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2021-07-02
La variante delta è l’arma Ue per fare la guerra a Johnson
Ansa
L'Uefa conferma: «Tutte le rimanenti partite di Euro 2020 si svolgeranno come programmato». La finale, quindi, si terrà nello stadio londinese di Wembley. Ma Bruxelles e Berlino vanno in pressing per fare un dispetto a Johnson: «Comportamento irresponsabile, si cambi sede». Scontro sulla finale degli Europei a Wembley tra la Uefa e la Ue a trazione tedesca. L'assist è stato offerto a Bruxelles dalla nota con cui la Uefa ha comunicato che «tutte le rimanenti partite di Euro 2020 si svolgeranno come programmato» e che «le misure di mitigazione adottate in ciascuna delle sedi di Euro 2020 sono completamente allineate con le normative decise dalle competenti autorità sanitarie locali». Le decisioni finali sul numero di spettatori che assisteranno alle partite e i requisiti di ingresso nelle nazioni ospitanti e negli stadi «ricadono nella responsabilità delle autorità locali competenti, e la Uefa segue tassativamente tutte queste misure», si aggiunge nella nota.
Secondo quanto osservato dal consulente medico della Uefa, Daniel Koch, infatti, «non si può totalmente escludere che eventi e raduni potrebbero dopotutto aver portato ad alcuni aumenti locali nel numero dei casi, questo però non si applicherebbe solo alle partite di calcio ma anche a ogni tipo di situazioni che non sono consentite in quanto parte delle misure di contenimento decise dalle autorità locali competenti». Le intensive campagne vaccinali che sono state messe in campo in tutta Europa e i controlli alle frontiere - è sicuro lo svizzero Koch - aiuteranno ad assicurare che non cominci nel continente una nuova grande ondata e non si metta pressione sui vari sistemi sanitari, come è successo con le precedenti ondate di contagio. Ma dal governo tedesco è partito subito il siluro: «Ritengo che il comportamento della Uefa sia assolutamente irresponsabile», ha detto il ministro dell'Interno, Horst Seehofer, in conferenza stampa a Berlino insieme al ministro della Salute, Jens Spahn. «Ho il sospetto che ci sia un problema di tipo commerciale, e ragioni del genere non dovrebbero prevalere sulla protezione della salute», ha poi aggiunto lanciando un appello all'organizzazione affinché riveda la sua posizione.
Allineato con Seehofer, il presidente della commissione Ambiente e salute dell'Eurocamera, Pascal Canfin, ha inviato una lettera al presidente del Parlamento europeo David Sassoli chiedendo che la Uefa riconsideri la sua decisione di giocare la semifinale e la finale di Euro 2020 allo stadio di Wembley, «o che perlomeno la Uefa e le autorità inglesi rafforzino le restrizioni sanitarie e le regole di accesso del pubblico» perché «il Regno Unito vede al momento un incremento dei casi di Covid a causa della variante delta e aprire Wembley al 75% è un azzardo». Far giocare le prossime tre partite a Wembley, con l'accesso al 75% della capacità dello stadio e con oltre 60.000 tifosi previsti, nel mezzo di una recrudescenza dei casi, secondo Canfin, «rappresenta chiaramente un rischio evitabile».
E intanto qualcosa si muove, se è vero che ieri l'Uefa ha bloccato i tifosi britannici in partenza per Roma per assistere a Ucraina - Inghilterra del prossimo 3 luglio. È stato infatti disposto il «blocco inderogabile della vendita e della trasferibilità dei biglietti entro le ore 21 di oggi (ieri, ndr) e l'annullamento dei tagliandi venduti ai residenti nel Regno Unito a partire dalle ore 00 del 28 giugno»
Quella dichiarata da Bruxelles e ieri anche da Berlino (per altro alla vigilia della visita di Angela Merkel oggi a Londra, dove incontrerà il premier inglese e la regina Elisabetta), però, sembra più una guerra politica che sanitaria. Con l'allarme per la variante delta come alibi per muovere l'ennesimo attacco al governo di Boris Johnson che, nel frattempo, starebbe pensando a lasciare in un cassetto il pass vaccinale. Secondo il Daily Mail, infatti, i passaporti Covid non saranno obbligatori nemmeno in occasione di festival musicali, eventi sportivi e altri raduni di massa dopo il Freedom Day del 19 luglio. Un portavoce di Downing Street ha dichiarato che una volta completata la road map, gli inglesi saranno «in grado di convivere con il Covid in futuro, anche se i casi continueranno a salire, grazie alle protezioni fornite dal vaccino». Ieri, intanto, Johnson si è dichiarato convinto che «la doppia dose» possa restituire presto a chi lo ha ricevuto «la libertà di viaggiare» all'estero. Ma la battaglia politica ormai è partita. Per altro, proprio mentre nel Brasile di Bolsonaro si sta giocando la Copa America in seguito alle rinunce di Argentina e Colombia.
