2023-10-20
«Il nostro primo nemico lo abbiamo in casa»
Parla il generale Roberto Vannacci: «I musulmani non sono tutti uguali. L’islam fondamentalista ci attacca perché ritiene che l’Occidente combatta i suoi valori. Scontro di civiltà? Esiste, ma spesso siamo noi a minare la nostra cultura, ad esempio negando la libertà d’opinione».Il generale Roberto Vannacci, quando gli chiediamo di fornirci la sua visione della situazione israelo-palestinese, ci tiene a specificarlo con ancora più decisione del solito: «Se si tratta di valutazioni tecnico militari, non posso rispondere. Non posso entrare nel merito del mio lavoro. Non posso dare dettagli o comunque fornire delle informazioni su operazioni che riguardino attività militari o siano comunque riconducibili a tali in presenza di ostaggi, perché sono notizie assolutamente riservate. Posso fornirle una valutazione generale, questo sì».Quale è, allora, la sua valutazione su quanto sta accadendo ora nella striscia di Gaza? Continuano a cadere bombe, ci sono oltre 200 ostaggi in mano ad Hamas e soci…«Una cosa è certa: qualsiasi operazione venga condotta uno dei compiti principali è quello di preservare la vita degli ostaggi, che è considerata prioritaria in situazioni del genere. Non a caso, come si è visto in tutte le attività militari occidentali condotte negli ultimi anni, si è sempre parlato dei danni collaterali che vanno evitati a tutti i costi. E quindi ritengo che qualsiasi azione venga fatta debba tenere conto prioritariamente proprio di queste necessità».Forse i politici in circostanze come queste dovrebbero mettere da parte l’emotività e provare a essere più lucidi. «Non sono un politico e sulla vicenda specifica non mi esprimo. So che la politica spesso è ricerca di consenso, a volte consenso immediato. I militari invece fanno altro, si concentrano sull’obiettivo e l’emotività devono lasciarla fuori». Capisco che non possa esprimersi sulla situazione contingente, però le vorrei chiedere la sua posizione sul conflitto israelo-palestinese.«Di questo conflitto che va avanti da anni conosciamo origini e cause. Sappiamo come si sia evoluto negli anni e quanto sia diventato pervasivo, anche al di fuori di quell’area. Nonostante tutti gli sforzi compiuti negli ultimi dieci anni continua, e sono convinto che continuerà finché non se ne risolveranno, appunto, le cause».Come ha detto, le ricadute di quello scontro arrivano anche a noi. In particolare in questi giorni torna a salire il timore per gli attacchi terroristici. Lei crede, come pensa qualcuno, che possa tornare a infiammarsi uno «scontro di civiltà»?«Guardi, io sono convinto che il fondamentalismo e il radicalismo abbiano in effetti a che fare con la civiltà e la cultura. Io penso che la cultura sia sinonimo di civiltà, e che le civiltà esistano anche se qualcuno ritiene che non sia così. Esistono caratteristiche peculiari e specifiche di un certo gruppo sociale che lo rendono una civiltà, esistono valori che le rendono tali».Secondo lei su che cosa si fonda la civiltà occidentale?«Ha radici greche, romane e cristiane. Queste ultime, piaccia o no, sono parte fondativa della civiltà occidentale. I nostri valori sono indubbiamente caratterizzati da una civiltà che si basa sul primato della ragione, dell’individualismo, della scienza, della tecnologia, dell’economia, dell’universalità della giustizia che si applica indistintamente a tutti i cittadini, della libertà e, in questo frangente, soprattutto della libertà di opinione per la difesa della quale sono morti moltissimi europei. Soprattutto contro quest’ultimo principio si scagliano i fondamentalisti. E qui torniamo al discorso a cui accennavo prima: c’è un problema legato alla civiltà, ci sono caratteristiche della nostra civiltà che i fanatici non accettano, perché agiscono in base all’ideologia».Ideologia o fede secondo lei?