2020-10-20
Una rete di spie per la dama del cardinale
Cecilia Marogna aveva provato ad allestire agenzie di intelligence in Vaticano parlando con l'allora capo della Gendarmeria, Domenico Giani. Che commenta: «Una idea del genere da noi non aveva spazio». Le foto su Facebook e le magre dichiarazioni dei redditi.La spy story del momento si arricchisce di un nuovo capitolo. Cecilia Marogna più che l'analista geopolitica voleva fare la 007. Ma non in Italia, bensì in Vaticano. La Verità è in grado di ricostruire che la trentanovenne sarda in stretti rapporti con il cardinale Angelo Becciu aveva parlato di un progetto riservatissimo con l'allora comandante della Gendarmeria, Domenico Giani. L'idea era quella di costituire nella Santa Sede un servizio di intelligence omologo a quello italiano, con una ripartizione in tre agenzie sul modello dei nostri apparati di sicurezza.Ovviamente un ruolo di primo piano avrebbe dovuto essere affidato alla stessa Marogna. Che si sussurra puntasse alla guida di una specifica società o struttura di analisi.La donna riferì la sua idea a Giani nei primi mesi del 2018.Poco prima, nel novembre del 2017, la trentanovenne sarda aveva ricevuto l'investitura ufficiale di Becciu, il numero due sella Segreteria di Stato. In una lettera il cardinale dichiarava di conoscerla e «di riporre in Lei fiducia e stima per la serietà della sua vita e della sua professione» e le conferiva un ruolo ufficiale, difficile da ignorare: «La signora Marogna presta servizio professionale come analista geopolitico e consulente relazioni esterne per la Segreteria di Stato-sezione Affari generali».Un passe-partout che consentiva alla signora, arrestata il 13 ottobre scorso con l'accusa di appropriazione indebita e di peculato, di accedere ai più alti livelli della sicurezza vaticana.Dopo l'esplosione del caso Marogna, lo stesso Giani ha ricostruito con alcuni vecchi collaboratori l'incontro con la giovane: «Come arrivò da me? Se una persona viene a presentarsi, è verosimile che sia stata prima presentata». Una frase che sembra un preciso riferimento a Becciu. Ma di che cosa discussero i due? «Nell'occasione ha proposto cose per noi non realizzabili. Una ragazza che aveva questa idea dei servizi da noi non aveva spazio… in quella fase storica non c'erano donne nella direzione della Gendarmeria e non aveva esperienza […] Non ero per niente d'accordo a un'ipotesi come quella perché non la trovavo realizzabile, intanto perché il Vaticano non ha i servizi segreti, ma i servizi di sicurezza che sono un'altra cosa…». Poi ha aggiunto: «Ci sono precise strutture deputate a proteggere i cristiani nel mondo: la Gendarmeria, le congregazioni che si occupano di dialogo interreligioso ed ecumenico o di sanità; ma anche realtà che seguono queste tipo di questioni da decenni, come la comunità di Sant'Egidio, per fare un esempio».Vista la passione per l'intelligence della donna, non stupisce che un testimone abbia collegato il suo nome a due bonifici partiti dal Vaticano e diretti alla Inkerman training limited, ditta del gruppo Inkerman, piccola società inglese di spioni privati. Il primo pagamento venne spedito nel febbraio del 2018, il secondo nell'aprile dello stesso anno.Grazie ai social abbiamo scoperto che la Marogna trascorse alcuni giorni a Londra, tra il 25 e il 29 aprile 2018, mentre il bonifico di febbraio era stato preceduto da un altro soggiorno di gennaio in riva al Tamigi.Di certo l'aspirante 007 ha visitato la capitale britannica con una certa frequenza, tanto da scrivere nel 2013 su Facebook di viverci, salvo segnalare, nello stesso anno, il trasferimento a Roma.I bonifici alla Inkerman, come racconta da giorni in esclusiva La Verità, sono contestati nel mandato di arresto della donna.Ieri su Italian insider il giornalista Phil Willan ha ricostruito la storia della società inglese. Il gruppo, fondato nel 1996, ha assunto figure prestigiose del mondo della sicurezza d'Oltremanica, tra cui l'ex capo del servizio d'intelligence del ministero della Difesa, Sir John Walker, e l'ex comandante delle Forze speciali britanniche Sir John Holmes.Ma nel 2002 la Inkerman avrebbe ingaggiato pure Kevin Halligen, un personaggio molto noto in Gran Bretagna «che sarebbe stato condannato per frode e accusato (ma non condannato, ndr) di appropriazione indebita di fondi destinati a sostenere la ricerca di Madeleine McCann, la bambina britannica scomparsa