Intanto, in Italia, sul dibattito legato alle misure di sicurezza legate all'Europeo (e all'aumento dei contagi in Inghilterra) è intervenuto, infine, il presidente del Coni, Giovanni Malagò: «La Uefa ha dimostrato in queste settimane, dalla nascita della Superlega agli Europei, di saper tenere la barra dritta». Final four a Wembley a rischio? «Questo non lo posso dire, penso che valuteranno tutte le opzioni. L'Italia ha uno stadio adatto per ospitarla, ma non credo che attualmente sia un'opzione sul tavolo».
Ema e medici spengono l’allarmismo. «Vaccini efficaci contro le varianti»
L'efficacia delle due dosi di vaccino contro la variante delta del Covid-19 sta raccogliendo un incredibilmente consenso nel mondo scientifico. Perfino l'Agenzia europea dei medicinali (Ema) si è sbilanciata ieri, via social, affermando: «Sembra che i quattro vaccini autorizzati nell'Ue proteggano contro tutte le varianti» del coronavirus Sars-CoV-2, «inclusa la delta», quella identificata per la prima volta in India. «I primi dati», si legge, «suggeriscono che due dosi di vaccino proteggono contro la variante e che gli anticorpi derivanti dai vaccini approvati la neutralizzino». Una notizia non da poco, se si considera che la delta è già presente in 96 Paesi, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, che ritiene diventerà forma dominante, visto che si diffonde con una velocità superiore del 55% alla alpha (inglese). «La variante delta è coperta dalla doppia dose dei vaccini» anti-Covid, ha ribadito anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto su Radio24. Sergio Abrignani, immunologo dell'università Statale di Milano, componente del Cts per l'emergenza Covid, ha ripetuto al Corriere della Sera che «i vaccini funzionano contro la variante delta. Oltre che gli studi sperimentali, lo confermano i dati della Gran Bretagna. Da poche centinaia di nuove infezioni in media al giorno, sono diventati 18.000. Eppure», spiega, «le vittime sono “soltanto" 20, e dico soltanto con grande rispetto per loro. Pochi anche i ricoverati in terapia intensiva, proprio perché gran parte della popolazione è immunizzata». A livello istituzionale anche Giorgio Palù, componente del Cts e presidente dell'Agenzia del farmaco (Aifa), su Repubblica, ha ricordato che la variante delta è uno «dei circa 20 ceppi mutanti», segno di un'evoluzione naturale del virus. «Una delle sue tre sottovarianti», ha proseguito il virologo di fama mondiale, «ha acquisito mutazioni che la rendono più infettiva. Alcuni la descrivono come responsabile di sintomi più lievi: il naso che cola, mal di testa, i segni tipici del raffreddore». Secondo Palù, servono più dati per chiarire se la minore aggressività «sia legata al fatto che in Inghilterra, dove è più studiata perché più diffusa, molti dei positivi al virus delta avevano già ricevuto la prima dose di vaccino acquistando una certa protezione», ha osservato ribadendo che «la vaccinazione è un significativo scudo contro forme gravi e ricoveri». Sulla stessa linea anche Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova: «Due dosi proteggono perfettamente da questa variante. In Inghilterra vediamo un aumento dei contagi tra i giovani, ma non un aumento di ospedalizzazioni e decessi, questo perché i vaccini funzionano». Del resto, numeri alla mano, «Pfizer e Moderna ancor prima del richiamo, arrivano a coprire contro la Delta fino al 90%. Astrazeneca al 75: c'è un lavoro scozzese pubblicato su Lancet, che è una delle riviste scientifiche più prestigiose. Col richiamo c'è una riduzione del 95% di ricoveri e morti. Un rapporto inglese pubblicato qualche giorno fa ha confermato i dati: il richiamo con Astrazeneca innalza la copertura all'85% e con Pfizer e Moderna si arriva al 95. Rimane fuori un 5%, certo, ma è un rischio calcolato, è impossibile avere una copertura totale».
Secondo Bassetti, «chi parla di lockdown fa terrorismo psicologico. Non ne parlano nemmeno in Inghilterra dove la variante delta è largamente predominante. Chi dice che in Inghilterra la situazione continua a peggiorare», conclude, «non sa leggere i numeri, o non vuole».
