2021-06-14
Ultima giravolta sui vaccini. «Vietare Astrazeneca a tutti»
Il presidente della task force europea contraddice il ministro Roberto Speranza: «Meglio non darlo agli over 60». Polemiche sul cocktail. L'Oms diceva: sbagliato mescolare dosi diverse. Caos anche su J&J agli anziani. Giravolte, capriole, piroette. Non bastavano quelle dell'Italia su Astrazeneca; a complicare la matassa, ora, ci si mette pure l'Ema. Ieri, La Stampa ha chiesto a Marco Cavaleri, capo della task force vaccini dell'Agenzia Ue, se non fosse meglio vietare la somministrazione di Vaxzevria anche agli ultrasessantenni. Risposta: «Sì ed è un'opzione che molti Paesi, come Francia e Germania, considerano alla luce della maggiore disponibilità dei vaccini a mRna». Un intervento a gamba tesa su quello che Roberto Speranza aveva spacciato per «messaggio chiaro» del governo su Astrazeneca. Ma non era l'Ema che, pur mettendo in guardia sull'iniezione agli under 30, considerava «sicuro ed efficace» il preparato anglosvedese per tutte le età? E se, come precisato da Cavaleri, «gli incidenti sono rarissimi», perché dovrebbe essere meglio bandire quel siero? Fino ad oggi, abbiamo corso pericoli in attesa di una cornucopia di vaccini a mRna? Non si poteva razionalizzarne l'uso, distribuirli anzitutto alle categorie più fragili, senza sprecare dosi per avvocati, insegnanti o studenti e poi proseguire con il resto della popolazione? Per di più, Cavaleri ha sparigliato nuovamente le carte quando, sentito dall'Ansa, ha sottolineato: «È bene usare tutti i vaccini disponibili, mirando a coprire tutti i soggetti a rischio quanto prima». Ormai siamo alla Babilonia informativa, a un vortice di fughe in avanti e correzioni di tiro: sembra essere vero tutto e il contrario di tutto. Non a caso, si va aggravando il caos sul cocktail per i richiami. Dal G7 della Cornovaglia, Mario Draghi ha trasmesso il suo cordoglio alla famiglia di Camilla Canepa, la diciottenne morta a Genova dopo l'iniezione di Astrazeneca: «Non doveva avvenire», ha ammesso, ma poi ha tagliato corto: «È molto difficile chiarire le responsabilità». Un po' d'acqua sul fuoco: «Rassicuro sui vaccini, nessun timore o incertezza. Speranza ha chiarito, le Regioni aderiscono». Peccato che le cose non stiano così. Il ministro della Salute, più che chiarire, ha messo il timbro su una giravolta non suffragata da certezze scientifiche. E le Regioni sono tutt'altro che felici di accodarsi alle istruzioni di Roma. Speranza ha fatto la voce grossa: «Chiediamo alle autorità regionali di allinearsi ai piani nelle prossime settimane». Gli ha subito piantato una grana il governatore campano, Vincenzo De Luca: «Chi ha fatto la prima dose di Astrazeneca sopra i 60 anni, può completare il ciclo con Astrazeneca. Per i soggetti sotto i 60 anni (tranne che per chi è alla dodicesima settimana) non si somministrano vaccini diversi dalla prima dose, sulla base di preoccupazioni scientifiche che invieremo al governo». Sul «mix and match» di rimedi anti Covid, d'altronde, Cavaleri dell'Ema non fa che alimentare le perplessità: «Ha già funzionato in passato, non ci aspettiamo problemi di sicurezza, anche se non ci sono grandi studi a riguardo e servirà un attento monitoraggio». In sintesi: mancano ricerche conclusive e, per essere sicuri che non ci siano controindicazioni, dovremo vigilare. Cos'è, questa, se non una sperimentazione di massa? Peraltro, fino a non molto tempo fa, le indicazioni ufficiali andavano in una direzione diversa. Alcune di esse risultano ancora vigenti. L'8 gennaio 2021, l'Oms aveva pubblicato le sue «raccomandazioni», nelle quali si leggeva che «non ci sono dati disponibili sull'intercambiabilità» del vaccino di Pfizer con altri preparati a mRna o con altri tipi di vaccini e che, quindi, era preferibile «che lo stesso prodotto sia usato per entrambe le dosi». Nell'ultimo aggiornamento del documento, risalente al 21 aprile, era confermata l'intercambiabilità per i soli vaccini a vettore virale, ma non per la combinazione tra i rime tipo Astrazeneca e quelli a mRna. A marzo, i Centers for disease control americani sentenziavano: «Mischiare i vaccini solo in situazioni eccezionali». Sul sito dell'Aifa, è tuttora consultabile il foglio illustrativo del farmaco anglosvedese, in cui è specificato: «Se viene somministrata la prima iniezione di Vaxzevria, per completare il ciclo di vaccinazione anche la seconda iniezione dovrà essere con Vaxzevria». Ma non è finita. Nel protocollo Inail per la vaccinazione anti Covid nei luoghi di lavoro, risalente alla metà di aprile e che non risulta abrogato, è scritto: «I vaccini non sono intercambiabili e la seconda dose deve essere effettuata con lo stesso vaccino utilizzato per la prima dose». Gli orientamenti finora emersi, evidentemente, presupponevano la scarsità di dati disponibili, confermata nuovamente da Cavaleri. Speranza ha parlato di «studi incoraggianti». Sono state condotte alcune ricerche in Germania, Spagna e Regno Unito. In particolare, agli inglesi consta che mescolare il vaccino Astrazeneca con quello a mRna tenda, sì, a stimolare una maggiore risposta immunitaria, ma anche, coerentemente, ad accrescere gli effetti collaterali, sebbene moderati. La domanda è: senza una soluzione definitiva ai dilemmi sulla vaccinazione eterologa e in presenza di indicazioni che evidenziano una maggiore incidenza delle razioni avverse, sarà opportuno informare adeguatamente il milione e passa di italiani, che ministero e Cts pensano di poter agevolmente utilizzare come cavie? Il politico di Leu ci invita a fidarci degli scienziati; ma gli scienziati sono quelli delle inversioni a U e delle indicazioni farisaiche, basate su «raccomandazioni preferenziali», con un sostanziale via libera all'anarchia vaccinale. Rimane, inoltre, il gigantesco interrogativo su Johnson&Johnson, farmaco sostanzialmente identico a Vaxzevria, che però non prevede richiami. Sempre De Luca ha annunciato: «Da oggi (da ieri, ndr) non somministreremo più dosi di vaccino a vettori virali, a nessuna fascia di età». Secondo Speranza, invece, Janssen, ancora poco diffuso nel nostro Paese per avere una panoramica precisa dei rischi, può essere inoculato agli over 60. E Cavaleri, come abbiamo visto, ritiene che «tutti i vaccini approvati dall'Ema» mantengano «un rapporto rischio beneficio positivo». Per quale motivo, allora, suggerire la soppressione di Astrazeneca, tenendo Johnson&Johnson? Pare di vedere Matteo Renzi con camice bianco e siringa in mano: «Italiani, state sereni».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)