Pfizer ammette di aver condotto i trial solo su donne vicine al parto: impossibile così valutare eventuali controindicazioni dei farmaci sui feti nei primi mesi di gestazione. Esperti esterrefatti. Ma il nostro ministero ancora raccomanda le iniezioni.
Pfizer ammette di aver condotto i trial solo su donne vicine al parto: impossibile così valutare eventuali controindicazioni dei farmaci sui feti nei primi mesi di gestazione. Esperti esterrefatti. Ma il nostro ministero ancora raccomanda le iniezioni.Pfizer non ha condotto alcuna sperimentazione sugli effetti del vaccino nei primi tre mesi di gravidanza. Lo ammette lo stesso colosso farmaceutico, rivelando parziali ma importanti informazioni pubblicate un mese fa sul database di studi clinici statunitense ClinicalTrials.gov. La Verità già aveva documentato, lo scorso febbraio, la pochezza dei trial compiuti su donne incinte. Dovevano essere 4.000, alla fine ne furono reclutate 348 da Pfizer. Meno del 10%, in studi interrotti «con l’approvazione di Ema e della Fda», le agenzie regolatorie dell’Ue e degli Stati Uniti, dopo appena 18 mesi, «perché il numero di donne partecipanti era molto basso» e continuare lo studio controllato con placebo «non aveva più giustificazione, dal momento che la vaccinazione era stata nel frattempo raccomandata».Adesso, sappiamo che nemmeno vennero fatte valutazioni durante i primi mesi in cui si forma il bimbo nel grembo materno, ma solo in donne al termine della gravidanza. Il 16 febbraio 2021 prendeva il via lo studio di fase 2/3, randomizzato, controllato con placebo (soluzione salina) «che valuterà la sicurezza, la tollerabilità e l’immunogenicità» di BNT162b2, il Corminaty di Pfizer, somministrato «in 2 dosi, a 21 giorni di distanza, in circa 350 (poi risultarono 348, ndr) donne sane in gravidanza», e di età over 18. Metà (174) costituivano il gruppo placebo, le altre 174 ricevevano il vaccino «tra la 24a e la 34a settimana di gestazione», dichiarava l’azienda nei documenti resi noti. «Non abbiamo idea dell’impatto che questo vaccino avrà sulle prime fasi di sviluppo di un embrione o di un feto, perché tutte le donne avevano gravidanze avanzate quando sono state reclutate. Il primo trimestre è particolarmente vulnerabile, con esiti avversi sulla salute riproduttiva», ha affermato Retsef Levi, professore presso la Sloan school of management del Massachusetts Institute of technology (Mit), esperto in analisi, gestione dei rischi, sistemi sanitari, sistemi alimentari. La giornalista australiana Maryanne Demasi ha raccolto anche il parere di Angela Spelsberg, epidemiologa e direttore medico del Comprehensive cancer center Aachen in Germania, nonché ex moglie del ministro tedesco della Salute, Karl Lauterbach (grande sostenitore della vaccinazione anti Covid dei piccoli). «Abbiamo imparato da trial sugli animali che le nanoparticelle lipidiche presenti nel vaccino possono depositarsi in molti organi, comprese le ovaie, quindi dobbiamo essere estremamente cauti riguardo ai potenziali impatti negativi del vaccino», ha detto l’epidemiologa. Erano molto attesi i risultati di queste sperimentazioni su donne incinte, condotti per un arco di tempo così breve (vennero interrotti il 15 luglio 2022) e su un campione tanto ristretto. A Fda è stato chiesto se e perché avesse consentito a Pfizer di ridimensionare la sperimentazione e la risposta è stata che l’agenzia «non commenta le interazioni che potrebbe o meno avere con gli sponsor in merito ai loro studi clinici». Stiamo parlando della salute di milioni di donne e dei loro bambini, appese a decisioni dopo trial su campioni ridicoli.La documentazione fornita da Pfizer dopo un anno contiene «solo dati parziali. Non parametri importanti come infezioni Covid o livelli di anticorpi», ha commentato il professor Levi. «Per avere questi risultati, l’azienda dice che dobbiamo aspettare fino a luglio 2024. È a dir poco inquietante».Delle 348 donne coinvolte nello studio, Pfizer ha riferito solo che erano nati vivi 335 bambini e c’era stata una morte fetale nel gruppo vaccino, ma rimane sconosciuto l’esito delle altre 12 gravidanze. I bimbi sono venuti al mondo? Le madri erano vaccinate oppure no? Levi, che ha analizzato con grande attenzione i dati pubblicati, ha trovato il riferimento a «29 bambini nel gruppo placebo che non sono arrivati alla fine del periodo di sorveglianza di sei mesi, contro 15 bambini del gruppo vaccino. È quasi il doppio», osserva, «ma non sono fornite spiegazioni». Sono interrogativi che pesano un’enormità, considerando che le agenzie regolatorie non avevano aspettato l’esito dei trial per avviare, nel 2021, una gigantesca campagna persuasiva sui ginecologici e le loro pazienti.«Non abbiamo ancora prove scientifiche solide sulla sicurezza di questo vaccino per le donne incinte e i loro bambini», ha affermato Spelsberg. «È una tragedia e uno scandalo che sia stato raccomandato, addirittura imposto alle donne prima, durante e dopo la gravidanza».Solo lo scorso novembre, nell’aggiornamento della sezione «Gestione del rischio», Ema finalmente includeva tra i problemi di sicurezza l’utilizzo del siero a mRna nelle donne in attesa e che allattano, perché «mancano informazioni». Ma continua a raccomandarlo, così come fa il nostro ministero della Salute, che include tra i destinatari della prossima campagna di vaccinazione autunnale e invernale anti Covid le «donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum” comprese le donne in allattamento».
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