2024-12-05
Un pentito inguaia Decaro: «Si incontrò col fratello del boss prima delle elezioni»
Antonio Decaro (Getty images)
Secondo il testimone, il clan Parisi procurò voti per il Comune di Bari e la circoscrizione. L’ex sindaco: «Sono tutte calunnie».«Massimo Parisi è entrato (in Amtab, l’Azienda del trasporto pubblico barese, ndr) per politica, prima del concorso era già dentro. Prima della campagna elettorale abbiamo avuto un incontro elettorale in cui c’era l’ex sindaco Decaro. Il clan Parisi ha procurato voti alla politica, sia per il presidente della circoscrizione sia per la campagna elettorale al Comune». Il collaboratore di giustizia Nicola De Santis, ex membro del clan dei Capriati, ieri è tornato a ribadire la sua accusa in aula di tribunale. Ci sarebbe stato un incontro tra l’ex sindaco Pd di Bari, Antonio Decaro, e Massimo Parisi, fratello del boss di Japigia Savino Parisi, appartenente a uno dei clan più potenti di della città, anche se l’oggi eurodeputato ha sempre negato. Il colpo di scena si è avuto durante un’udienza del processo nato dall’inchiesta Codice interno, su presunti legami tra mafia, politica e imprenditoria cittadina. La scorsa primavera ci furono 130 arresti e il Viminale inviò una commissione d’accesso per verificare eventuali infiltrazioni mafiose nel Comune. Estorsioni, assunzioni imposte, protezione mafiosa: tutti elementi che il 26 febbraio scorso spinsero l’autorità giudiziaria a mettere in amministrazione giudiziaria l’azienda di trasporti cittadina. Quando De Santis ne parlò in precedenza, disse che l’incontro sarebbe avvenuto «tra il 2008 e il 2010», prima di una campagna elettorale. «Si trattava di elezioni locali e Decaro era l’assessorato ai trasporti (nella giunta Emiliano, ndr). Alla riunione che avvenne nei pressi di un bar nella piazza di Torre a Mare, partecipai anche io e vi erano Decaro, il padre Giovanni, Massimo Parisi e Michele De Tullio. Michele De Tullio disse che dovevamo sostenere Decaro e Parisi sarebbe così stato assunto». Massimo Parisi venne assunto all’Amtab nel 2011.Ieri, il collaboratore di giustizia ha aggiunto altri particolari: «All’epoca il clan doveva fare la campagna elettorale per il presidente della circoscrizione e per il Comune. Come presidente della circoscrizione Japigia-Torre a Mare era candidato Giorgio D’Amore», beneficiario della presunta mobilitazione del clan Parisi e che, si sarebbe «vantato» dei «2.000 voti presi a Japigia». De Santis ha confermato, come già fatto in passato e messo a verbale, che alcuni concorsi per l’Amtab che avvenivano per via interinale sarebbero stati truccati in modo da favorire l’assunzione di persone vicine ai clan. Sempre le stesse: «Se negli elenchi dell’agenzia c’erano 50 persone, venivano chiamate sempre quelle 6-7. Era la direzione, o l’ufficio del personale, a dire all’agenzia di mandare», i soliti, ha ripetuto in aula. Decaro ha sempre negato ogni coinvolgimento e la Procura di Bari aveva archiviato le accuse legate all’incontro con Parisi. «Ci hanno già provato in tutti i modi. Ci provano ancora. Ancora una volta vogliono intimidirmi con calunnie e diffamazioni», è stata ieri la sua reazione. «Sono costretto a ripetere che gli esponenti del clan Parisi li ho incontrati soltanto nelle aule di tribunale, dove io rappresentavo con orgoglio la mia città, da sindaco, e loro erano imputati, grazie anche alle denunce che io stesso avevo fatto. Trovo assurdo dover tornare per l’ennesima volta su una vicenda peraltro già archiviata dalla procura di Bari, ma io non mi stancherò mai di combattere. La verità è la mia forza e continuerò a ripeterla a testa alta e senza paura», ha aggiunto Decaro. Favori elettorali ottenuti grazie al clan Parisi, presunti ma sostenuti da un collaboratore di giustizia, continuano comunque ad essere un’ombra pesante sull’operato dell’ex sindaco di Bari. Ricorderete l’uscita imbarazzante del governatore della Puglia, Michele Emiliano, quando lo scorso marzo, davanti alla piazza radunata nella giornata di solidarietà al sindaco di Bari, Comune dove il ministero dell’Interno aveva nominato una commissione per valutare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, raccontò di aver portato Decaro, ancora assessore, dalla sorella di un boss per cercare protezione. «Uno gli aveva messo una pistola dietro la schiena a Bari Vecchia. Lo presi e andammo a casa della sorella del boss di quel quartiere, Antonio Capriati. Le dissi che se ha bisogno di bere, se ha bisogno di assistenza, te lo affido».Decaro smentì con forza: «È certamente vero che lui mi diede tutto il suo sostegno, davanti alle proteste di buona parte del quartiere, quando iniziammo a chiudere Bari Vecchia alle auto, ma non sono mai andato in nessuna casa di nessuna sorella». La sorella del boss Capriati, Emanuella detta Lina, ai microfoni del Tg1 dichiarò: «Qui non è venuto nessuno, né Decaro, né Emiliano. Il sindaco nemmeno ci riceve». Il governatore provò a rimediare: «Sono stato fraintese, avevo già arrestato e condannato il boss», ma le sue parole non bastarono a smorzare le polemiche e aggiunsero tensioni allo scontro già in atto tra governo e sindaco di Bari.«La pezza è peggiore del buco», fu l’affondo del ministro leghista Roberto Calderoli, «la risposta per me è una sola, con la mafia non si tratta».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.