2022-03-07
Gli Usa di Biden creano un Afghanistan in Europa
Herat, Afghanistan: soldati afgani in una discarica di carri armati dell'era sovietica utilizzati nella guerra sovietico-afghana tra il 25 dicembre 1979 e il 15 febbraio 1989 (Ansa)
Armando gli ucraini, compresi mercenari e gruppi neonazisti, gli americani stanno ponendo le condizioni per un conflitto lungo e per la nascita nel cuore del continente di un movimento xenofobo e ultranazionalista. Che poi userà quell’arsenale contro di noi. Diplomazie al lavoro, ma Antony Blinken: «Forniremo a Zelensky aerei da combattimento».Prima che al Riotta di turno venga in mente di associarmi a qualche movimento filo Putin, chiarisco subito di non essere mai stato a Mosca, né a San Pietroburgo o a Ekaterinburg. Per dirla tutta, non ho mai visitato la Russia, né mi è mai capitato di incontrare qualche emissario del Cremlino. Non conosco l’ambasciatore della Federazione ex sovietica o il suo incaricato d’affari in Italia e, per rassicurare qualche idiota che via Twitter si interroga su quali siano le nostre fonti di finanziamento, La Verità non ha mai preso soldi da qualcuno che non siano i propri lettori. Infatti, a differenza di altre testate, noi non percepiamo un euro dallo Stato italiano e siccome non siamo L’Unità non abbiamo mai neppure beneficiato di una lira da quello russo. L’Aeroflot, cioè la compagnia aerea moscovita, non fa pubblicità sul nostro giornale, né mi risulta che ci siano altre società riconducibili all’entourage del Cremlino che abbiano mai comprato un solo francobollo da appiccicare sulle nostre pagine. Insomma, detto in poche ma chiare parole, noi non abbiamo nulla da spartire con Putin.In compenso, devo confessare che negli ultimi quarant’anni ho viaggiato in lungo e in largo per l’America, passando da una costa all’altra degli States e visitando anche i luoghi più remoti e sconosciuti e non solo New York, Los Angeles o San Francisco come fa la maggioranza dei miei colleghi. Inoltre, più di una volta ho incontrato gli ambasciatori degli Stati Uniti che si sono succeduti in Italia nel corso delle diverse amministrazioni. In sintesi, conosco l’America più di qualsiasi altro Paese al mondo, Italia esclusa. Vi chiedete perché abbia deciso di raccontarvi dove trascorro le mie vacanze e perché lo faccia proprio ora, che non è neppure periodo di ferie? La risposta è semplice: pur amando gli Stati Uniti, non posso nasconderne gli errori, soprattutto quando sono macroscopici come quelli che sono costretto a registrare in questi giorni.Mi spiego. Leggo spesso commenti che accomunano l’invasione in Ucraina a quella in Afghanistan. Dunque, secondo gli osservatori, la campagna di Putin contro Kiev sarebbe destinata a fare la fine di quella di Breznev contro Kabul. Ovviamente non sono un analista militare e non posso dire se l’opinione sia fondata oppure no. Certo, invadere un Paese grande il doppio dell’Italia e con 42 milioni di abitanti non è come occupare la Crimea e il rischio di una guerra dei vent’anni esiste, perché sottomettere un popolo non è cosa che possa riuscire neppure a un esercito armato fino ai denti come quello di Mosca. A maggior ragione se l’America e la Nato si danno da fare per sostenere la resistenza. A prescindere dai torti e dalle ragioni delle due parti in campo, l’Occidente ha scelto di schierarsi in difesa di quella ritenuta più debole, ossia di chi è stato invaso. E infatti l’Italia e gli altri Paesi europei hanno deciso di inviare armi agli ucraini, anche se quasi sempre l’arsenale in omaggio è costituito da ferri vecchi, destinati a essere dismessi. Da recenti rivelazioni si è scoperto che l’America ha iniziato ad armare Kiev addirittura prima della fine dell’anno scorso, cioè quando la guerra non era ancora scoppiata. Non solo: Washington sarebbe pronta a cedere a Zelensky e compagni anche aerei militari, per consentire all’Ucraina di combattere ad armi pari contro la Russia. Premesso che non mi piace la guerra per procura e che se qualcuno deve difendere la libertà lo deve fare a viso scoperto, ciò che sta accadendo è molto chiaro: per difendere Kiev, l’America sta rischiando di far scoppiare una guerra mondiale nel cuore dell’Europa. Anzi, forse una guerra nucleare, perché Mosca non è Kabul e nemmeno Bagdad, dunque basta poco perché la situazione sfugga di mano.Ovviamente non è la prima volta che gli Stati Uniti provano a esportare la democrazia e anche a sostenere il cambiamento di governi al di fuori dei propri confini. Purtroppo mi tocca registrare che non sempre è finita bene. Non penso solo alla Siria, alla Libia e all’Egitto, dove la Casa Bianca ha fomentato le primavere arabe con i risultati disastrosi a tutti noti. Penso proprio all’Afghanistan, e non alla catastrofica fuga dell’esercito americano, che ha riconsegnato il Paese ai talebani, ma al sostegno militare che 42 anni fa gli Usa fecero arrivare a chi combatteva contro i sovietici. Anche allora si affidarono le armi alle truppe irregolari, nella speranza che facessero la guerra ai russi per conto dell’Occidente. E in effetti gli studenti coranici, insieme con i signori della guerra delle diverse tribù afghane, alla fine sconfissero l’Armata rossa, costringendola al ritiro. Il problema è che, dopo aver combattuto, i talebani non deposero le armi che l’America aveva consegnato, ma rivolsero bombe e fucili contro chi li aveva addestrati e finanziati. Ecco, questo è il punto. A prescindere da come andrà la guerra in Ucraina e chi tra Zelensky e Putin vincerà, gli Stati Uniti stanno facendo lo stesso errore che hanno già compiuto in Afghanistan, in Siria e in Libia. Regalano arsenali per abbattere o contrastare un regime e poi si ritrovano nel mirino di quegli stessi kalashnikov, e noi con loro. I talebani sono nati grazie all’America e così pure lo Stato islamico, perché Washington ha usato i fondamentalisti contro Assad. Ecco, ora noi rischiamo di far nascere un movimento xenofobo e ultranazionalista in Europa. Perché, nonostante l’Europa faccia finta di non vedere, al fianco degli ucraini sono schierati mercenari e gruppi neonazisti che con la libertà e il diritto all’autodeterminazione dei popoli non hanno nulla da spartire. Come ormai mi pare chiaro, per fermare i russi noi stiamo armando delle milizie che domani potrebbero rivolgere i loro lanciamissili contro di noi. Se così fosse, l’Ucraina sarebbe davvero un nuovo Afghanistan, ma nel cuore dell’Europa. Anzi, con un fucile puntato contro il cuore dell’Europa.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)