2023-07-05
In arrivo una sfilza di vaccini da fare senza sapere perché
Nel nuovo piano nazionale sparisce la prevenzione: le iniezioni diventano utili a prescindere dai dati epidemiologici, non forniti.C’è stato un momento in cui la parola «vaccinazione» in ambito sanitario ha cominciato a sovrapporsi alla parola «prevenzione», per poi sostituirla del tutto. Che oggi «fare prevenzione» equivalga a promuovere la vaccinazione di massa della popolazione come unico strumento a disposizione delle autorità sanitarie per combattere le malattie, è scritto nero su bianco sul nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (Pnpv) 2023-2025, inviato già a gennaio di quest’anno al ministero della Salute per approvazione. È nelle primissime pagine che si trovano i capisaldi della nuova filosofia sanitaria. «Lo Stato - si legge - ha il dovere di garantire la tutela della salute di tutti i cittadini, sia assistendo l’individuo malato che necessita di cure, sia salvaguardando l’individuo sano». Nelle righe successive il documento spiega che la «salvaguardia dell’individuo sano» consiste nel considerarlo malato fino a prova contraria: «Uno degli interventi più efficaci e sicuri in Sanità Pubblica per raggiungere tale scopo è rappresentato dalla vaccinazione». Prevenzione addio, oggi c’è soltanto il vaccino. Esteso a tutti, senza distinzione di età, di genere, di condizioni cliniche, perché «l’art. 32 della Costituzione sancisce che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». Non è un dettaglio che il nuovo Pnpv dimentichi di citare anche la seconda parte dell’art. 32 («nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge») e la terza («la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana»): si tratta davvero di una nuova filosofia. Per comprenderla a fondo basti confrontare il piano in via di approvazione con quello 2017-2019. Se negli anni della contestata Legge 119 («Lorenzin») l’obiettivo era, sì, di «promuovere la cultura vaccinale», ma anche «individuare il nesso di causalità ai fini del riconoscimento dell’indennizzo per i danneggiati da vaccinazione» e «favorire la ricerca e l’informazione scientifica indipendente sui vaccini», cercando dunque di tutelare il cittadino, oggi questi riferimenti a indipendenza scientifica e farmacovigilanza si sono sciolti come neve al sole, per far spazio a una generica dichiarazione d’intenti. «Per la sorveglianza dei vaccini - si legge nel Pnpv 2023-2025 - l’Italia è dotata di un sistema di raccolta delle segnalazioni degli eventi avversi che fa capo all’Agenzia del Farmaco (Aifa)»: basti questo. Peccato che l’affermazione non si accompagni a dati credibili sugli eventi avversi, sia del vaccino anti Covid che dei vaccini tradizionali, come rilevato dall’unica indagine italiana di sorveglianza attiva condotta dall’Osservatorio Epidemiologico della Regione Puglia, mai più replicata, che ha rilevato un 46% di reazioni avverse complessive, e ben 3,8 reazioni avverse «severe» (definite dagli autori «eventi avversi gravi») correlabili con ogni 100 prime dosi di vaccinazione antimorbillo, parotite, rosolia e varicella.Il nuovo Pnpv 2023-2025 pone come obiettivi e strategie il «rafforzamento di governance, reti e percorsi di prevenzione vaccinale», insistendo sulla necessità di «monitoraggio continuo» («granulare») dell’omessa vaccinazione […] «allo scopo di identificare chi necessita di essere incoraggiato verso un percorso vaccinale di compliance […] con speciale riguardo ai bambini». La caccia a chi non si sottoporrà a continue vaccinazioni «preventive», insomma, è ufficialmente aperta. «La comunicazione istituzionale sembra spesso sconfinare in una propaganda pervasiva», rileva la Commissione Medico-Scientifica Indipendente (Cmsi), mentre l’offerta vaccinale scivola nell’accanimento. Secondo il nuovo Pnpv, constata la Cmsi, si dovrebbe accettare che i vaccini (diciotto, oltre a quelli anti covid) siano utili «a prescindere» dai dati epidemiologici per ciascun vaccino, che non sono forniti. La linea è conforme, del resto, alle proposte di emendamento dei nuovi Regolamenti internazionali dell’Oms: quella dell’art.1, ad esempio, riguarda le vaccinazioni anti covid e cancella per ben due volte il termine «non vincolanti» («non binding») presente nelle precedenti raccomandazioni Oms, mentre dall’altro lato l’Oms ha appena firmato con l’Ue l’accordo sul green pass globale. Ema ed Ecdc hanno rincarato la dose.«A vari vaccini pediatrici obbligatori manca il requisito costituzionale di proteggere “gli altri”, riconfermato dalla Consulta per poterne stabilire per legge l’obbligatorietà - dichiara Alberto Donzelli, già membro del Consiglio Superiore di Sanità e membro della commissione Cmsi - dunque gli obblighi per questi vaccini non sono ammissibili in base alla Costituzione. Quanto alle vaccinazioni anti covid - prosegue Donzelli - insistiamo per una vera sorveglianza attiva almeno per le miocarditi e pericarditi».Eppure, anziché fomentare l’orgia vaccinale di massa basterebbe seguire le indicazioni di Silvio Garattini che, interpellato sull’efficacia preventiva dei futuri vaccini anti cancro, ha recentemente dichiarato: «È una prospettiva ma non è la sola. Per prevenzione intendiamo le buone abitudini di vita. Diabete di tipo 2, ictus cerebrale, infarto cardiaco, insufficienza renale e polmonare, sono prevenibili con lo stile di vita». Non con un’iniezione.