2020-03-20
Verso una stretta alle folle per la spesa. E già due Regioni dispiegano i militari
Il Viminale: «Stiamo facendo studi sui rischi nei supermarket». Esercito in Campania e Sicilia. Continuano le ordinanze fai da te.Il ministro dell'Istruzione: «Sicuramente la serrata sarà oltre il 3 aprile». E c'è il nodo delle maturità.Lo speciale contiene due articoli.Stavolta la chiusura rischia di essere a doppia mandata. Il governo sta infatti valutando lo stop dei supermarket. A confermarlo è il viceministro dell'Interno Matteo Mauri: «Bisogna capire se la limitazione degli orari porti poi a una concentrazione di persone, stiamo facendo degli studi approfonditi sul rischio di non rispettare la distanza di sicurezza». Un effetto boomerang che spiega bene il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. «Comprimere troppo gli orari dei negozi di alimentari», ha affermato l'ex pm d'assalto di Catanzaro, «potrebbe produrre il risultato opposto che le persone si assembrano tutte negli stessi orari per fare la spesa. Credo che gli alimentari debbano stare aperti dalla mattina all'imbrunire per consentire anche a chi sta lavorando di poter fare la spesa». Dubbi che non hanno toccato, invece, il collega di fascia tricolore Modesto Lamattina, sindaco di Caggiano (Salerno) che, con appena 2.600 abitanti, è uno dei cinque comuni «canaglia» della Campania. Lamattina ha deciso di chiudere alimentari e farmacia senza pensarci due volte. I cittadini - c'è scritto nell'ordinanza che ha firmato nella giornata di mercoledì - dovranno «contattare telefonicamente gli esercenti per la richiesta di spesa o farmaci che potranno ritirare esclusivamente all'esterno delle strutture all'orario concordato con il negoziante e con il farmacista i quali sono tenuti a programmare le consegne in modo da evitare qualsiasi forma anche minima di assembramento esterno all'ingresso». E, proprio in Campania, ieri sono arrivati alcuni contingenti dell'Esercito che affiancheranno le forze dell'ordine nei controlli sul territorio per il rispetto dei divieti così come richiesto dal governatore Vincenzo De Luca. Scenario analogo in Sicilia dove una parte dei soldati di stanza sull'isola sarà da oggi impiegata nelle pattuglie di vigilanza urbana e nei punti di arrivo dei passeggeri. Ai militari si sono appellati anche i sindaci di Civitavecchia e di Giulianova. E il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha dato «piena disponibilità all'uso dei militari». Com'è difficile trovare un punto di equilibrio tra la posizione di Palazzo Chigi, che tentenna ancora sul divieto assoluto di attività fisica, e il lockdown completo invocato a gran voce dalle Regioni del Nord. Non a caso, il governatore del Veneto Luca Zaia ieri ha preannunciato una propria ordinanza restrittiva se non arriverà quella dell'Esecutivo. Un po' come fatto dalla Campania nei giorni scorsi e dalla Valle d'Aosta, dall'Emilia Romagna, dal Friuli Venezia Giulia nella giornata di ieri. «Abbiamo delle foto di via Garibaldi a Venezia di stamane e raccontano di passeggiate di comunità, che non sono assolutamente in linea con il tema dello stare a casa, di stare attenti al contagio e di avere prudenza», ha attaccato il leghista. Esagerazione? Per il vicepresidente della Croce Rossa cinese, Sun Shuopeng, in conferenza stampa con il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana assolutamente no. «Qui non avete misure abbastanza severe, c'è gente in strada e i trasporti pubblici funzionano. Bisogna fermare tutte le attività economiche, tutti devono stare a casa, tutti devono dare il loro contributo», ha detto. L'esempio - suggerisce - è quello di Wuhan, dove «gli ospedali hanno potuto iniziare a trattare i pazienti e ridurre il numero delle persone ammalate un mese dopo aver adottato il blocco completo». Fontana ne ha parlato ieri pomeriggio con il premier Giuseppe Conte, e si attendono decisioni in merito. Intanto, c'è chi fa prima (e meglio) da solo. Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha infatti deciso di vietare su tutto il territorio comunale passeggiate e sport. «Nonostante i ripetuti inviti a stare in casa, ed a spostarsi solo se strettamente necessario, abbiamo accertato casi di persone che hanno organizzato un falò sulla spiaggia, che hanno messo la musica in piazza per ballare come se fossero ad una sagra di paese, o che si radunavano per svolgere attività sportiva», si è lamentato il primo cittadino. «Evidentemente le drammatiche immagini che giungono dalle città del Nord gravemente colpite dal contagio non sono sufficienti a fare desistere i messinesi da condotte egoistiche e venate da una superficialità che non può trovare alcuna giustificazione». Provvedimenti analoghi si sono registrati anche a Tarquinia (Viterbo) dove il sindaco Alessandro Giulivi ha ricordato che «gli italiani hanno bisogno di misure drastiche»; e a Burolo (Ivrea) col sindaco Franco Cominetto che ha vietato finanche l'uso delle panchine. «Visti i numerosi casi di violazione dei divieti di spostamento», si legge nell'ordinanza del primo cittadino, «e a detta degli stessi trasgressori della difficoltà interpretativa dei divieti nazionali, abbiamo ritenuto di adottare specifiche misure volte al contenimento della diffusione del coronavirus». Contenimento a cui è ispirata anche l'ordinanza, firmata dal presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, relativa all'istituzione della zona rossa per sei Comuni abruzzesi, cinque in provincia di Teramo (Castel Messer Raimondo, Arsita, Bisenti, Montefino e Castilenti) e uno in quella di Pescara (Elice). Situazione più che mai critica, a quelle latitudini. L'ospedale di Pescara è giunto al limite, e ha chiesto lo stop a nuovi ricoveri per almeno due giorni.