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L'assist è stato offerto a Bruxelles dalla nota con cui la Uefa ha comunicato che «tutte le rimanenti partite di Euro 2020 si svolgeranno come programmato» e che «le misure di mitigazione adottate in ciascuna delle sedi di Euro 2020 sono completamente allineate con le normative decise dalle competenti autorità sanitarie locali». Le decisioni finali sul numero di spettatori che assisteranno alle partite e i requisiti di ingresso nelle nazioni ospitanti e negli stadi «ricadono nella responsabilità delle autorità locali competenti, e la Uefa segue tassativamente tutte queste misure», si aggiunge nella nota. Secondo quanto osservato dal consulente medico della Uefa, Daniel Koch, infatti, «non si può totalmente escludere che eventi e raduni potrebbero dopotutto aver portato ad alcuni aumenti locali nel numero dei casi, questo però non si applicherebbe solo alle partite di calcio ma anche a ogni tipo di situazioni che non sono consentite in quanto parte delle misure di contenimento decise dalle autorità locali competenti». Le intensive campagne vaccinali che sono state messe in campo in tutta Europa e i controlli alle frontiere - è sicuro lo svizzero Koch - aiuteranno ad assicurare che non cominci nel continente una nuova grande ondata e non si metta pressione sui vari sistemi sanitari, come è successo con le precedenti ondate di contagio. Ma dal governo tedesco è partito subito il siluro: «Ritengo che il comportamento della Uefa sia assolutamente irresponsabile», ha detto il ministro dell'Interno, Horst Seehofer, in conferenza stampa a Berlino insieme al ministro della Salute, Jens Spahn. «Ho il sospetto che ci sia un problema di tipo commerciale, e ragioni del genere non dovrebbero prevalere sulla protezione della salute», ha poi aggiunto lanciando un appello all'organizzazione affinché riveda la sua posizione.Allineato con Seehofer, il presidente della commissione Ambiente e salute dell'Eurocamera, Pascal Canfin, ha inviato una lettera al presidente del Parlamento europeo David Sassoli chiedendo che la Uefa riconsideri la sua decisione di giocare la semifinale e la finale di Euro 2020 allo stadio di Wembley, «o che perlomeno la Uefa e le autorità inglesi rafforzino le restrizioni sanitarie e le regole di accesso del pubblico» perché «il Regno Unito vede al momento un incremento dei casi di Covid a causa della variante delta e aprire Wembley al 75% è un azzardo». Far giocare le prossime tre partite a Wembley, con l'accesso al 75% della capacità dello stadio e con oltre 60.000 tifosi previsti, nel mezzo di una recrudescenza dei casi, secondo Canfin, «rappresenta chiaramente un rischio evitabile». E intanto qualcosa si muove, se è vero che ieri l'Uefa ha bloccato i tifosi britannici in partenza per Roma per assistere a Ucraina - Inghilterra del prossimo 3 luglio. È stato infatti disposto il «blocco inderogabile della vendita e della trasferibilità dei biglietti entro le ore 21 di oggi (ieri, ndr) e l'annullamento dei tagliandi venduti ai residenti nel Regno Unito a partire dalle ore 00 del 28 giugno»Quella dichiarata da Bruxelles e ieri anche da Berlino (per altro alla vigilia della visita di Angela Merkel oggi a Londra, dove incontrerà il premier inglese e la regina Elisabetta), però, sembra più una guerra politica che sanitaria. Con l'allarme per la variante delta come alibi per muovere l'ennesimo attacco al governo di Boris Johnson che, nel frattempo, starebbe pensando a lasciare in un cassetto il pass vaccinale. Secondo il Daily Mail, infatti, i passaporti Covid non saranno obbligatori nemmeno in occasione di festival musicali, eventi sportivi e altri raduni di massa dopo il Freedom Day del 19 luglio. Un portavoce di Downing Street ha dichiarato che una volta completata la road map, gli inglesi saranno «in grado di convivere con il Covid in futuro, anche se i casi continueranno a salire, grazie alle protezioni fornite dal vaccino». Ieri, intanto, Johnson si è dichiarato convinto che «la doppia dose» possa restituire presto a chi lo ha ricevuto «la libertà di viaggiare» all'estero. Ma la battaglia politica ormai è partita. Per altro, proprio mentre nel Brasile di Bolsonaro si sta giocando la Copa America in seguito alle rinunce di Argentina e Colombia.Intanto, in Italia, sul dibattito legato alle misure di sicurezza legate all'Europeo (e all'aumento dei contagi in Inghilterra) è intervenuto, infine, il presidente del Coni, Giovanni Malagò: «La Uefa ha dimostrato in queste settimane, dalla nascita della Superlega agli Europei, di saper tenere la barra dritta». Final four a Wembley a rischio? «Questo non lo posso dire, penso che valuteranno tutte le opzioni. L'Italia ha uno stadio adatto per ospitarla, ma non credo che attualmente sia un'opzione sul tavolo». