2018-10-19
Una piscina inguaia il capo renziano degli 007
Lorenzo Guerini, presidente del Copasir vicino al Rottamatore, quando era sindaco di Lodi varò un gigantesco progetto di polo acquatico. Sui finanziamenti dell'opera c'è un processo, che potrebbe investire anche il numero uno dei servizi di sicurezza.Il Pd del Nord cerca la svolta: via dalla Leopolda. I dem del Settentrione, soffocati dal dominio leghista, snobbano la kermesse fiorentina.Lo speciale comprende due articoli. Nei prossimi mesi c'è un processo che rischia di avere ricadute sul nostro sistema di informazioni per la sicurezza della repubblica, perché a Lodi una sentenza di condanna potrebbe mettere in serio imbarazzo Lorenzo Guerini, l'attuale presidente del Copasir, storico braccio destro dell'ex premier Matteo Renzi, tra i protagonisti dell'elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica nel 2015. La storia riguarda l'inchiesta che più di due anni fa, era il 3 maggio del 2016, portò in arresto Simone Uggetti, sindaco di Lodi per il Partito democratico, una vita passata al fianco di Guerini e suo naturale successore durante le elezioni del 2013. Il processo è andato avanti in questi tre anni e a meno di sorprese o ritardi, prima di Natale dovrebbe arrivare il verdetto che potrebbe essere molto pesante. Il pm Sara Mantovani ha chiesto la condanna a due anni mezzo di reclusione e 600 euro di multa per Uggetti, sotto processo per turbativa d'asta per una gara d'appalto truccata nel marzo del 2016 (per l'affidamento della gestione di due piscine scoperte che furono aggiudicate alla Sporting Lodi, una società di progetto creata sotto la giunta Guerini nel 2010). Qui sta il punto, ovvero sui reali motivi che spinsero Uggetti a gestire in quel modo quella gara tanto da fargli scontare 10 giorni di carcere a San Vittore e quasi un mese ai domiciliari. Quello del sindaco sotto processo fu un tentativo di sanare gli errori della precedente amministrazione che con un azzardo economico aveva messo in serie difficoltà i conti di palazzo Broletto? Quel che è certo è che una condanna potrebbe portare a nuovi approfondimenti da parte della Procura. Su questo aspetto ha insistito in questi anni in udienza l'avvocato Marcello Pistilli, che segue l'ex candidato sindaco del M5s, Massimo Casiraghi, nella costituzione di parte civile. Pistilli durante l'ultima arringa ha messo in fila i fatti, ricostruendo nello specifico quanto accaduto tra il 2007 e il 2016, un arco di nove anni dove le giunte del Pd erano riuscite a far passare un progetto faraonico da quasi 14 milioni di euro per costruire una piscina avveniristica per poi ritrovarsi a dover forzare l'aggiudicazione di un bando in modo da non portare al fallimento tutto il Comune, ormai finito nelle mani della Banca popolare di Lodi. La storia dei guai di Uggetti inizia infatti nel 2007, quando il 24 aprile una delibera della giunta Guerini avviava la procedura di project financing per «la progettazione definitiva ed esecutiva, la realizzazione e gestione del complesso di piscine comunali Faustina e gestione della piscina scoperta Faustina». Si parla di un'opera incredibile che si sviluppa per 21.000 mq, capace di ospitare incontri di pallanuoto a livello professionistico, con tre vasche di cui una da 50 metri con 10 corsie, con paratie mobili automatizzate, persino una fossa sub profonda 10 metri, gradinate per 700 spettatori e infine, per non farsi mancare niente, anche un centro fitness da 300 metri quadri. Il valore complessivo dell'appalto è di 13.650.000 euro. All'epoca furono in tanti a criticare la scommessa del futuro presidente del comitato parlamentare che sorveglia sui nostri servizi segreti: tra le competenze del Copasir c'è anche quella di avere informazioni dalle procure. Del resto, che senso aveva realizzare un'opera di questo tipo in una cittadina come Lodi, 45.000 abitanti a mezz'ora da Milano? Non solo. Le critiche vertevano soprattutto sul merito, perché Guerini decise di realizzare l'opera attraverso il project financing, che, come ha ricostruito Pistilli, fu fatto «in aperta violazione della normativa sugli appalti», nello specifico, non rispettando l'articolo 153 del codice appalti pubblici. D'altra parte la realizzazione per la collettività di un'opera di interesse pubblico con il coinvolgimento dei privati non deve gravare sul bilancio dell'ente, anche perché la giurisprudenza ha stabilito quale deve essere la massima incidenza economica per le casse della pubblica amministrazione che deve avere un'operazione finanziaria di project financing: «Non può essere superiore alla metà del valore dell'opera». La stessa Corte dei conti si è espressa spesso sulla questione, spiegando in una sentenza del 15 ottobre 2010 che il project financing è un valido strumento di coinvolgimento dei privati per la realizzazione di opere pubbliche, «purché l'opera venga realizzata integralmente con capitali privati, limitando la eventuale contribuzione pubblica ad importi non significativi. Nelle prassi operative è dato riscontrare contratti nei quali l'intervento pubblico è elevato, superando anche la metà del valore dell'opera. Si tratta di un uso improprio del contratto, anche in relazione ai parametri stabiliti in sede comunitaria in relazione alle partnership pubblico-private». Ma nonostante gli stessi magistrati contabili si fossero espressi sul tema, dopo la nascita di una Ati, ovvero lo Sporting Lodi, il 30 settembre del 2010 il comune autorizza il rilascio di una fidejussione nell'interesse della Banca popolare di Lodi