2025-08-04
«Apriamo al gas russo per riequilibrare l’intesa sulle tariffe»
Il leghista Roberto Vannacci: «La sentenza sul caso Albania mostra che la sovranità degli Stati è nel mirino. Il riarmo? Serve all’industria tedesca».Generale Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega, come giudica la decisione della Corte europea che boccia il progetto Albania sui migranti?«Una sentenza politica. Ancora una volta l’Europa vuole ingoiare la sovranità degli Stati».Secondo i giudici europei, un Paese è «sicuro» se garantisce protezione a tutti i cittadini. Su queste basi, anche l’Italia rischia di non far parte del club?«Difatti io chiedo alla Corte di Giustizia di dichiarare l’Italia un “Paese insicuro”. Così potremo mandare in Paesi più “sicuri”, come Egitto o Tunisia, tutti gli immigrati che si considerano in pericolo».Bisogna insistere sul progetto Albania?«Assolutamente sì. Quando si vuole entrare in casa d’altri, il permesso si chiede prima, non dopo essere entrati. Quindi gli hub per l’immigrazione devono essere collocati al di fuori degli Stati dell’area Schengen, in località dove saranno valutate le richieste di ingresso».Qual è il modello?«Sono un fanatico del modello australiano. Da quelle parti hanno risolto il problema dell’immigrazione clandestina, considerando illegale qualsiasi tipo di passaggio della frontiera senza un visto».Intanto Von der Leyen è sotto attacco per l’accordo sui dazi al 15%.«Una disfatta. Quando si proponeva di trattare bilateralmente, tutti gli europeisti convinti si opposero, perché l’Europa doveva a tutti i costi negoziare con una sola voce. Ecco, questi sono i risultati. Non solo: per decenni ci hanno ossessionato col Green deal, e oggi l’Europa si impegna ad importare gnl americano prodotto col fracking, cioè con tecniche ambientalmente impattanti».Von der Leyen sotto accusa, da parte di chi la portava in trionfo.«Peccato che questi signori del progressismo che oggi si indignano per questo accordo, poi le mozioni di sfiducia contro questa Commissione non le votano. Mi unisco alle parole pronunciate da un big dell’industria agroalimentare italiana: all’Italia fa più male la Von der Leyen che i dazi di Trump».C’è ancora spazio per la trattativa bilaterale di cui parlava?«Difficile, ma se ci fosse spazio, ben venga. L’Italia può dare molto, se si muove da nazione sovrana».Ma non si sente un po’ tradito da Donald Trump?«No, continuo a stimarlo, perché è un patriota. Cerca il bene dei propri cittadini. Il patriottismo lo si apprezza ovunque, anche in Russia e in Cina, non solo a casa propria».Se lei dovesse trattare con Trump, cosa gli direbbe?«Gli farei capire che ci sono alternative alla guerra commerciale. Abbiamo altre leve in nostro possesso, tra cui la riapertura delle relazioni commerciali con la Russia, che era il più grande provider di energia in Europa. Rinunciare a quei rifornimenti, come ha detto anche Mario Draghi, è stata una causa della scarsa produttività europea. Riaprire la possibilità del gas russo a fronte dei dazi imposti da Trump potrebbe essere uno degli argomenti del negoziato». Nell’accordo c’è anche l’impegno ad acquistare armi Usa.«Certo, cornuti e mazziati. Per Trump è una doppia vittoria, perché oltre ai dazi paghiamo le armi e le regaliamo agli ucraini. Quindi anche il peso del conflitto russo-ucraino peserà sui nostri bilanci». Minacciare l’acquisto di gas russo non allontanerebbe la pace?«No, semmai la avvicina. L’idea che siano le sanzioni ad avvicinarci alla pace, dopo tre anni e mezzo, si è dimostrata sbagliata. Ricordo sempre che le paci giuste non sono mai esistite, quella che va cercata è una pace ragionevole. Se invece ci ostiniamo a inseguire la pace del vincitore, in un conflitto con una potenza nucleare, allora arriveremo sull’orlo del baratro».Sta dicendo che bisognerà fare concessioni a Mosca?«Sto dicendo che tutti i contendenti avranno da pagare qualcosa. Ma quello che paghiamo oggi sarà inferiore a quello che pagheremmo domani, e non conviene agli europei prolungare questa agonia». Il riarmo europeo è un regalo a Francia e Germania?«Assurdo spendere quei miliardi sventolando una minaccia esistenziale per l’Europa. Nessun soldato russo sta sbarcando in Sardegna. È solo un piano finanziario per rilanciare l’industria tedesca, l’unica economica che ha facoltà di indebitarsi».Ma l’Italia intende aderire al piano di prestiti Safe per gli armamenti. Sbaglia?«Se proprio dobbiamo indebitarci, tanto vale farlo a un tasso di interesse inferiore. È la soluzione meno peggiore. Se questo serve a rinforzare l’industria nazionale, possiamo anche starci».Giusto riconoscere lo Stato della Palestina, come ha fatto Macron?«Biasimo la reazione sproporzionata del governo Netanyahu, ma il riconoscimento della Palestina non ha senso, perché non si tratta di uno Stato: non ha confini definiti, non ha sovranità. Riconoscere la Palestina oggi significa far prevalere il terrorismo sulla capacità negoziale, e quindi legittimare Hamas».
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