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/verso-una-stretta-alle-folle-per-la-spesa-e-gia-due-regioni-dispiegano-i-militari-2645538594.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="dalla-azzolina-una-gelata-sulle-scuole-non-sappiamo-quando-riapriranno" data-post-id="2645538594" data-published-at="1758061836" data-use-pagination="False"> Dalla Azzolina una gelata sulle scuole: «Non sappiamo quando riapriranno» Calma e gesso. Ancora tutti chiusi per vincere la guerra contro il Coronavirus. E infatti di ieri la conferma: la chiusura delle attività e delle scuole di ogni ordine e grado nonché delle Universita è prorogata a dopo il 3 aprile. Nessuna previsione certa sul rientro in aula. Il premier Giuseppe Conte lo ha fatto capire sul Corriere e la ministra dell'istruzione Lucia Azzolina l'ha confermato nel giorno in cui i positivi al Covid-19 nel nostro Paese hanno superato quota 33.000. Il primo segnale che si andasse in questa direzione era arrivato due giorni fa quando dal ministero era partita una nota per dire agli insegnanti che cosa devono essere esattamente le lezioni a distanza e soprattutto che devono cominciare a dare i voti. A conferma, dunque, che il secondo quadrimestre dell'anno si svolgerà in modalità «didattica digitale» per gli 8 milioni di ragazzi che stanno studiando a casa. «La chiusura delle scuole sarà prorogata, e verranno prese misure per gli studenti che devono fare gli esami di Stato», ha spiegato il ministro dell'Istruzione nel pomeriggio di ieri. «Penso si andrà nella direzione che ha detto il presidente Conte di prorogare la data del 3 aprile ma in questi giorni invito tutti alla massima responsabilità. Non è possibile dare un'altra data per l'apertura, tutto dipende dall'evoluzione di questi giorni, dallo scenario epidemiologico. Riapriremo le scuole solo quando avremo la certezza di assoluta sicurezza», ha precisato la ministra pentastellata invitando tutti alla «massima responsabilità». Le ipotesi in campo sono almeno tre. Una possibilità, che oggi però appare improbabile, è il prolungamento breve delle chiusure, fino a dopo Pasqua (il 12 aprile); un'altra ipotesi la riapertura il 2 maggio e, infine, la chiusura fino alla fine dell'anno scolastico, ai primi di giugno (cosa già decisa, per esempio, dall'Irlanda). Un rinvio della chiusura che crea non pochi dubbi anche sugli esami di maturità. E infatti la Azzolina ha detto che «per gli studenti che devono fare gli esami di Stato verranno prese ulteriori misure». Misure ancora non chiare perché «dipende da quanto ancora rimarranno chiuse le scuole. Stiamo pensando a diversi scenari possibili apprezzo tanto i documenti che le consulte e il forum degli studenti hanno presentato. Gli studenti mostrano grande maturità li terrò in seria considerazione. Saranno comunque esami seri, ma che dovranno tenere presente il momento difficilissimo che gli studenti stanno attraversando». Un paio di giorni fa, comunque, aveva assicurato, che sia la maturità che gli esami di terza media «si terranno nelle date già fissate dal calendario. Saranno sicuramente più leggeri». E su un'eventuale proroga dell'anno scolastico, la responsabile del dicastero di viale Trastevere ha specificato: «Dipende da come va la didattica a distanza: se funzionerà non abbiamo motivo di allungare l'anno scolastico; sarebbe offendere chi sta facendo tanto in queste settimane, tra l'altro ricompattando la comunità scolastica». Insomma tutto «dipende» perché come ha ammesso la Azzolina: «Al momento qualsiasi certezza è stata frantumata, le situazioni della didattica a distanza in Italia sono molto diverse, molte scuole erano a 100 già da prima con la didattica a distanza, ma c'è chi sta indietro. Non vogliamo certo abbandonare gli studenti, abbiamo messo in campo una serie di strumenti, diverse piattaforme, materiali webinar per docenti con più difficoltà». L'obiettivo, anche se non si dovesse tornare in classe, resta quello di arrivare alla «validità non solo formale ma sostanziale dell'anno scolastico». Anno che comunque finirà come sempre, a casa o in classe, perché non è previsto un allungamento a giugno o luglio tanto che gli istituti sono aperti, con personale ridotto, proprio per assicurare il rispetto delle scadenze.