2018-11-17
La jihad dei vaccini fa un’altra vittima innocente
L'ostetrica licenziata dall'azienda sanitaria delle Marche perché avrebbe rifiutato di vaccinarsi contro la parotite in realtà era favorevole ad assumere la singola dose, non il trivalente. Intanto, l'Asur ha colto la palla al balzo per mandarla via.Nemmeno il tempo di respirare, ed ecco che i talebani della siringa hanno trovato un'altra infedele da immolare. La storia della «epidemia di morbillo» a Bari provocata da una untrice di otto anni «figlia di No vax» si è risolta in nulla (la bimba non era figlia di anti vaccinisti e il morbillo se l'è preso in ospedale). Dunque bisognava subito individuare un nuovo poveraccio su cui accanirsi. È toccato a una signora di Civitanova Marche, 57 anni, di professione ostetrica. L'Asur, l'azienda sanitaria marchigiana guidata da Alessandro Maccioni, ha deciso di licenziarla. Motivo? Ha rifiutato di vaccinarsi. Sui media nazionali, ovviamente, è scoppiato il solito putiferio: dagli alla strega No vax che mette a rischio la vita dei bambini; dagli all'infedele che non accetta la Divina Prescrizione. Contro la signora si è scatenata la più feroce delle jihad sanitarie, e ad alimentarla ci ha pensato l'imam Roberto Burioni - anche noto come Al Burioni - il più temibile integralista dell'iniezione. Senza conoscere i particolari della vicenda, il medico con la passione dei somari ha scritto su Facebook: «Un sanitario che rifiuta le vaccinazioni secondo me non solo è un ignorante non scusabile, ma è qualcosa di vicinissimo a un criminale. [...] Un'ostetrica non vaccinata può contrarre morbillo, varicella, rosolia e trasmettere queste malattie alle future mamme e ai neonati con conseguenze devastanti». Il post proseguiva sempre sullo stesso tono e si concludeva con i complimenti ad Alessandro Maccioni per aver licenziato «in tronco questa ostetrica incosciente».Piccolo particolare: l'ostetrica in questione non è una No vax. Ieri lo ha detto e ribadito ai quotidiani locali, e il suo avvocato - Monica Seri - lo ha spiegato per filo e per segno alla Verità. Non solo: l'ostetrica non rischia di «contrarre morbillo, varicella, rosolia» come ha scritto Roberto Burioni. Per un semplice motivo: è già immune. Vediamo di ricostruire la storia dall'inizio. Tutto comincia ad agosto, quando la signora ritorna all'ospedale di Civitanova Marche dopo un infortunio. L'ostetrica, prima di rientrare in servizio, si è sottoposta a una serie di esami richiesti dall'azienda, dai quali è emersa una irregolarità. La donna non aveva problemi con morbillo e rosolia, ma non era protetta dalla parotite. Come ricostruisce l'avvocato Seri, l'ostetrica ha detto ai suoi dirigenti di «aver contratto la malattia in età infantile, tant'è che risulta avere un valore degli anticorpi Igg pari a 8,28 a fronte di un'immunità stabilita con valori uguali o superiori a 9». In ogni caso, «si è dichiarata fin da subito disponibile a sottoporsi all'unica vaccinazione per la patologia alla quale non risulta immune». La diretta interessata ha voluto chiarirlo ulteriormente: «Non sono una No vax e non appartengo a nessun movimento del genere. Mi sono solo rifiutata di sottopormi a un vaccinazione contro due malattie per le quali sono già immune, il medico con cui ho parlato non ha escluso che potessero esserci dei rischi. Avevo chiesto all'azienda di fare solo per la parotite. Loro mi hanno risposto che avrei dovuto fare il trivalente».Ecco come sono andate davvero le cose. La signora non è una No vax, si è rifiutata di farsi iniettare il vaccino per due malattie a cui era già immune. Per altro, la legge italiana non prevede l'obbligo per gli operatori sanitari di farsi vaccinare. L'azienda ospedaliera marchigiana ha dovuto appoggiarsi a una legge regionale. Il paradosso, in sostanza, è che la nostra ostetrica, in un'altra regione, potrebbe tranquillamente lavorare. Non solo. L'Asur non l'ha licenziata immediatamente. Prima di cacciarla, infatti, le ha cambiato occupazione, trasferendola in archivio. Il licenziamento è arrivato solo in un secondo momento. Viene il sospetto che di questa dipendente l'azienda volesse liberarsi, in un modo o nell'altro. E per farlo ha pensato bene di battere un ferro rovente, ovvero la questione vaccini. Se cacci un dipendente che non ti piace, sono guai. Ma se allontani un pericoloso infedele No vax, beh, l'opinione pubblica non potrà che approvare. Ora, però - giustamente - l'ostetrica farà ricorso. E, nei prossimi giorni deciderà anche se e come agire contro chi l'ha insultata pubblicamente. È proprio l'aspetto degli insulti a sconcertare di più. Roberto Burioni si presenta come il paladino della scienza, l'Ayatollah dotato della suprema conoscenza e chiamato a illuminare gli ignoranti che impestano la Terra. Ma non si è nemmeno premurato di informarsi prima di accusare una donna appena licenziata di essere una criminale. Ieri, nel tentativo di correggere il tiro, il professorone ha sparso altre bugie: «A quanto riporta la stampa», ha scritto, «la signora in questione rifiuta la vaccinazione contro la pertosse perché afferma di avere avuto la malattia da piccola». La pertosse, precisa Burioni, «può contagiare i neonati con conseguenze gravissime e addirittura mortali». Piccolo problema: la signora non rifiuta di vaccinarsi contro la pertosse, ma contro la parotite. Burioni, semplicemente, non conosce la vicenda. Ha letto un articolo di Repubblica in cui si faceva confusione tra pertosse e parotite ed è partito a testa bassa, scrivendo che «l'ostetrica dice di non essere No vax, ma fa i ragionamenti tipici dei No vax. Il vaccino contro la pertosse è infatti contenuto insieme a quello per il tetano e la difterite e lei, per motivi che io non capisco (il vaccino è sicurissimo ed estremamente efficace) vuole il vaccino solo contro la pertosse». Di nuovo, l'avvocato della signora smentisce: l'ostetrica rifiuta un vaccino trivalente diverso da quello di cui parla Burioni, ovvero il cosiddetto Mpr (morbillo, parotite e rosolia). Ricostruendo questa storia, non vogliamo sostenere che i vaccini siano inutili. Semplicemente, ci interessa mostrare quanto la questione vaccini sia diventata un'arma politica. Basta citare - anche a sproposito - la parola No vax per scatenare la guerra santa, come ha fatto Burioni (e chissà se il professore si correggerà o se farà orecchioni da mercante...).