2023-05-21
Vendola ritorna e incita all’illegalità: «Codice penale come un manganello»
Le leggi proibiscono la gestazione per altri? Per l’ex governatore della Puglia non è importante e se la prende con chi le applica, riesumando il trito spettro del fascismo. Accusando la destra: «C’è puzza di polizia morale».«La destra usa il codice penale come manganello». Voilà: il compagno Nichi Vendola è tornato sulle barricate come ai tempi d’oro. Dopo anni di salotti chic e coccole in terrazza, dopo i premi letterari e le citazioni nei film, dopo le poesie e le celebrazioni, dopo il periodo istituzionale e il torpore da prepensionato con vitalizio d’oro, ecco lì che riscopre l’ardore della gioventù più battagliera. E dichiara guerra niente meno che al codice penale. Lotta dura, reato senza paura. Lo stato di diritto non si cambia, si abbatte. E voi, poveri borghesi che pensavate che l’applicazione del codice penale fosse, oltre che un dovere, uno dei fondamenti della democrazia, vi sbagliate di grosso. Chi applica il codice è come se usasse il manganello. Dunque, chi applica il codice penale è un fascista. Dunque, c’è un solo modo per non essere fascisti: violare il codice penale. Hasta la victoria dell’illegalità, siempre.Ma poi: davvero «siempre»? O solo quando c’è in ballo l’utero in affitto? Siamo onesti: è vero che Vendola riscopre il piglio del combattente, è vero che ritrova l’animo del Che Guevara di Terlizzi, ma solo sui temi Lgbt. Che ci volete fare? Ormai, grazie anche al figlio ottenuto pagando due donne in California, si è guadagnato il ruolo di «simbolo delle famiglie arcobaleno». E così, dimenticati i poveri, gli operai, le periferie degradate, gli schiavizzati, i sottopagati e altre categorie che ormai stanno alla sinistra vendoliana come l’Autan alle zanzare, scatena il suo animo rivoluzionario ma solo sulla cosiddetta «gestazione per altri», cioè l’utero in affitto. In Italia è vietato dalla legge? Chiaro: «C’è puzza di polizia morale». Addirittura? «Il loro manganello è il codice penale». E pensate la sorpresa: generazioni di studenti hanno paragonato il codice penale a qualsiasi cosa, dal mattone al fardello. Ma mai al manganello. Che il codice di procedura sia nel frattempo diventato olio di ricino? E il codice civile un balilla? Nella sua barricadera intervista alla Stampa, in cui rivela questa sua svolta contro il codice, Vendola, bisogna dargliene atto, dà un notevole e innovativo contributo anche alla concezione della moderna democrazia. Non solo perché, di colpo, trasforma le leggi (il codice) in uno strumento di violenza (il manganello), ma anche perché l’ex governatore della Puglia ci rivela nuovi e inediti meccanismi del funzionamento delle istituzioni, almeno secondo il suo punto di vista: non sarebbero, infatti, i magistrati a usare i codici, cioè ad applicare la legge, ma sarebbe la politica a farlo al loro posto. Si vede che a sinistra si usa così. Immaginiamo che, nel Vendola-pensiero, domattina siano i politici e non i giudici ad andare nei diversi tribunali d’Italia per condannare rapinatori e truffatori. E chissà se anche in questo caso si può parlare di uso del codice come «manganello» o se ciò vale, come sospettiamo, solo per una legge, quella sull’utero in affitto. L’intervista contiene altri passaggi molto interessanti come quando Vendola parla delle due donne che hanno donato l’ovulo e portato in pancia suo figlio come di una «famiglia allargata» con cui conserva «rapporti d’affetto» (un bel quadretto no? Pagano un sacco di soldi per avere un figlio, strappano i bimbi alle loro mamme, e poi vissero tutti felici e contenti). O come quando liquida il «rischio di mercificazione del corpo delle donne» in due parole, dicendo che «non lo nega» ma che «regolamentare è sempre meglio che proibire» (ottima idea: regolamentiamo anche l’omicidio? O lo stupro? Se è sempre meglio che proibire…). In ogni caso, la destra è proprio brutta e cattiva perché, oltre a usare il codice penale come un manganello, non fa altro che «seminare stigma e odio», e poi «avvelena il clima», e poi «degrada il linguaggio», e arriva a dire (pensate un po’ che coraggio) «Dio patria famiglia», tipico «repertorio oscurantista». Per non dire di quei trogloditi che pensano che i bambini debbano stare con le loro mamme… Questa intervista non va dimenticata perché segna un passaggio importante nella storia del pensiero di Vendola, caso mai ne esista uno. Non che il soggetto sia nuovo a uscite memorabili, per carità. Per esempio, nella prima intervista in cui raccontò del figlio ottenuto insieme al compagno Ed, con la costosissima spedizione in California, si paragonò a San Giuseppe: «Anche lui era padre putativo». E disse che la loro fuga dall’Italia assomigliava alla fuga della Sacra Famiglia in Egitto. Niente meno. Anche sul fronte economico è riuscito a stupire. Per dire: si è battuto per anni contro il vitalizio: «lo aboliremo», diceva a ogni occasione. Poi, appena avuta l’opportunità, se l’è messo in tasca 5.619 euro al mese a 57 anni (poi un po’ ridotti per i tagli). Alla faccia della coerenza. Però, ecco: diciamo che questa volta ha fatto un deciso salto di qualità che fa rimpiangere i bei tempi che furono (si fa per dire).C’è stato un tempo, infatti (ricordate?), in cui Vendola pronunciava solo frasi modello supercazzola, in cui non si capiva una beata mazza di quello che diceva. Qualcuno s’inventò anche la rubrica: Nichi, che stai a di’? Lui proclamava frasi del genere: «Non volevo fare considerazioni tristi: semplicemente dirvi che abbiamo tutto il diritto di chiedere a noi stessi e alla nostra politica di guardare un po’ oltre il campo visivo della dimensione istituzionale, di saper vedere ciò che sta sotto e ciò che sta sopra il Palazzo, le vite vive che urtano al muro delle compatibilità, che desiderano spazi e tempi da riprogettare, che ambiscono alla bellezza, che nello sguardo e nell’abbraccio ritrovano se stessi e il senso della loro, della nostra comune avventura umana». Ecco, vi confesso la verità: ho riletto molte volte quella frase di ieri e poi ho riletto l’intervista di oggi in cui paragona il codice penale a un manganello. Con tutto il rispetto per il ritrovato animo battagliero, forse era meglio quando il pensiero di Vendola era confuso e incomprensibile. Meglio non far capire nulla, che far capire tutto. E dimostrare di non capire nulla.
Eugenia Roccella (Getty Images)
Carlotta Vagnoli (Getty Images)