2019-11-01
Un manifesto per il partito del Papa che faccia da gamba cattolica al Pd
La Cosa bianca fortemente voluta da Antonio Spadaro, direttore di Civiltà cattolica, vorrebbe riesumare i Popolari. Bergoglio boys e prodiani con un programma: argine al sovranismo e riposizionamento al centro.Nel manifesto, anticipato dall'agenzia Adnkronos e che presto sarà presentato a Roma, confluiscono numerose associazioni che hanno nei loro scopi costitutivi quattro punti fermi: la lotta alla destra nazionalista e all'individualismo turboliberista, l'accoglienza dei migranti, la svolta ecologista secondo il dettato dell'enciclica Laudato sì, l'evangelizzazione della sinistra ritenuta più vicina ma lievemente miope sui temi etici. Il posizionamento è al centro, ma non si parli di equidistanza. Nei confronti della destra si usa la parola «antitesi» pronunciata con calce e mattoni come un muro senza finestre. Spiega Lorenzo Dellai, firmatario di Democrazia solidale: «Per Alcide De Gasperi il centro doveva avere un confine invalicabile a destra e noi dobbiamo rimanere su questa convinzione».Nei confronti del centrosinistra di Enrico Letta e Dario Franceschini tutto è più dialettico e ci si limita ad «alternativa», rivelando così lo scopo primario del nuovo soggetto: fungere da gamba cattolica a una coalizione progressista a trazione Pd. Il nuovo movimento rifiuta Matteo Salvini come Matteo Renzi, quest'ultimo ritenuto poco affidabile e troppo tecnocratico, e vorrebbe essere una Margherita 3.0, un Partito popolare non come lo intendeva don Sturzo (oggi buono per ogni minuetto neanche fosse Don Lurio), ma come lo sognava Mino Martinazzoli. Nei confronti dei grillini c'è diffidenza ma non chiusura: sono da civilizzare come il buon selvaggio, ma la loro massa critica può tornare utile.La Cosa bianca è stata fortemente voluta da Antonio Spadaro, direttore di Civiltà cattolica, gesuita molto ascoltato dal pontefice, ed è composta da «Politica insieme» di Stefano Zamagni e Giancarlo Infante, da «Rete bianca» di Dante Monda, da «Costruire insieme» con Ivo Tarolli. Nella speranza di aggregare presto anche colossi come le Acli, la Comunità di Sant'Egidio, l'Azione cattolica. Spiegare le idee attraverso i nomi aiuta a capire il contesto. Il riminese Zamagni è un economista di respiro internazionale, docente prima alla Bocconi, poi all'università di Bologna, oggi presidente della Pontificia accademia delle Scienze sociali. Nel 2007 Romano Prodi (allora premier) lo ha voluto presidente dell'agenzia per le onlus. Esperto di cooperazione, ha scritto fra i molti libri L'economia del bene comune. Accanto a lui Infante, giornalista, attivista cattolico, e soprattutto Dante Monda, figlio di Andrea Monda, direttore dell'Osservatore romano.Con Rete bianca, Monda junior lavora per un «centro cattolico democratico antisovranista e antipopulista che possa dialogare con i centristi delusi del Pd e di Forza Italia». Tarolli è un ex senatore Udc molto potente in Trentino, euroentusiasta, che alle ultime elezioni Europee si è candidato con i Popolari per l'Italia prendendo una legnata. Un sostenitore di peso dell'operazione politica è Leonardo Becchetti, figlio del parlamentare democristiano Italo Becchetti, docente di economia politica all'università di Tor Vergata, esperto di finanza etica, editorialista di Repubblica e di Avvenire, autore dell'illuminante e delicato saggio Neuroscettici, star di Twitter dove non manca di applaudire ogni iniziativa governativa. Per lui la manovra è una panacea.Alla Cosa profumata d'incenso manca un leader. Il sogno proibito è Mario Draghi, il cui ritorno in Italia viene celebrato su Civiltà cattolica come quello di Giulio Cesare dalle Gallie. Pur di intestarselo, la rivista di Spadaro lo trasforma in un Gandhi del terzo millennio capace di unire i popoli e dare un senso trascendentale alla globalizzazione. Come se il suo «Whatever it takes» fosse la versione laica e solo un filo protestante del Padre nostro. Poiché è difficile che l'ex presidente della Bce si faccia inglobare dalla processione che arriva dalla sacrestia, il più realistico obiettivo è costituito da Giuseppe Conte.Il premier in sganciamento dal Movimento 5 stelle ha solidi (e pure ambigui, come stiamo leggendo) agganci Oltretevere. Da qualche tempo è diventato anche il referente più accreditato al Quirinale. Poiché Sergio Mattarella vede con favore la nascita del partito del Papa, l'incastro potrebbe essere semplice, naturale, e dare vita a un soggetto politico di senso compiuto. Accompagnato dal consueto birignao lessicale anni Ottanta (non ri-formare ma tras-formare), a quel punto il movimento con un nome e un leader dovrà preoccuparsi di aggregare un popolo. Magari da non prendere a sberle tutte le domeniche durante la messa.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Orazio Schillaci e Giuseppe Valditara (Ansa)