durante una vacanza in Portogallo nel 2007». Sempre secondo il giornalista «la permanenza di Halligen nella Inkerman è durata poco più di un anno: è stato licenziato dopo un periodo di “house sitting" per l'amministratore delegato dell'azienda, Gerald Moor, durante il quale ha bevuto le riserve di champagne e bordeaux del boss». Halligen avrebbe anche tentato di prendere il controllo di una società del gruppo insieme ad altri manager, un tentativo che minò ulteriormente il rapporto con i vertici.Nell'articolo di Willan si legge anche: «Non è chiaro quali servizi abbia fornito la Inkerman in cambio del mezzo milione di euro di “Lady Becciu". Il pagamento è venuto alla luce a seguito di un'indagine su un investimento immobiliare opaco intrapreso dalla segreteria di Stato nel ricco quartiere londinese di Chelsea. Inkerman ha finora rifiutato di commentare». Proprio all'inizio del 2018 a Londra si svolsero riunioni per l'acquisto del palazzo di Sloane avenue al centro dell'inchiesta vaticana.L'arruolamento della Inkerman e il discusso affare hanno un collegamento? Perché il Vaticano inviò alla società di Ashford nel Kent (ma c'è anche una filiale a Dusseldorf) mezzo milione di sterline? La società di intelligence, specializzata anche in pedinamenti, stava seguendo qualcuno in particolare? Era stata incaricata di occuparsi della Prefettura degli affari economici, come ci ha riferito una fonte?Purtroppo il direttore della società, Gerald Moor, non ci ha voluto riferire la sua versione sui fatti.Di certo all'epoca dei due bonifici la Marogna non aveva ancora ricevuto i 575.000 euro destinati alla sua Logsic d.o.o. di Lubiana e utilizzati per effettuare acquisti di beni di lusso.Chi pagava dunque i costosi soggiorni della signora con la figlia di 10 anni al seguito? Lei stessa? Il Vaticano?Tra il 6 e il 14 febbraio 2019 ha lasciato traccia su Internet di un suo esclusivo soggiorno a Dubai. In quegli stessi giorni era in visita ufficiale negli Emirati arabi papa Francesco. Fonti della Gendarmeria negano che la donna abbia partecipato all'organizzazione del viaggio, la cui sicurezza sarebbe stata garantita attraverso i consueti canali istituzionali «che afferiscono agli organismi deputati a fare questo tipo di attività». Giani e i suoi uomini non avrebbero avuto contezza della presenza della Marogna a Dubai nei giorni della visita del pontefice.Resta la coincidenza temporale. La donna su Facebook ha pubblicato cartoline da turista, con immagini del grattacielo Burj Khalifa e di un safari nel deserto con la sua bambina. Il 10 febbraio ha scritto: «Lavorando a Dubai». E un amico ha commentato: «Non mi dire che Tu e la bambina siete ospiti del “Nostro AMICO" ...nella sua Villa!!!». La Marogna ha risposto con una faccina sorridente.Un anno fa, molto probabilmente, la sedicente analista geopolitica è tornata nel Golfo. Infatti il 31 ottobre 2019 ha postato una foto di tramonto dal piccolo emirato.In Vaticano, chi sta cercando di decifrare l'enigma Marogna sta passando al setaccio il passato della donna, dalle denunce ricevute ai guadagni dichiarati. Per esempio nel 2018 ha presentato un modello Cud da lavoratore dipendente da 2.500 euro (datore di lavoro l'ex europarlamentare Lorenzo Cesa); nel 2016 e nel 2017 non ha presentato dichiarazioni; nel 2014 e nel 2015 ha incassato 20.000 euro totali di reddito di disoccupazione. Un quadro che fa decisamente a pugni con la vita lussuosa sfoggiata sui social.Infine, dai suoi commenti sui social emerge una donna molto seduttiva e consapevole della propria femminilità che rafforza l'immagine di una Mata Hari di Oltretevere, come in queste settimane è stata descritta. In particolare nelle Sacre stanze in queste ore girano due vecchi post della Marogna, mai cancellati da Facebook. Nell'estate del 2010 scriveva: «La cosa più rilassante in questi giorni di afa bollente è poter fare la nudista per casa […] fregandomene di chi potrebbe vedermi dai balconi di fronte… tanto sono tutti anziani, male che vada gli do una botta di vita! Ahahahahah!».In un messaggio del 2012 citava il libro Vagina di Naomi Wolf. Dopo averne sintetizzato il contenuto («vagina e cervello fanno parte di un sistema unico») poneva ai suoi amici la domanda delle cento pistole: «Le donne che non fanno regolarmente del buon sesso sono sono emotivamente instabili e anche poco creative? Lancio la provocazione…». La risposta forse è custodita in Vaticano.