2021-02-20
Un’audizione a Palamara per spiegare meglio questo doppiopesismo
In chat scriveva: «Il leghista ha ragione, ma dobbiamo colpirlo». C'è l'ipotesi di farlo testimoniare su eventuali pressioni politiche. Il governo giallorosso ha agito in continuità con le scelte da ministro di Matteo Salvini. Non solo: i ministri del primo governo Conte erano informati delle indicazioni del ministro dell'Interno. I due testimoni chiave del caso Gregoretti, Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio, scagionano Salvini, mentre all'orizzonte si profila la possibilità di sentire in aula a Catania, come richiesto dalle parti civili, anche lo stratega delle nomine Luca Palamara. «Deciderà il giudice» se ascoltarlo, ha commentato l'avvocato Giulia Bongiorno, che difende Salvini. «A me interessa capire se per caso gli input di questo procedimento nascano dall'idea che un politico di destra debba essere fatto fuori dal punto di vista giudiziario». Il «bisogna attaccarlo», riferito a Salvini nelle chat di Palamara è ancora tutto da chiarire. Nel corso dell'udienza di ieri, invece, si è definito il punto cruciale del procedimento che vede Salvini accusato di sequestro di persona per non aver permesso subito lo sbarco dei 131 passeggeri della nave militare nel luglio 2019. Lamorgese, per due ore, carte alla mano, ha spiegato che durante la sua gestione il tempo medio di permanenza in mare delle persone soccorse da navi umanitarie è stato di due giorni e mezzo dal momento della richiesta del porto sicuro. Per i primi tre casi successivi al suo insediamento, il 5 settembre 2019 (riguardanti le navi Ocean Viking, Alan Kurdi e Aita Mari), la procedura seguita è stata quella del governo precedente (riconosciuta da Conte come propria, tanto che le relazioni con l'Ue venivano curate da Palazzo Chigi, con l'autorizzazione allo sbarco dopo la disponibilità di accoglienza manifestata dei Paesi Ue) e la media non è stata rispettata. Ma Lamorgese ha anche fornito un secondo dettaglio interessante, spiegando che ogni evento fa storia a sé, perché ha le sue peculiarità. Nel caso dell'Ocean Viking, per esempio, la nave rimase in mare per 11 giorni e lo sbarco fu permesso solo dopo la chiusura delle urne in Umbria. A processo però c'è finito solo Salvini. Ed è anche per questo motivo, forse, che prende peso la possibile audizione di Palamara. «La deposizione del ministro Lamorgese è stata tecnica, buona», ha commentato il giudice Nunzio Sarpietro prima di lasciare l'aula bunker del carcere di Catania. Ma anche la deposizione di Di Maio è un punto a favore dell'ex ministro dell'Interno. Anche se l'avvocato di Di Maio, dopo l'udienza, è stato costretto a una precisazione perché le dichiarazioni del ministro degli Esteri erano già state mistificate: «Il ministro non ha affatto detto che la notizia degli sbarchi si apprendeva dai tweet di Salvini, ma che da quei tweet si aveva notizia del blocco della nave in mare. E, dunque, non dello sbarco, il che è sostanzialmente diverso. A rigor di logica, peraltro, affermare che si apprendeva di uno sbarco da un tweet è del tutto privo di senso». Di Maio ha anche ricordato che «quando era al governo con Salvini cercava sempre di sollecitare lo sbarco di una imbarcazione con i migranti a bordo». Il che conferma che Salvini interloquiva con i colleghi e che nel governo sul tema c'era dibattito. D'altra parte il leader del Carroccio ha sempre dichiarato di aver agito collegialmente. Per questo motivo che il giudice Sarpietro ha voluto ascoltare il 29 gennaio Conte quando era ancora premier (la toga è stata beccata dalle Iene a mangiare in un ristorante della capitale subito dopo aver sentito l'ex premier. Peccato che quel giorno Roma fosse in zona arancione e i ristoranti chiusi al pubblico). La difesa di Salvini punta sulle sette email scambiate proprio tra Palazzo Chigi e il ministero degli Esteri nei giorni in cui la Gregoretti era ancorata ad Augusta. «Credo che la testimonianza di Lamorgese», ha spiegato l'avvocato Bongiorno, «sia stata decisiva perché è emerso che tra il Conte 1 e il Conte 2 vi era una continuità nella linea di azione». Bongiorno ha sottolineato che è anche emersa la vera natura delle navi che ospitavano gli immigrati: «Lamorgese ha fatto presente che quelle navi possono effettivamente contenere passeggeri per vari giorni». E questa è la circostanza che smonta l'accusa di sequestro di persona (la Procura aveva infatti già chiesto l'archiviazione del procedimento). «Abbiamo fatto quello che la legge permetteva e che gli italiani ci chiedevano», ha detto Salvini, sostenendo di aver «salvato vite, in sintonia con la linea di Draghi, ma soprattutto abbiamo svegliato l'Europa». Il ruolo dell'Ue entrerà nel procedimento alla prossima udienza del 5 marzo: il testimone è l'ambasciatore italiano all'Ue Maurizio Massari.