2023-05-18
Turismo e crociere col vento in poppa spingono marchi di lusso e duty free
La fine delle restrizioni in Cina, dove i viaggi interni hanno superato i livelli pre pandemia, traina tutto il comparto. L’esperto: «Bene anche le compagnie aeree nonostante inflazione e timori di recessione».La World tourism organization stima che entro la fine del 2023 gli arrivi internazionali dei turisti potrebbero raggiungere tra l’80% e il 95% dei livelli pre pandemici, dopo che nel 2022 si è già assistito a un forte ripresa (circa il 60% dei livelli pre Covid) Del resto, il 2020 è stato un anno orribile per il settore del turismo mondiale, con un crollo del 73% del fatturato e il mondo in lockdown.«La forte novità che da qualche mese sta poi galvanizzando il settore del turismo e di riflesso anche quello del lusso è la ripresa dei flussi dalla Cina con la fine dei protocolli sanitari rigidi imposti dal regime comunista», aggiunge Salvatore Gaziano, direttore investimenti Soldiexpert scf. Basti pensare che, durante il periodo festivo del Labor day che consentiva cinque giorni di festa, in Cina sono stati effettuati 274 milioni di viaggi turistici nazionali, un aumento del 71% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 19% in più rispetto allo stesso periodo dell’ultimo anno prepandemico (il 2019), secondo il ministero cinese della Cultura e del turismo.Il traffico cinese è così ripartito sia a livello interno sia verso le destinazioni estere, e il settore del lusso ha fortemente beneficiato della ripresa dei viaggi dopo che per mesi i duty free negli aeroporti e i negozi dei brand esclusivi avevano fortemente sofferto. I turisti cinesi hanno speso circa 250 miliardi di dollari in viaggi all’estero nel 2019, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale del turismo, dato che li rende il gruppo che spende di più al mondo.«Fra i beneficiari di questo trend in Borsa , ci sono molte compagnie aeree e operatori di navi da crociera che prevedono per i prossimi mesi un forte recupero di fatturato e redditività nonostante i timori di recessione, di licenziamenti e un’inflazione persistente favorite anche dai minori costi del carburante nel secondo trimestre», dice Gaziano. «Le compagnie aeree low cost poi hanno deciso di sfruttare la fase di forte domanda per essere meno low cost e c’è chi come Sebastian Ebel, numero uno di Tui, uno dei principali gruppi turistici mondiali, crede che il tempo dei voli economici sia finito. La riduzione della capacità negli aeroporti e la domanda di voli per le vacanze che superano l’offerta stanno determinando i prezzi».«Scontato insomma affermare che, sebbene le prospettive generali per il settore del turismo siano positive, una serie di sviluppi potrebbe mettere a repentaglio la sua ripresa nel breve e medio termine», ricorda Annacarla Dellepiane, head of sales Italy di Hanetf. «Tuttavia, a prescindere dalle sfide che ci attendono, è bene ricordare che i titoli del settore viaggi e turismo hanno fatto meglio di molti altri settori in Borsa nel lungo periodo. Ad esempio, nei dieci anni interi precedenti la pandemia (29 dicembre 2009-31 dicembre 2019), il Djustt (Dow Jones U.S. travel & tourism index) ha registrato un aumento del 529%, rispetto al 286% dello S&P 500».