2019-10-24
Tutte le Mata Hari della spy story
Se la moglie di George Papadopoulos non si nasconde, altre due protagoniste sono scomparse. Joseph Mifsud le spacciava come a lui vicine. Una aveva la lettera di presentazione di Gianni Pittella.Non esiste spy story che si rispetti nella quale non facciano capolino figure femminili affascinanti e misteriose. Ovviamente non poteva fare eccezione lo Spygate, il filone parallelo del Russiagate che vede coinvolto anche il nostro Paese nel presunto complotto per azzoppare la presidenza Trump. Una delle figure più oscure dell'intera vicenda è senza dubbio quella della russa Natalia Kutepova. Nome che, con tutta probabilità, suonerà poco familiare anche agli osservatori più attenti. Questo perché, prima di cadere nel dimenticatoio, la Kutepova viene citata appena una manciata di volte dalla stampa americana e solamente agli albori del caso. Ma alcuni elementi scoperti dalla Verità nel corso delle ricerche sul suo conto potrebbero gettare una nuova - e potenzialmente decisiva - luce in relazione al ruolo svolto. Poco meno di due anni fa, il 31 ottobre del 2017, il Washington Post presentava la Kutepova come l'assistente del professore maltese Joseph Mifsud, ai tempi in cui questi ricopriva l'incarico di direttore della London academy of diplomacy. Secondo quanto riporta il WaPo, la donna diede un contributo determinante alla formazione del network russo di Mifsud. Nel 2014, grazie alle sue conoscenze, la Kutepova sarebbe riuscita addirittura a riservare al proprio dominus un posto per l'annuale conferenza del think tank russo «Valdai» svoltasi a Sochi. Un evento non a caso considerato la «Davos dell'Est», organizzato da ambienti ritenuti vicinissimi a Vladimir Putin, che ha presenziato finora a tutti gli appuntamenti della kermesse, inaugurata nell'ormai lontano 2004. Più tardi, Mifsud rivelerà di avere sfruttato i contatti ottenuti grazie alla Kutepova per arrivare molto più in alto, addirittura allo stesso presidente Putin (con il quale il maltese avrebbe avuto un «breve colloquio privato») e al ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Tornando alla misteriosa assistente del professore maltese, sulla piattaforma Linkedin è possibile rintracciare un suo profilo piuttosto dettagliato, peccato però si fermi al 2014. Dopo aver maturato un'esperienza alla Duma e aver conseguito la laurea alla Università East Anglia, nel corso il suo internato al Lad la Kutepova si vanta di aver contribuito a un «progetto globale» con il professor Joseph Mifsud, pianificando una serie di incontri e «generando una positiva e produttiva collaborazione con i colleghi russi». Ma non c'è solo Mifsud: la donna russa menziona anche una «cooperazione» con Gianni Pittella, citato in qualità di suo docente alla Lad. E scavando in rete è stato possibile rintracciare una lettera di referenze a suo favore indirizzata a «chiunque possa ritenerla utile», datata 12 maggio 2014, su carta intestata e firmata in calce dall'eurodeputato dem, all'epoca vicepresidente del Parlamento. «Natalia Kutepova è stata mia studentessa al Lad», si legge, «ha dimostrato di possedere un comportamento eccellente e acume accademico» e «non ho esitazioni a raccomandare la sua assunzione». Missiva della quale, tuttavia, non è possibile verificare l'autenticità. L'aspetto forse più interessante, però, è dato dal contatto WeChat (una sorta di WhatsApp cinese) della donna. Collegandosi al programma di messaggistica, La Verità ha potuto verificare che il nome utente visualizzato in realtà sia «Joseph Mifsud». Nessun riscontro, invece, ai nostri messaggi e ai tentativi di chiamata. Che fine ha fatto Natalia Kutepova ma soprattutto, alla luce di questo nuovo e singolare dettaglio, quali sono stati i suoi reali rapporti con l'accademico maltese? È realmente esistita oppure si tratta solo di una chimera creata ad arte per confondere ulteriormente le acque?Risulta avvolta nel mistero anche la figura di un'altra russa, Olga Polonskaya, spesso citata con il suo nome da nubile, Vinogradova. È la donna che, il 24 marzo 2016 a Londra, Joseph Mifsud presenta a George Papadopoulos spacciandola per la nipote di Vladimir Putin. Anche lei sembra sparita nel vuoto: cancellato il profilo Facebook dal quale si desume un certo interesse per l'Italia, oltre che un like alla foto di Mifsud nella quale il maltese è ritratto insieme all'affarista indiano Prasenjit Kumar e all'attuale premier inglese Boris Johnson. Nel 2017 il fratello Sergei ha dichiarato al New York Times che Olga non ha mai lavorato per il governo russo, non è interessata alla politica e «ha capito solo metà del contenuto della conversazione» con il giovane advisor americano.Difficile poi non citare la vera protagonista di questa vicenda, l'italiana Simona Mangiante, moglie di George Papadopoulos. Lei, a differenza delle altre due, ha scelto di non rimanere nell'ombra e continuare a sostenere pubblicamente il marito. «Sono stata testimone coraggiosa delle connessioni opache con Mifsud», ha spiegato la Mangiante al nostro quotidiano, e per questo motivo «mi sono ritrovata in America fagocitata da uno scandalo politico molto più grande di me, vittima di manipolazioni mediatiche che mi hanno caratterizzato come una James Bond girl». Per lei lo Spygate, ci confessa, è diventato «un reality show, un percorso emotivamente complesso da affrontare».
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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