2020-09-30
Una nuova indagine fa tremare Pop Bari. La politica si spacca sulle poltrone in cda
Arrestato Gianluca Jacobini, ex condirettore, e interdetto il padre, ex presidente. Carla Ruocco contro Bernardo Mattarella.Si complica il rilancio della Popolare di Bari con l'affiorare di nuove macerie della passata gestione. Mentre la politica si divide sulle prossime poltrone in banca.La Guardia di finanza di Bari ieri ha arrestato, con concessione dei domiciliari, per concorso in bancarotta fraudolenta Gianluca Jacobini, ex condirettore generale dell'istituto pugliese, e ha notificato un provvedimento di interdizione per il padre Marco Jacobini, ex presidente. L'inchiesta, coordinata dal procuratore facente funzione Roberto Rossi con il sostituto Lanfranco Marazia, riguarda il fallimento di alcune società del gruppo imprenditoriale Fusillo di Noci che ha portato all'arresto complessivamente sei persone. Ai domiciliari, su disposizione del gip del tribunale di Bari Luigia Lambriola, sono finiti oltre a Gianluca Jacobini gli imprenditori Giacomo Fusillo, amministratore di alcune delle società fallite, Vincenzo Elio Giacovelli, titolare della società Il Melograno eventi, Girolamo Stabile, gestore di fondi di investimento con sedi in Lussemburgo e Gibilterra, Salvatore Leggiero, amministratore unico della Roma Trevi srl, e Nicola Loperfido, responsabile della direzione business della Popolare e gestore degli affidamenti concessi al gruppo Fusillo. L'interdizione di un anno è stato notificata a Marco Jacobini e all'imprenditore di Noci Vito Fusillo, padre di Giacomo. Agli indagati sono contestati a vario titolo numerose condotte di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. Secondo quanto emerge dall'ordinanza, gli ex amministratori dell'istituto di credito avrebbero concesso alle società in dissesto del gruppo Fusillo sconfinamenti sui conti correnti e linee di credito per decine di milioni. Per Marco e Gianluca Jacobini il gruppo Fusillo era «il principale cliente affidato» e «facendo valere la propria influenza dominante sugli organi istruttori e deliberanti della banca, concedevano e reiteratamente prorogavano nuovi affidamenti, nella consapevolezza della loro inesigibilità». L'esposizione complessiva dell'istituto - si legge negli atti - ha «progressivamente raggiunto la ragguardevole cifra di 340 milioni». Non solo. Secondo il gip «può ritenersi che il sistema di potere costruito dalla famiglia Jacobini all'interno della Popolare prosegua anche dopo lo scioglimento degli organi amministrativi e di controllo disposto da Banca d'Italia». Basti considerare «che la rete di dirigenti, funzionari e quadri, struttura organizzativa e operativa della banca, attraverso cui l'influenza degli Jacobini si è espressa all'interno della banca nel corso degli anni è rimasta pressoché intatta».A «pattugliare» la zona della nuova spa, sarà lo «sceriffo» Gianni De Gennaro che è stato proposto da Mcc come presidente. La Popolare pugliese, trasformata in spa e salvata dal tracollo con 1,6 miliardi di aumento di capitale, di cui circa 400 milioni di fondi pubblici, si avvia infatti verso l'assemblea di metà ottobre che dovrà nominare i nuovi vertici e il cda dopo dieci mesi di commissariamento. Le liste dei candidati continuano però a dividere la politica. Sempre ieri, davanti alla commissione di inchiesta sulle banche presieduta da Carla Ruocco (M5S) è stato ascoltato l'ad del Mediocredito centrale (azionista di controllo della Popolare di Bari), Bernardo Mattarella. Al termine dell'audizione, l'esponente grillina ha puntato il dito sui curricula di alcuni candidati, da cui «emergono profili di attenzione in merito al processo di selezione degli stessi e sul ruolo assunto e sulle attività svolte «dal cacciatore di teste». Come ha scritto ieri La Verità, nella lista di Mcc ci sono anche tre avvocati pugliesi: Roberto Fusco, Bartolomeo Cozzoli e Cinzia Capano. Quest'ultima è stata deputata del Pd e assessore nella giunta comunale di Emiliano, riconfermato presidente della Regione. Capano, inoltre, lavora già per la Pop Bari occupandosi di assistenza in giudizio e consulenza del lavoro per conto dell'istituto pugliese. Quanto a Cozzoli, è considerato molto vicino al ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia». La commissione banche ha inoltre acceso un «faro» su alcuni accadimenti che hanno causato il rinvio dell'assemblea ordinaria (prevista inizialmente il 16 settembre) nonché sulle strategie che Mcc per la controllata. Tenuto conto del voto telematico in corso da parte degli azionisti, Mattarella ha però chiesto di secretare alcune parti dell'audizione. Compresa la spiegazione sui motivi che hanno indotto Mcc a non presentare una lista di candidati per l'assemblea del 16 settembre, facendo slittare l'appuntamento a dopo le elezioni regionali. Entro un paio di mesi verrà predisposto il nuovo piano industriale della banca che prevede alcune misure di riduzione dei costi. Tra queste, un piano di chiusura di 94 filiali non redditizie (il 28% del totale) dislocate in varie regioni d'Italia, uscite tra il 25% e il 30% dei dipendenti e il taglio di altre spese amministrative (circa il 27% del totale) .
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