2019-09-13
Il colosso Uniqlo apre a Milano. E il «fast fashion» giapponese vale 17 miliardi
True
Ha aperto stamattina, in piazza Cordusio, il primo negozio italiano del marchio nato a Hiroshima nel 1984. E il successo è immediato.Non solo Uniqlo: il re del fast fashion giapponese possiede otto marchi. Tutti di successo. Tadashi Yanai, patrimonio stimato a 24.8 miliardi di dollari: «In questo Paese vorrei aprire almeno 100 negozi». Sette capi che uniscono il made in Japan all'unicità di Milano: ecco cosa non perdersi nel nuovo store milanese. Lo speciale contiene tre articoli.Che Milano fosse affascinata dal Giappone non era certo un mistero. Ristoranti di sushi, aperture di bistrot di cucina autentica nipponica che si rincorrono per tutte le vie della città, negozi che ricordano un po' i kombini (i negozi aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7) che spopolano a Tokyo, addirittura un megastore con tanto di mostre ed eventi ad hoc a due passi dai Navigli e marimo (le alghette a forma di palla porta fortuna) che ormai sono così di moda da risultare - nella loro bruttezza estetica - quasi piacevoli anche a chi non conosce niente di Oriente. A due passi da piazza Duomo, e più precisamente in piazza Cordusio, c'è un motivo in più per immergersi nell'atmosfera tokyota. Uniqlo, il colosso dei moda creato da Tadashi Yanai, dopo anni di tentennamenti sbarca finalmente in Italia. Per il suo primo negozio nel nostro Paese la scelta è ricaduta su Milano. Tre piani in cui la cultura giapponese si fonde con quella meneghina. A colpire, oltre alla grande scala bianca che accompagna i visitatori dello store, è il mica video wall su cui vengono trasmesse a ripetizione alcune delle aree più belle di Tokyo. Tra le immagini scelte ci sono quelle del Senso-ji, il tempio buddhista più antico della città, illuminato di notte con la sua pagoda a cinque piani, ma anche il fiume Sumida durante l'hanami, la stagione in cui Tokyo si riempie di fiori di ciliegio, con le sue imbarcazioni a forma di cigno tanto apprezzate dalle coppiette locali. E poi ci sono Akihabara, la città elettrica degli appassionati di manga e anime, scorci di auto che sfrecciano nelle strade cittadine. Insomma, se non fosse che alzando lo sguardo si riesca a scorgere, dalle vetrate del negozio, un tipico palazzo meneghino, sembrerebbe quasi che i 9.700 chilometri che separano in linea d'aria la capitale della moda italiana da Tokyo si siano annullati proprio sotto la Madonnina. Ma torniamo al negozio. Uniqlo, che in principio si chiamava Unique clothing warehouse, non è il classico luogo in cui si trovano capi fast fashion. L'ispirazione è totalmente opposta. Uniqlo si basa infatti sul concetto del «fudan-ghi». In giapponese, il termine «fudan» si utilizza per indicare un qualcosa du quotidiano, casual. «Fudan-ghi» significa dunque abiti che possono essere utilizzati ogni giorno, in ogni tipo di contesto. Il design essenziale, la durevolezza dei materiali e il basso costo (un maglione in cachemire costa circa 79 euro) sono le chiavi del successo di questo colosso che, nei sogni di Tadashi Yanai, «potrebbe aprire 100 negozi in tutta Italia».«L'abbigliamento è come una scatola di attrezzi da lavoro» ha spiegato Tadashi Yanai durante la presentazione del megastore meneghino «con dei capi semplici si possono comporre look anche complessi. Uniqlo è anche questo e offre la possibilità di associare a capi di alta moda, della tradizione italiana, qualcosa di semplice che può essere rivoluzionato in base a come lo si porta». All'interno dello store milanese oltre a tutte le collezioni del marchio, compresa la vasta selezione di felpe e tshirt UT con stampe grafiche create in collaborazione con artisti da tutto il mondo, convivono realtà tutte italiane. Se da un lato a dipingere le vetrine e le borse del brand è l'italianissima Olimpia Zagnoli, dall'altra a condurre al secondo piano del negozio sono le scalinate progettate da Kenji Matsuki, architetto e designer che ha portato a Milano il più classico ed essenziale stile nipponico.L'approccio minimal di Uniqlo si incontra anche all'interno di un giardino d'inverno, progettato con Odd garden, in cui piante giapponesi e italiane convivono in un luogo in cui il silenzio e il relax aiuteranno a migliorare la qualità dello shopping di chi varcherà la soglia dello store di Cordusio. L'Uniqlo milanese rappresenta una vera e propria evoluzione del concetto di retail a cui il marchio giapponese ha abituato i suoi fan. Oltre a essere un punto vendita è al tempo stesso un museo grazie alle opere di Hokusai esposte al secondo piano del negozio del museo d'arte orientale collezione Mazzocchi. Ma non solo. Alla base del negozio c'è l'essenza giapponese del rispetto del passato, del presente e del futuro e la capacità di guardare con occhi attenti al benessere delle persone e del pianeta su cui viviamo.
Mario Draghi e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (Imagoeconomica). Nel riquadro il programma dell'evento organizzato da La Verità
Charlie Kirk con la moglie Erika Frantzve (Getty Images)
L’AIE cambia idea, niente picco di domanda. Tassonomia Ue, gas e nucleare restano. Stagione atlantica avara di uragani. La Germania chiede più quote di emissione. Cina in ritardo sul Net Zero. Maxi-diga in Etiopia.