2025-09-06
Usa e Onu al lavoro per la nuova Gaza. Raid di Idf, distrutto un grattacielo
La Mushtaha Tower di Gaza crolla dopo essere stata colpita dalle forze israeliane (Ansa)
Tajani: basta bombe. Pisa, scontro Anpi-comunità ebraica al ricordo delle leggi razziali.Gli Stati Uniti e le Nazioni Unite stanno lavorando a un progetto per la ricostruzione della Striscia di Gaza, con l’obiettivo di presentarlo prima dell’Assemblea generale dell’Onu ed evitare che il dibattito venga monopolizzato dalla questione sul riconoscimento dello Stato palestinese. Secondo quanto riportato dal Guardian, la proposta include la creazione di un esecutivo tecnico con mandato annuale per governare Gaza, l’invio di una forza internazionale di stabilizzazione, il disarmo di Hamas e il rigetto di qualsiasi ipotesi di deportazione collettiva dei palestinesi. Il piano, che richiede l’approvazione delle Nazioni Unite e il sostegno diretto della Casa Bianca, è stato seguito in particolare dal segretario di Stato americano Marco Rubio.Ieri pomeriggio le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato la distruzione di un edificio di 12 piani nella parte occidentale di Gaza City, la Mushtaha Tower. L’ordine di evacuazione era stato emesso solo pochi minuti prima dell’attacco, attraverso volantini lanciati dall’aviazione israeliana. Poi i caccia hanno colpito e ridotto l’edificio in macerie. Secondo fonti militari all’interno della struttura Hamas aveva realizzato un’infrastruttura utilizzata per coordinare attacchi contro le truppe israeliane. Sotto l’edificio i miliziani avevano scavato un complesso sotterraneo, sfruttato per imboscate e come via di fuga. Prima del raid l’esercito israeliano ha sottolineato di aver adottato misure per limitare i rischi ai civili: allerte preventive, uso di munizioni di precisione, sorveglianza aerea e ricorso a informazioni di intelligence. Sempre nella giornata di ieri Hamas ha diffuso un video che mostra l’ostaggio Guy Gilboa-Dalal insieme a un secondo prigioniero. Secondo la versione dell’organizzazione le immagini sarebbero state girate la scorsa settimana. Gilboa-Dalal viene ripreso a bordo di un veicolo durante un trasferimento a Gaza City, dove incontra l’ostaggio Alon Ohel e afferma che in città sarebbero trattenute otto persone. Rivolgendosi agli israeliani l’uomo lancia un appello a manifestare: «Questa è la mia ultima opportunità». L’ufficio di Benjamin Netanyahu ha comunicato che il premier «ha parlato a lungo con i genitori degli ostaggi Guy Gilboa-Dalal e Alon Ohel e li ha incoraggiati alla luce del crudele video di propaganda diffuso da Hamas». Netanyahu ha ribadito che «la guerra può terminare immediatamente solo alle condizioni stabilite da Israele: rilascio di tutti gli ostaggi, vivi o morti; disarmo di Hamas; smilitarizzazione di Gaza; controllo di sicurezza israeliano sulla Striscia; istituzione di un governo civile alternativo che non rappresenti una minaccia per Israele. Nessun video di propaganda malvagia ci indebolirà, né ci distoglierà dalla nostra determinazione a raggiungere questi obiettivi». Secondo Ynet News l’Idf non avrebbe informazioni precise sulla posizione degli ostaggi, ma soltanto valutazioni su aree in cui potrebbero trovarsi. Un ufficiale ha spiegato che «è difficile prevedere se Hamas sceglierà di proteggerli, usarli come scudi umani, eliminarne alcuni per manipolare la situazione o disperderli tra le masse di sfollati». Sul piano diplomatico, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo al Foro nuova economia di Barcellona, ha osservato: «Israele sta facendo errori. Prima aveva ragione, ma ora dobbiamo lavorare per un cessate il fuoco. Ci sono troppi morti, bambini e donne, non solo combattenti di Hamas. Noi non siamo con Hamas, condividiamo la stessa posizione di Israele, ma bisogna lavorare per la pace». Ieri, intanto, a San Rossore, alla commemorazione della firma delle leggi razziali è scoppiata la polemica con la Comunità ebraica dopo che il presidente locale di Anpi Bruno Possenti ha fatto nell'orazione riferimenti alle azioni di Israele contro i palestinesi. In particolare ha detto che «al binario 21 quando deportavano ebrei c'era anche troppa indifferenza e anche oggi non si può restare indifferenti di fronte al massacro di un popolo». Frasi «intellettualmente disoneste» per il presidente della Comunità ebraica Andrea Gottfried che ha rinunciato a parlare. «Mai più dove c'è Anpi».
Antonio Decaro con Elly Schlein a Bari (Ansa)