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/usano-la-delta-per-sabotare-johnson-intanto-luefa-blocca-i-tifosi-inglesi-2653623706.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="ema-e-medici-spengono-lallarmismo-vaccini-efficaci-contro-le-varianti" data-post-id="2653623706" data-published-at="1625179180" data-use-pagination="False"> Ema e medici spengono l’allarmismo. «Vaccini efficaci contro le varianti» L'efficacia delle due dosi di vaccino contro la variante delta del Covid-19 sta raccogliendo un incredibilmente consenso nel mondo scientifico. Perfino l'Agenzia europea dei medicinali (Ema) si è sbilanciata ieri, via social, affermando: «Sembra che i quattro vaccini autorizzati nell'Ue proteggano contro tutte le varianti» del coronavirus Sars-CoV-2, «inclusa la delta», quella identificata per la prima volta in India. «I primi dati», si legge, «suggeriscono che due dosi di vaccino proteggono contro la variante e che gli anticorpi derivanti dai vaccini approvati la neutralizzino». Una notizia non da poco, se si considera che la delta è già presente in 96 Paesi, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, che ritiene diventerà forma dominante, visto che si diffonde con una velocità superiore del 55% alla alpha (inglese). «La variante delta è coperta dalla doppia dose dei vaccini» anti-Covid, ha ribadito anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto su Radio24. Sergio Abrignani, immunologo dell'università Statale di Milano, componente del Cts per l'emergenza Covid, ha ripetuto al Corriere della Sera che «i vaccini funzionano contro la variante delta. Oltre che gli studi sperimentali, lo confermano i dati della Gran Bretagna. Da poche centinaia di nuove infezioni in media al giorno, sono diventati 18.000. Eppure», spiega, «le vittime sono “soltanto" 20, e dico soltanto con grande rispetto per loro. Pochi anche i ricoverati in terapia intensiva, proprio perché gran parte della popolazione è immunizzata». A livello istituzionale anche Giorgio Palù, componente del Cts e presidente dell'Agenzia del farmaco (Aifa), su Repubblica, ha ricordato che la variante delta è uno «dei circa 20 ceppi mutanti», segno di un'evoluzione naturale del virus. «Una delle sue tre sottovarianti», ha proseguito il virologo di fama mondiale, «ha acquisito mutazioni che la rendono più infettiva. Alcuni la descrivono come responsabile di sintomi più lievi: il naso che cola, mal di testa, i segni tipici del raffreddore». Secondo Palù, servono più dati per chiarire se la minore aggressività «sia legata al fatto che in Inghilterra, dove è più studiata perché più diffusa, molti dei positivi al virus delta avevano già ricevuto la prima dose di vaccino acquistando una certa protezione», ha osservato ribadendo che «la vaccinazione è un significativo scudo contro forme gravi e ricoveri». Sulla stessa linea anche Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova: «Due dosi proteggono perfettamente da questa variante. In Inghilterra vediamo un aumento dei contagi tra i giovani, ma non un aumento di ospedalizzazioni e decessi, questo perché i vaccini funzionano». Del resto, numeri alla mano, «Pfizer e Moderna ancor prima del richiamo, arrivano a coprire contro la Delta fino al 90%. Astrazeneca al 75: c'è un lavoro scozzese pubblicato su Lancet, che è una delle riviste scientifiche più prestigiose. Col richiamo c'è una riduzione del 95% di ricoveri e morti. Un rapporto inglese pubblicato qualche giorno fa ha confermato i dati: il richiamo con Astrazeneca innalza la copertura all'85% e con Pfizer e Moderna si arriva al 95. Rimane fuori un 5%, certo, ma è un rischio calcolato, è impossibile avere una copertura totale». Secondo Bassetti, «chi parla di lockdown fa terrorismo psicologico. Non ne parlano nemmeno in Inghilterra dove la variante delta è largamente predominante. Chi dice che in Inghilterra la situazione continua a peggiorare», conclude, «non sa leggere i numeri, o non vuole».
