2023-03-03
Ue, supersede in Congo a spese dei cittadini europei
Investimento di 26 milioni di euro a Kinshasa. L’acquisto da una società legata all’ex presidente Joseph Kabila, accusato di corruzione.Con l’inchiesta Qatargate ancora in corso, a ormai un anno dalle prossime elezioni nel 2024, il parlamento europeo ha deciso di avventurarsi in un nuovo investimento economico da 26 milioni di euro nella Repubblica democratica del Congo, tra i Paesi più corrotti al mondo. E così, a meno di un mese dalle polemiche sui lobbisti di Bruxelles e sui viaggi all’estero di Eva Kaili, il cosiddetto ministero degli Esteri della Commissione Ue guidato dal socialista Josep Borrell ha pensato bene di promuovere l’acquisto di una nuova sede di rappresentanza a Kinshasa a spese dei cittadini europei. Si tratta insomma della richiesta del Servizio europeo di azione esterna (Eeas) per firmare un contratto per l’acquisto di una serie di uffici al quinto, sesto e settimo dell’edificio Park Towers, che si trova a Kinshasa-Gombe, nella Repubblica democratica del Congo e dove ci sono già le ambasciate di Emirati Arabi Uniti, Svezia e Norvegia. Il prezzo del progetto sarebbe pari a 13.857.159 euro. L’Eeas sta cercando l’approvazione per finanziare questa acquisizione con un prestito. Siccome però nella Repubblica democratica del Congo il terreno rimane proprietà dello Stato, l’acquisto sarà effettuato mediante concessione di 25 anni, che potrà essere poi prorogata. I nuovi uffici sostituirebbero l’attuale edificio attualmente in affitto. Il costo netto totale per questo progetto a carico dell’Eeas sarebbe di 26.543.696 euro su un periodo di 20 anni. La superficie utilizzabile è di 2.570 metri quadrati che verrebbe suddivisa in 2366 per la delegazione dell’Ue e 194 per la Protezione civile europea e le operazioni di aiuto umanitario (Echo). Gli attuali uffici di rappresentanza si trovano in Boulevard du 30 Juin, una delle vie principali della capitale, dove però gli assistenti di Borrell lamentano il rischio di manifestazioni e problemi di ordine pubblico, il tutto unito a un presunto generale degrado dovuto anche allo spostamento delle ambasciate di Francia e Belgio. Ma allo stesso tempo prevedono comunque una spesa molto ingente per tutelare la loro sicurezza anche nel nuovo edificio: a Kinshasa sono sconsigliati tutti i viaggi non necessari. L’aspetto più inquietante, però, è un altro. L’Europa acquisterà i nuovi uffici dalla società immobiliare Congo sarl, in mano a un gruppo di uomini d’affari indiani che hanno fatto la loro fortuna a Kinshasa sotto la presidenza di Joseph Kabila per anni padre padrone di questo Paese corrotto dove il 75% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. Pochi anni fa alcune inchieste dimostrarono che Kabila aveva messo da parte più di 135 milioni di dollari in pochi anni, sottraendoli alle casse dello Stato. Il terreno dove fu costruito l’immobile fu infatti acquistato dalla Devimco, altra società direttamente collegata alla Congo sarl, già citata in una lunga inchiesta di Rfi sui rapporti tra uomini d’affari indiani e lo stesso Kabila. In ogni caso ieri la commissione budget (Budg) del parlamento europeo ha votato quasi all’unanimità, con ben 32 voti favorevoli su 41 partecipante e solo 2 voti contrari, tra cui quello del leghista Valentino Grant, componente della commissione. «La notizia, già da sola, lascia alquanto perplessi: a questo va aggiunto che dalle informazioni fornite da Eeas in merito a questa operazione, emergerebbe la presenza di personalità che potrebbero avere legami con l’ex capo di Stato Joseph Kabila, già protagonista delle cronache per accuse di corruzione» ricorda Grant. «Assurdo e inquietante, tanto nel merito quanto nel metodo. Mentre imprese, lavoratori, famiglie europee sono in difficoltà, Bruxelles vuole investire quasi 30 milioni di euro in Congo? È d’obbligo prestare la massima attenzione su questo genere di operazioni, anche alla luce degli scandali che hanno animato le cronache di Bruxelles negli ultimi mesi. Oltre all’opportunità politica, è una questione di trasparenza e correttezza nei confronti dei cittadini. La Lega ha votato contro in commissione e continuerà a lottare perché su questa vicenda venga fatta luce, senza lasciare spazio alla minima ambiguità».