«Ideologia, non voglio chiamarla fede. La nostra civiltà è nemica di ciò che loro rappresentano, dunque uno scontro esiste e dobbiamo tenerne conto. L’islam fondamentalista che individua il nemico nell’Occidente non lo fa per scelta probabilistica o per vezzo ma compie questo atto perché percepisce nel modello che l’Occidente rappresenta un pericolo esistenziale alla sopravvivenza dell’islam stesso così come inteso dai fondamentalisti. Questi invasati, infatti, non sopportano la cultura occidentale (ma anche altre culture) perché questa incarna un modello nel quale la ragione, la scienza, il buonsenso, la libertà, l’universalità della legge, il libero arbitrio, la libera manifestazione dei propri pensieri e la vita prevalgono sui dogmi, sulle imposizioni, sulle dottrine, sulle censure, sulla proscrizione e sulla morte. Il fondamentalista non vuole discutere di religione, la vuole imporre, non si cimenta in ragionamenti sui costumi ma li determina, non si chiede se la donna abbia la stessa dignità dell’uomo ma la segrega e, se lei non si adatta, la uccide. Meglio la morte dell’infrazione della regola che lui sostiene sia stata dettata dal suo Dio».Ma? «Ma dobbiamo anche renderci conto che l’Occidente oggi comprende un ottavo della popolazione mondiale, e a breve saremo forse un nono o un decimo. Siamo inferiori sul piano della popolazione e non abbiamo tutta questa forza per difenderci. In più, i nemici dell’Occidente non sono soltanto esogeni, cioè non sono soltanto i fondamentalisti che lottano contro di noi. Non sono i nemici che vengono da fuori quelli che mi preoccupano».Chi sono gli altri nemici?«Anche noi stessi siamo nostri nemici. E lo siamo ogni volta che neghiamo la libertà di opinione, ogni volta che attacchiamo la nostra tradizione, la nostra cultura e la nostra identità. Quando si nega l’identità nazionale, quando la si denigra a vantaggio di altri profili e culture, quando si rifiutano le bandiere, gli inni, i confini, il suolo e il sangue, si mina dall’interno la sopravvivenza stessa di quel substrato che ci ha garantito il benessere, il progresso, la libertà e la facoltà di mettere al mondo dei figli in una nazione che garantisse loro più opportunità di quante noi ne abbiamo avute per noi stessi. Siamo noi che apriamo le porte al fondamentalismo distruttore, siamo noi che diamo la percezione di volerci autodistruggere, siamo noi che fungiamo da calamite per questi assassini».Si spieghi meglio.«Quando ho pubblicato il libro, qualcuno criticandomi ha detto che la nostra cultura di fatto non esiste. Questo discorso, che ho sentito spesso a dire il vero, secondo me non tiene conto di alcuni dati. È vero che anche la nostra cultura è figlia di intrecci, di influenze. Ma poi si è consolidata nel tempo. Questi intrecci si sono coagulati nel tempo in una realtà specifica che è appunto la nostra cultura». Prima ha detto che la libertà è una caratteristica fondamentale dell’Europa. Ma non crede allora che si faccia un torto alla civiltà europea quando si pensa di censurare opinioni ritenute fastidiose? Di recente episodi sgradevoli hanno coinvolto chi si è collocato su posizioni filopalestinesi.«Ma certo che queste cose vanno contro la nostra cultura. Migliaia di persone sono morte per garantirci il diritto a esprimere la nostra opinione, la libertà di pensiero è fondamentale».E del modo in cui ci rapportiamo all’islam che cosa pensa?«Penso che attaccare l’islam nel suo complesso sia sbagliato e antistorico. Le ricordo che una delle più grandi coalizioni militari della storia recente è quella che ha combattuto contro lo Stato islamico, contro l’Isis. E ne facevano parte anche tantissimi musulmani. C’erano soldati iracheni, e quelli curdi, e anche quelli siriani e anche le milizie sciite a combattere, ad esempio, e a morire. Esiste un islam tollerante che ha combattuto il fondamentalismo e ancora lo combatte, e che ha contribuito alla sconfitta dell’Isis. Fare di tutta l’erba un fascio non ha senso, ed è appunto contrario alla nostra cultura. Io continuo a pensare che il confronto fra idee diverse ci faccia progredire. Chiunque qui deve essere libero di esprimersi e parlare».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.