Luca Casarini. Nel riquadro, il manifesto abusivo comparso a Milano (Ansa)
Quando non è tra le onde, Casarini è nel mare di Internet, dove twitta. E pure parecchio. Dice la sua su qualsiasi cosa. Condivide i post dell’Osservatore romano e quelli di Ilaria Salis (del resto, tra i due, è difficile trovare delle differenze, a volte). Ma, soprattutto, attacca le norme del governo e dell’Unione europea in materia di immigrazione. Si sente Davide contro Golia. E lotta, invitando anche ad andare contro la legge. Quando, qualche giorno fa, è stata fermata la nave Humanity 1 (poi rimessa subito in mare dal tribunale di Agrigento) Casarini ha scritto: «Abbatteremo i vostri muri, taglieremo i fili spinati dei vostri campi di concentramento. Faremo fuggire gli innocenti che tenete prigionieri. È già successo nella Storia, succederà ancora. In mare come in terra. La disumanità non vincerà. Fatevene una ragione». Questa volta si sentiva Oskar Schindler, anche se poi va nei cortei pro Pal che inneggiano alla distruzione dello Stato di Israele.
Chi volesse approfondire il suo pensiero, poi, potrebbe andare a leggersi L’Unità del 10 dicembre scorso, il cui titolo è già un programma: Per salvare i migranti dobbiamo forzare le leggi. Nel testo, che risparmiamo al lettore, spiega come l’Ue si sia piegata a Giorgia Meloni e a Donald Trump in materia di immigrazione. I sovranisti (da quanto tempo non sentivamo più questo termine) stanno vincendo. Bisogna fare qualcosa. Bisogna reagire. Ribellarsi. Anche alle leggi. Il nostro, sempre attento ad essere politicamente corretto, se la prende pure con gli albanesi che vivono in un Paese «a metà tra un narcostato e un hub di riciclaggio delle mafie di mezzo mondo, retto da un “dandy” come Rama, più simile al Dandy della banda della Magliana che a quel G.B. Brummel che diede origine al termine». Casarini parla poi di «squadracce» che fanno sparire i migranti e di presunte «soluzioni finali» per questi ultimi. E auspica un modello alternativo, che crei «reti di protezione di migranti e rifugiati, per sottrarli alle future retate che peraltro avverranno in primis nei luoghi di “non accoglienza”, così scientificamente creati nelle nostre città da un programma di smantellamento dei servizi sociali, educativi e sanitari, che mostra oggi i suoi risultati nelle sacche di marginalità in aumento».
Detto, fatto. Qualcuno, in piazzale Cuoco a Milano, ha infatti pensato bene di affiggere dei manifesti anonimi con le indicazioni, per i migranti irregolari, su cosa fare per evitare di finire nei centri di permanenza per i rimpatri, i cosiddetti di Cpr. Nessuna sigla. Nessun contatto. Solo diverse lingue per diffondere il vademecum: l’italiano, certo, ma anche l’arabo e il bengalese in modo che chiunque passi di lì posa capire il messaggio e sfuggire alla legge. Ti bloccano per strada? Non far vedere il passaporto. Devi andare in questura? Presentati con un avvocato. Ti danno un documento di espulsione? Ci sono avvocati gratis (che in realtà pagano gli italiani con le loro tasse). E poi informazioni nel caso in cui qualcuno dovesse finire in un cpr: avrai un telefono, a volte senza videocamera. E ancora: «Se non hai il passaporto del tuo Paese prima di deportarti l’ambasciata ti deve riconoscere. Quindi se non capisci la lingua in cui ti parla non ti deportano. Se ti deportano la polizia italiana ti deve lasciare un foglio che spiega perché ti hanno deportato e quanto tempo deve passare prima di poter ritornare in Europa. È importante informarci e organizzarci insieme per resistere!».
Per Sara Kelany (Fdi), «dire che i Cpr sono “campi di deportazione” e “prigioni per persone senza documenti” è una mistificazione che non serve a tutelare i diritti ma a sostenere e incentivare l’immigrazione irregolare con tutti i rischi che ne conseguono. Nei Cpr vengono trattenuti migranti irregolari socialmente pericolosi, che hanno all’attivo condanne per reati anche molto gravi. Potrà dispiacere a qualche esponente della sinistra o a qualche attivista delle Ong - ogni riferimento a Casarini non è casuale - ma in Italia si rispettano le nostre leggi e non consentiamo a nessuno di aggirarle». Per Francesco Rocca (Fdi), si tratta di «un’affissione abusiva dallo sgradevole odore eversivo».
Casarini, da convertito, diffonde il verbo. Che non è quello che si è incarnato, ma quello che tutela l’immigrato.
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