2021-10-07
Un milione di badanti in assenza di card rischia casa e lavoro
Dal 15 chi assiste gli anziani ma non ha il pass va allontanato Per chi sgarra multe salate. Prevista una pioggia di vertenzePoco meno di un milione di badanti rischiano di trovarsi senza lavoro tra pochi giorni. Quando il 15 ottobre verrà esteso l'obbligo del green pass, se non ancora vaccinate, 960.000 persone che si prendono cura dei nostri anziani resteranno a casa. Anzi, potranno finire sulla strada perché se in cambio dell'assistenza ai nostri familiari non autosufficienti avevano anche un letto e i pasti garantiti, perderanno un tetto sotto cui stare.«Vitto e alloggio sono parte della retribuzione, quindi se il lavoratore è sospeso senza stipendio non ha diritto a restare convivente», precisa Andrea Zini presidente di Assindatcolf, l'Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico. «La legge non fornisce chiarimenti al riguardo ma quando il rapporto è sospeso, è evidente che non c'è più nemmeno la retribuzione “in natura", ovvero la stanza messa a disposizione». La badante, spesso straniera, non saprà dove andare e rimarrà senza soldi. Sono circa 2 milioni i lavoratori domestici in Italia, per il 52% si tratta di colf e per il 48% di badanti secondo i dati Inps 2020. Il 70% di questi collaboratori sono stranieri, il 60% è irregolare, perciò possiamo solo immaginare la preoccupazione che staranno vivendo.E sentiamo crescere l'ansia di tantissime famiglie, che dopo aver penato per trovare una persona di fiducia, ben accetta al proprio genitore o nonno, si vedono costrette a farne a meno se non riescono a convincerla a vaccinarsi contro il Covid. Per il lavoratore che entra nel luogo di lavoro senza green pass la sanzione amministrativa va da 600 a 1.500 euro, per il datore che non controlla si parla di 400 fino a 1.000 euro, ma se vogliamo questo è il problema minore. Ci sarà sicuramente il timore di venire scoperti, se la badante continua a prendersi cura dell'anziano senza lasciapassare, ma se quella persona è preziosa alcuni correranno il rischio di una multa pur di non perderla e così il decreto sarà vanificato. Molti, invece, vorranno essere in regola, preoccupati pure per la salute del familiare bisognoso di assistenza, quindi non esiteranno a lasciare a casa il collaboratore. «Abbiamo consigliato alle famiglie di anticipare al lavoratore che, se non sarà provvisto del green pass, dal 15 ottobre non sarà ammesso al lavoro. E arriverà il sostituto», spiega il presidente di Assindatcolf. «Mi auguro che molti si stiano vaccinando».E se così non fosse? Se per convinzioni personali, problemi di salute o se perché vaccinate all'estero con un siero non riconosciuto dalle autorità italiane, molte badanti non riuscissero a ottenere il pass, che scenario si prospetterebbe loro? Escludendo la possibilità di farsi tamponi a proprie spese ogni 48 ore, dovrebbero restarsene a casa senza retribuzione e senza contributi Inps e Cassacolf (per le poche fortunate in regola). Perderebbero anche il posto di lavoro, a differenza di quanto accade per le altre categorie per le quali il licenziamento non è giustificato in caso di assenza di certificazione verde. «Una colf, una badante, una baby sitter sono assunte con un rapporto di lavoro che si basa sulla fiducia», argomenta Zini. «La legge prevede che ci sia il libero recesso, quindi il datore di lavoro può licenziare senza obbligo di motivazione, sulla base della propria discrezione o per motivi di opportunità, senza dire che è perché il collaboratore non ha il green pass. Basta che ci sia il preavviso, dai sette giorni al massimo di un mese». Qualcuno ha prospettato un fiorire di vertenze sindacali, da parte di lavoratori domestici non in regola (1,1 milioni su circa 2 milioni) nei confronti dei datori che chiedono il green pass per continuare a farli lavorare. Una possibilità reale, ma che non risolve il problema del lavoro possibile solo con il certificato verde. Le persone che avranno perso l'occupazione e anche la casa, non troveranno altre famiglie disposte ad affidare loro la cura di un anziano. C'è poi il problema dei controlli continui del pass, che dovranno fare i parenti dell'assistito, non certo una persona anziana o con disabilità che potrà avere un telefono cellulare per chiamare figli e nipoti, scambiare qualche foto o messaggio, ma non sarà pratica di smartphone e applicazioni varie. La richiesta, quindi, è di avere almeno un pass cartaceo per colf e badanti per non passare così come assenti ingiustificati. «Con la questione della privacy, quel documento però rischia di essere inutile perché dovendo esibire solo la parte con il Qr code, l'ultima riga dove si legge la scadenza non si potrà controllare», interviene Zini.Intanto, in tema di assurdità, ai Comuni trentini è stata consegnata un'apposita circolare con tutte le indicazioni in vista della nuova disciplina sul pass. Tra le regole si legge che un consigliere comunale non vaccinato non potrà partecipare alla seduta neppure in videoconferenza, perché non è un suo diritto, quindi dovrà rinunciare pure al relativo gettone di presenza. Per quanto riguarda i tamponi, se «scadono» durante l'orario di lavoro, bisogna comunicarlo subito e allontanarsi di gran fretta per quella che verrà considerata «assenza ingiustificata». Se invece si resterà in ufficio, la multa oscillerà da 600 a 1.500 euro.