2024-05-18
Via al processo contro Pfizer e Ue
Ursula von der Leyen (Ansa)
A Liegi prima udienza nei confronti dell’ad Albert Bourla e della Von der Leyen per le trattative segrete a colpi di sms (poi cancellati) sull’acquisto dei vaccini anti Covid. Tutto rinviato a dicembre per decidere sul conflitto di competenze con la Procura europea.Ursula von der Leyen non è riuscita a sottrarre alla giustizia belga l’inchiesta Pfizergate che la riguarda e rimarrà «tra color che son sospesi» almeno sino alla fine dell’anno: è questo l’esito della prima udienza a porte chiuse che si è tenuta ieri a Liegi a seguito della denuncia presentata da Polonia e Ungheria, insieme con il lobbista Frédéric Baldan, il presidente del partito francese «Les Patriotes» Florian Philippot e l’associazione Generazioni future contro il presidente della Commissione europea, accusata di corruzione, conflitto d’interessi, interferenza nelle funzioni pubbliche e distruzione di documenti (i famosi sms spariti, che lei e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, si erano scambiati per negoziare in totale segretezza il prezzo dei vaccini anti Covid). L’udienza di ieri era stata convocata per decidere se dovevano essere i pubblici ministeri belgi o la Procura europea Eppo (European public prosecutor’s office) ad avere la competenza sull’indagine Pfizergate. La parte civile aveva depositato la denuncia presso la Procura di Liegi a gennaio 2023, ma già prima, il 14 ottobre 2022, la Procura Ue, diretta dalla Procuratrice rumena Laura Kövesi, aveva annunciato di aver avviato un’indagine sull’acquisizione dei vaccini anti Covid nell’Ue, scaturita dalle pesanti critiche formulate verso Von der Leyen dalla Corte dei conti europea, dalla mediatrice europea e dalla commissione Covid del Parlamento europeo, che aveva convocato, invano, sia lei che Bourla a riferire sui negoziati per l’acquisto dei vaccini.A seguito del laconico annuncio diffuso nel 2022, tuttavia, la Procura europea non ha più fatto sapere nulla e, secondo l’accusa, ha tenuto l’inchiesta nel cassetto; non a caso la procuratrice Kövesi, parlando al canale franco-tedesco Arte non più di due mesi fa, aveva candidamente dichiarato che «al momento, non ci sono imputati». Su cosa ha lavorato, dunque, la Procura Ue per un anno e mezzo? I denuncianti non hanno dubbi: l’intenzione di Eppo è di sottrarre la giurisdizione del caso alla procura belga per proteggere Von der Leyen che, nel frattempo, è l’unica candidata ufficiale a presiedere nuovamente la Commissione Ue e insabbiare l’inchiesta. Ma il colpo non è andato a buon fine: le parti sono convocate il prossimo 6 dicembre e sarà allora che sarà deciso chi deve indagare sul presidente della Commissione europea, la cui posizione resta dunque appesa a un filo: «Per noi, non è candidatile», annuncia Frédéric Baldan.Ieri a Liegi gli accusati si sono presentati con ben dieci avvocati: due in difesa di Von der Leyen, due in difesa di Bourla, e tre ciascuno in rappresentanza di Pfizer e BioNTech. Che nel frattempo, l’altroieri, hanno preso un’altra sberla sul fronte della paternità dei brevetti dei vaccini mRna: Moderna ha vinto la causa presso l’Ufficio europeo dei brevetti (Epo) nella controversia con Pfizer e BioNTech sul suo vaccino contro il Covid 19, e potrà recuperare i profitti della pandemia dai suoi rivali. Non è una sentenza qualsiasi: insieme, Moderna, Pfizer e BioNTech - i principali produttori di vaccini contro il Covid 19 - hanno generato ricavi miliardari dalle vaccinazioni contro il coronavirus, realizzando 73,2 miliardi di dollari solo nel 2022, anche se i prezzi delle azioni di tutti e tre i gruppi farmaceutici hanno subito un duro colpo dopo la fine della pandemia e il brusco calo della domanda di vaccini. Pfizer ha una finestra di nove mesi per presentare ricorso e lo farà, ma nel frattempo dovrà anche affrontare il processo Pfizergate che la vede sul banco degli imputati.Il caso si preannuncia molto complicato. La testata Politico aveva riferito che la Polonia si sarebbe ritirata dalla causa, ma la notizia non è vera. Anche l’Ungheria ha mantenuto la posizione contro Von der Leyen, con il risultato che oggi il presidente della Commissione europea è coinvolto in un procedimento penale in cui ci sono almeno due Stati membri che la perseguono. «Non c’è dubbio», ha dichiarato Frédéric Baldan, «che come candidata non soddisfi più i requisiti, perché non può più difendere autonomamente gli interessi dell’Unione europea». E sarà questo uno degli annunci che i denuncianti formuleranno oggi nel corso della conferenza stampa convocata proprio per mettere uno stop alla campagna elettorale di Ursula von der Leyen: «Secondo i nostri avvocati, il presidente non dovrebbe poter godere dell’immunità, ma se invece così fosse, bisognerà chiederne la revoca», dichiara Baldan.La questione è molto spinosa perché, spiega Baldan, «esiste un codice di buona condotta applicabile ai commissari, c’è una chiara violazione dei Trattati e se questi fossero stati rispettati, Von der Leyen avrebbe già dovuto essere sospesa». Nella fattispecie, l’accusa ha evocato l’articolo 17 comma 3 del Trattato dell’Unione europea, che definisce funzione e ruoli dei commissari Ue, e gli articoli 245 e 247 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue) che stabiliscono i criteri di un’eventuale sospensione dei commissari che hanno commesso errori gravi e di chi ha il diritto di richiedere la sospensione. «Basta leggerli per capire che è vietato ricevere istruzioni da un soggetto terzo, come invece ha fatto Von der Leyen con Bourla. Questo articolo vieterebbe alla commissione di ricevere istruzioni da Pfizer e, se applicato, rende di fatto il contratto sui vaccini non valido e non legale».Di fatto, è come se l’Ue non avesse mai previsto leggi e regolamenti per poter citare in giudizio i membri della Commissione europea, nonostante il precedente del 1999, quando la Commissione guidata da Jacques Santer dovette dimettersi a causa delle malversazioni perpetrate dall’allora commissaria francese Edith Cresson.Nel corso dell’udienza di ieri (un’udienza procedurale, per risolvere le questioni di giurisdizione, immunità e ammissibilità, ndr) il procuratore di Liegi ha deciso di consultare accusa e difesa per chiedere il loro parere riguardo la competenza o meno della Procura europea sul caso. Nelle more, se il presidente della Commissione Ue e il Partito popolare europeo che la candida tirassero dritto e lei riuscisse a essere eletta a metà luglio e a insediarsi a novembre con i nuovi commissari, potrebbe trovarsi nella sgradevole posizione di rappresentare l’Unione europea da indagata. «E questo non è ammissibile», sostiene Baldan, «per questo la sua candidatura deve essere immediatamente ritirata».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.