbraio e maggio 2018), 10.000 euro di «anticipo container cibo africano», 5.000 euro di spese di viaggio in Ghana, altri denari per un presunto progetto di internazionalizzazione (ma nella causale era inserito il nome della creditrice Matis) e per l’assicurazione della sua autovettura.Nella richiesta di arresto a carico della donna si legge: «In relazione a tali movimenti e alla loro natura distrattiva, deve evidenziarsi che gli incarichi che la Murekatete avrebbe svolto sono indicati in maniera del tutto generica, né sono stati rinvenuti documenti a supporto dei quali si possa evincere oggetto e finalità dell’incarico; risulta del tutto non inerente agli scopi della Karibu il pagamento di canoni di affitto di immobili all’estero; la Karibu ha ricevuto fondi dagli enti locali e dalla Prefettura per far fronte alle spese di gestione e assistenza dei migranti in Italia e non per sostenere costi di progetto esteri».
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