2025-02-13
Bruxelles persevera. Contro il caro gas rispolverata ancora l’idea del price cap
Rivelazione del «Ft». La misura, consigliata da Draghi, però creerebbe più distorsioni. Associazioni di settore in rivolta.Caos primordiale: difficile trovare una definizione migliore per descrivere la situazione del gas in Europa in questo momento. In uno scenario già prossimo al disastro, ieri si è diffusa la notizia, riportata dal Financial Times, secondo cui la Commissione europea starebbe pensando di introdurre di nuovo un tetto al prezzo del gas (price cap). Il price cap sarebbe compreso nell’imminente Clean industrial deal, che la Commissione dovrebbe presentare a fine mese, o forse nel piano d’azione Affordable energy deal.Contro l’ipotesi di un nuovo price cap si sono già mosse undici associazioni di aziende del settore, che con una lettera congiunta hanno esplicitamente chiesto alla Commissione di non introdurre questa misura. «Il tetto massimo dei prezzi limiterebbe artificialmente il valore dei derivati energetici, separandoli dal prezzo del mercato fisico sottostante in cui si verifica l’offerta», dicono i trader nella lettera, sottolineando che ciò porterebbe a una riduzione della liquidità del mercato e dunque spingerebbe il prezzo verso l’alto provocando un blocco del mercato.Argomenti già esposti molte volte ed effetti già spiegati due anni fa, quando si iniziò a discutere del price cap, poi entrato in vigore alla fine del 2022 ma (per fortuna) mai attivato. «Stiamo studiando in dettaglio le raccomandazioni di Draghi su questa specifica questione», ha dello al Ft un funzionario della Commissione. Ma la lettera degli undici sottolinea proprio che il rapporto Draghi «interpreta erroneamente un set di dati incompleto, confronta in modo impreciso le norme Ue con quelle di altre giurisdizioni come gli Stati Uniti e include una descrizione fuorviante delle norme applicabili ai mercati finanziari europei». Una critica robusta che non farà piacere a Bruxelles.La possibile introduzione di un nuovo price cap sarebbe disastrosa e andrebbe ad aggiungersi al già lungo elenco di turbative che stanno agendo sul mercato europeo in maniera incrociata. I prezzi del gas al mercato Ttf restano sopra i 50 euro/Mwh e due giorni fa hanno toccato il massimo degli ultimi due anni a 58 euro/Mwh. Gli stoccaggi si stanno svuotando rapidamente, ma di per sé ciò non rappresenta una difficoltà. Il problema è piuttosto che lo spread prezzo estate-prezzo inverno è invertito e viaggia tra i 4 e i 6 euro/Mwh, il che rende non economico comprare gas estivo da stoccare per l’inverno successivo. La curva dei prezzi del gas con consegne future (curva forward) è in situazione di backwardation (cioè i prezzi delle scadenze più vicine sono più alti di quelli con le scadenze più lontane), il che significa che la domanda spinge in alto i prezzi delle consegne più vicine. Proprio l’obbligo europeo di riempimento degli stoccaggi al 90% entro fine ottobre è uno dei motivi per cui il gas estivo è molto richiesto.Ma non è tutto: il prezzo al Ttf per il 2026 è inferiore al prezzo del gas naturale liquefatto (Lng) in Asia. Poiché il Lng è diventato essenziale per l’Europa e contribuisce a stabilire il prezzo nel continente, questo significa che il mercato Ttf è in competizione con la domanda asiatica per intercettare il Lng e dunque vi sarà una spinta ai prezzi anche per le scadenze più lunghe. Intanto il mercato The, su cui si scambia il gas in Germania, ha proposto al regolatore nazionale e al ministero dell’Economia uno schema di incentivi al riempimento degli stoccaggi. L’incentivo è ancora in discussione, ma comporterebbe un ingente esborso dello Stato e non risolverebbe, anzi aggraverebbe, il problema del rialzo dei prezzi estivi.L’Italia, intanto, si è portata avanti anticipando alla settimana prossima le aste per aggiudicarsi i servizi di stoccaggio, introducendo anche aste per servizi pluriennali. Una misura intelligente che facilita il riempimento negli anni futuri, ma insufficiente, sia per le dimensioni (solo 500 milioni di metri cubi sui 12 miliardi di spazio disponibile in stoccaggio) sia per la tempistica. Il problema di questa estate rimane ed è molto grande.Quanto all’ipotesi di ripresa dei flussi dalla Russia attraverso il gasdotto ucraino, ieri il vice primo ministro russo Alexander Novak ha escluso che siano in corso colloqui per uno swap di gas tra Russia e Azerbaijan, cosa che, appunto, permetterebbe la ripresa dei flussi verso l’Europa.A contorno, le sanzioni americane decise da Joe Biden poco prima di lasciare la Casa Bianca verso il Lng russo stanno privando il mercato di una fonte di liquidità marginale ma essenziale per il bilanciamento domanda-offerta a livello globale.Il solo fatto che la Commissione stia ipotizzando di introdurre un nuovo price cap sul gas lascia intendere che Bruxelles non abbia colto che a Washington le cose sono cambiate. Un price cap colpirebbe infatti anche il Lng americano, di cui peraltro l’Europa ha estremo bisogno. In un contesto di dialettica accesa, in cui il presidente americano Donald Trump definisce «atroce» il commercio con l’Ue, impone dei dazi sull’acciaio e si appresta ad introdurne altri, un limite europeo ai prezzi del gas non è esattamente un ramoscello d’ulivo.