2023-02-22
Oggi vertice tra Lavrov e Wang Yi. «Xi presto andrà in visita a Mosca»
I ministri discuteranno il piano di pace di Pechino, che sarà pubblicato dopodomani.Proseguono i movimenti di Pechino nel complesso quadro della crisi ucraina. Il responsabile esteri del Partito comunista cinese, Wang Yi, incontrerà oggi a Mosca il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov: un vertice in cui i due dovrebbero parlare (anche) del piano di pace per il conflitto ucraino, che è stato elaborato dalla Repubblica popolare e che - stando a quanto riferito dal Financial Times - sarà reso pubblico dopodomani. Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non è tuttavia escluso che possa esserci anche un faccia a faccia con Vladimir Putin. «Le relazioni sinorusse hanno un carattere maturo: sono solide come una roccia e resisteranno a qualsiasi prova in una situazione internazionale in mutamento», ha detto ieri Wang al segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev. D’altronde, il Wall Street Journal ha rivelato che Xi Jinping starebbe pianificando una visita nella capitale russa nei prossimi mesi, «per promuovere colloqui di pace tra le parti». Ricordiamo che, a dicembre, il capo del Cremlino aveva invitato il presidente cinese a recarsi in Russia in primavera. Tutto questo, mentre il ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, ha reso pubblico ieri il Global security initiative concept paper: un documento che presenta i principi tramite cui la Repubblica popolare sostiene di voler promuovere la sicurezza e la stabilità dello scacchiere internazionale. Secondo questa carta, Pechino intende «sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite per migliorare la prevenzione dei conflitti e sfruttare appieno l’architettura di costruzione della pace per assistere gli Stati postbellici nella realizzazione della pace». I cinesi dichiarano inoltre di «sostenere fermamente l’opinione diffusa, secondo cui “una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta”». Parole, queste, che possono essere indirettamente lette in riferimento alla Russia (che ieri ha annunciato la sospensione del trattato New Start) e al conflitto in Ucraina: conflitto che, nella carta, viene citato una sola volta. In particolare, Pechino afferma di «supportare la soluzione politica delle questioni critiche, come la crisi ucraina, attraverso il dialogo e la negoziazione». Grande attenzione viene inoltre riservata all’Africa e al Medio Oriente: aree su cui, soprattutto negli ultimi anni, la Repubblica popolare ha rafforzato la propria influenza economica e politica. Più in generale, il documento ripropone alcuni (presunti) capisaldi della politica estera cinese, come la centralità delle Nazioni Unite e il principio di non interferenza. Andrebbero, a tal proposito, tuttavia ricordate almeno due cose. Primo: Pechino è riuscita negli anni ad aumentare la propria influenza politica in seno alle agenzie Onu (si pensi soltanto all’Oms). Secondo: sulla non interferenza ci sarebbe qualcosa da eccepire (si pensi ai missili cinesi consegnati alla Serbia l’anno scorso o alla strategia del debito che il Dragone usa per ottenere leva politica soprattutto in Africa e Medio Oriente). Come che sia, la posizione del Dragone sul dossier ucraino al momento resta ambigua. Secondo gli Usa, i cinesi starebbero considerando l’ipotesi di fornire «sostegno letale» alla Russia. Pechino, dal canto suo, ha espresso negli ultimi mesi delle preoccupazioni su come Mosca sta conducendo le operazioni belliche, dicendosi inoltre contraria all’uso delle armi nucleari. Comunque finora la Repubblica popolare si è ben guardata dal condannare l’invasione russa dell’Ucraina e ha intensificato la cooperazione militare con Mosca.
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