2025-01-25
Si parte, via ai primi cargo di espulsi dagli Usa
La Casa Bianca mostra la foto dei clandestini imbarcati sui jet: «Promesse mantenute». Trump schiera i Marines sul confine con il Messico e vola nella California dem distrutta dalle fiamme. E sui dazi strizza l’occhio all’Italia: «Vediamo, Meloni mi piace».Una fotografia forte, un po’ come tutto questo avvio di secondo mandato di Donald Trump. Nove uomini in fila, tutti ammanettati e con le catene ben visibili, diretti verso un aereo militare americano. Ad attenderli, soldati statunitensi in mimetica, uno dei quali visibilmente armato. «I voli di espulsione sono cominciati», si legge nella scritta al centro. «Promesse fatte. Promesse mantenute», recita invece la frase in alto. A pubblicare la foto è il profilo X della Casa Bianca, che nel post aggiunge: «Il presidente Trump sta inviando un messaggio forte e chiaro al mondo intero: se entri illegalmente negli Stati Uniti, subirai gravi conseguenze».Nel messaggio non viene chiarita l’origine dei soggetti, che tuttavia la Cnn ritiene siano persone fermate di recente alla frontiera e tenute sotto custodia dalla Border Patrol. Gli immigrati, spiega sempre l’emittente statunitense, vengono generalmente ammanettati prima di salire sui voli di espulsione, ma il ricorso ad aerei militari rappresenta un fatto degno di nota (non mancano, anche in Usa, le polemiche sui costi dei rimpatri). Secondo un funzionario del Dipartimento per la sicurezza nazionale, i primi voli sarebbero partiti giovedì sera dalla base militare di Biggs Army Airfield, in Texas. Come noto, molti dei provvedimenti firmati da Trump in questi pochi giorni dall’insediamento, riguardano proprio la lotta all’immigrazione. Tra le diverse misure, ha fatto e farà tanto discutere l’ordine esecutivo con cui vuole di fatto sospendere lo ius soli, sancito però dal XIV emendamento. E infatti un giudice di Seattle nei giorni scorsi ha bloccato il provvedimento ritenendolo incostituzionale. In ogni caso, il piano è quello di blindare il confine con il Messico. Attraverso la dichiarazione dello stato di emergenza, il dispiegamento di soldati (l’ipotesi in campo è di 10.000 uomini alla frontiera) e l’ordine impartito ai dipartimenti di Giustizia, Stato e Sicurezza interna di «intraprendere tutte le azioni necessarie per respingere, rimpatriare e rimuovere immediatamente gli immigrati clandestini attraverso il confine meridionale degli Stati Uniti». L’ultimo post - relativo a giovedì - pubblicato dall’Immigration and customs enforcement (Ice), emanazione del dipartimento della Sicurezza interna, riporta di 538 immigrati senza documenti arrestati, di cui - secondo Karolin Leavitt, portavoce del tycoon alla Casa Bianca - «un sospetto terrorista, quattro membri della gang Tren de Aragua e diversi individui condannati per reati sessuali contro minori». «L’amministrazione Trump», aggiunge, «ha espulso centinaia di immigrati irregolari tramite voli militari. La più grande operazione di espulsioni di massa nella storia è ormai in corso». Gli arresti sono avvenuti in diverse parti degli Stati Uniti, tra cui Illinois, Utah, California, Minnesota, New York, Florida e Maryland. Tra le città coinvolte, invece, ci sono Buffalo (New York), Chicago, St. Paul, Salt Lake City, San Francisco e Denver.Ieri, intanto, per Trump è arrivato il primo viaggio istituzionale del secondo mandato. Prima in North Carolina, colpita a ottobre dall’uragano Helene (104 i morti), poi in una delle roccaforti dem per eccellenza, la California. Il cui governatore, Gavin Newsom, ha dichiarato di voler guidare la resistenza contro il presidente repubblicano. Nelle settimane passate, durante il pieno dell’emergenza incendi, il tycoon non ha risparmiato critiche contro la gestione della crisi da parte di Joe Biden e della sua vice, Kamala Harris. Parole ribadite anche ieri: «È stata una cosa orribile il modo in cui è stato permesso che le cose peggiorassero, ma sistemeremo le cose», ha detto in riferimento al North Carolina, «abbandonata» e «trattata molto male» dal predecessore. «Avrebbe dovuto essere fatto mesi fa, l’uragano ha avuto luogo quasi quattro mesi fa». «E poi», ha proseguito, «andremo a Los Angeles e daremo un’occhiata a un incendio che avrebbe potuto essere spento se avessero lasciato scorrere l’acqua, ma non l’hanno lasciata scorrere e ancora non l’hanno fatto, per non si sa quale motivo». Qualche ora dopo, Trump ha fatto capire che la California riceverà gli aiuti federali solo se rilascerà i corsi d’acqua. Inoltre, ha anche intimato allo Stato dem di introdurre l’identificazione degli elettori.The Donald, che ieri ha anche tolto la scorta ad Anthony Fauci e ha graziato 23 persone condannate per aver bloccato l’accesso alle cliniche per l’aborto, parlando dal North Carolina, ha espresso perplessità sulla protezione civile americana, accusandola di essere lenta. «Costa tanto e c’è troppa burocrazia», ha affermato, manifestando l’intenzione di riformarla o addirittura sbarazzarsene. «Sarebbe meglio se gli Stati si occupassero della gestione dei disastri naturali», ha anche aggiunto. Poi è tornato di nuovo sul Canada: «Mi piacerebbe molto se diventasse il cinquantunesimo Stato Usa». E alla domanda di un corrispondente Mediaset, il quale chiedeva al presidente come si comporterà con l’Italia per quanto riguarda i dazi, è arrivato un altro apprezzamento al nostro primo ministro: «Meloni mi piace molto, vediamo che cosa succede!». La rivoluzione trumpiana è iniziata e se il bilateralismo sarà davvero la chiave delle sue politiche l’Italia potrà godere di una posizione privilegiata.
Jose Mourinho (Getty Images)