per il mutuo per i lavori di realizzazione del complesso piscine comunali per un importo complessivo di 13.650.000 euro, il doppio di qualsiasi altra piscina costruita in Lombardia. Per l'erogazione di finanziamento la banca chiede un'ipoteca di primo grado sulla proprietà di 24 milioni e 290.000 euro. Ma Guerini fa di più. E nonostante l'impegno in delibera all'assunzione di un mutuo alle condizioni migliori, impegna il Comune con una garanzia «omnibus» a favore di Sporting Lodi. La formula «omnibus» è più che mai sconveniente per il Comune, perché consente al Banco popolare di Lodi - ora Bpm - di chiedere al municipio il pagamento esigibile non solo per il mutuo sulla piscina ma per tutte le obbligazioni contratte da Sporting Lodi, sempre nei limiti di 13 milioni di euro. Il problema è che tre anni dopo, nel 2013, le cose iniziano ad andare male e in poco tempo si arriva a un concordato preventivo per la Iter, che partecipa alla Ati. Uggetti si ritrova questa gatta da pelare appena insediato. Lo ha spiegato durante il processo, dicendo di essersi trovato tre rate del mutuo non pagate. Iniziano i tentativi di risolvere l'impasse con il Banco e la nuova giunta decide di far acquistare da Astem, la cassaforte comunale, la stessa Iter e di imporre a finanziare Sporting Lodi per l'importo di 300.000 euro in modo da saldare l'insoluto del mutuo. Grazie a questi interventi la banca rifinanzia il credito, ma le cose vanno sempre peggio. La coperta è corta. E così si arriva al marzo del 2016. Per salvare la baracca il sindaco si ritrova un bando per assegnare l'appalto di gestione di due altre piscine coperte di Lodi. In questo modo Sporting potrebbe creare un monopolio e aumentare i suoi utili. Uggetti, in sostanza, truccando la gara aveva un obiettivo, evitare che l'operazione di project financing del 2008 proposta dal suo predecessore Guerini si manifestasse per quello che era, cioè un'operazione scellerata. Per di più Lodi era un modello per il nuovo rampante renzismo. E un collasso dei conti del comune avrebbe creato notevole imbarazzo nel Pd di Renzi, a pochi mesi di distanza dal referendum costituzionale del 4 dicembre. Non solo. C'è ancora un esposto che langue alla Corte dei conti su tutta la vicenda, chissà che nei prossimi mesi non arrivino novità anche da qui. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/una-piscina-inguaia-il-capo-renziano-degli-007-2613371893.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-pd-del-nord-cerca-la-svolta-via-dalla-leopolda" data-post-id="2613371893" data-published-at="1758066147" data-use-pagination="False"> Il Pd del Nord cerca la svolta: via dalla Leopolda La sinistra del Partito democratico che si presenta questo fine settimana a Milano alla Fonderia napoleonica per l'evento «Europa, sinistra, riscatto» ha due sottotitoli non scritti. Il primo è che si tratta dell'anti Leopolda, ovvero un evento che prende le distanze in modo netto dalla kermesse di Matteo Renzi a Firenze. Il secondo è che questa sinistra del Nord, da sempre vicina ai mondi economici, è ancora incerta sul da farsi in vista delle primarie democratiche. «Ma non staremo con Zingaretti», spiega uno degli organizzatori sottovoce, per evitare di aumentare ancor più le tensioni in un partito dilaniato dalle correnti, con già una sfilza di candidati alla segreteria, alcuni ufficiali e altri no, da Matteo Richetti fino a Marco Minniti. L'evento organizzato - tra gli altri - da Gianni Cuperlo e Barbara Pollastrini non è da sottovalutare. Perché saranno presenti il sindaco di Milano, Beppe Sala, un tempo esempio nitido del renzismo; Massimo Cacciari (ex sindaco di Venezia); il segretario del partito, Maurizio Martina; l'ex presidente dell'Emilia Romagna Vasco Errani o l'ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e ancora l'ex primo cittadino milanese Giuliano Pisapia. Quest'area di centrosinistra del Nord è al momento senza un punto di riferimento nazionale. Ci sono quelli a cui non dispiace Zingaretti, perché comunque legato a un passato dei Ds, ma secondo altri in questo momento - più che pensare ai candidati - bisogna pensare alle idee, per contrastare il governo gialloblù con particolare attenzione alla Lega di Matteo Salvini. Le rilevazioni Ipsos della scorsa settimana sono un'ottima cartina di tornasole. Da queste parti i leghisti stanno arrivando a percentuali bulgare, già rafforzate dalle presidenze della Lombardia con Attilio Fontana e del Veneto con Luca Zaia. Nel Nordest la Lega è data al 48,4%, mentre al Nordovest sta sul 43,2%. Sono numeri da far impallidire chiunque, senza contare che il prossimo anno si voterà per la Regione anche in Piemonte, come per le europee. «Se alle prossime europee il Pd arriverà sotto il 15% è evidente che il partito sarà finito. La domanda vera è se ci sarà ancora nel 2022, per eleggere il prossimo presidente della Repubblica», spiega una vecchia guardia del Pci lombardo, che non intravede grossi smottamenti nei prossimi mesi. In ogni caso questo fine settimana sarà decisivo per i dem. Molto dipenderà da quello che dirà Renzi a Firenze. Non a caso la corrente di Orlando si è data appuntamento lunedì a Roma per fare il punto della situazione. E poi c'è il caso Minniti. L'ex ministro dell'Interno non ha ancora sciolto la riserva sulla candidatura. Aspetta anche lui la Leopolda. «Ma Minniti, immigrazione a parte, ha mai parlato di politica industriale? Non mi pare», si interroga un altro esponente democratico che sarà presente sabato a Milano. Insomma, a Nord il Pd è tutta un'incognita.