2023-11-21
L’accusa passa a omicidio volontario
Il carcere di Halle. Nel riquadro, Filippo Turetta (Ansa)
Notte in cella per Filippo Turetta. La Procura valuta la premeditazione. Si allungano, rispetto alle prime ipotesi, i tempi per l’estradizione: ci vorranno altri 10 o 15 giorni.La prima giornata in cella nel carcere di Halle, in Germania, per Filippo Turetta coincide con il nuovo capo d’imputazione provvisorio che ha preparato per lui la Procura di Venezia: per aver assassinato a coltellate la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin l’accusa è passata da tentato omicidio a omicidio volontario. Al momento, però, spiega il procuratore Bruno Cherchi, «bisogna attendere gli accertamenti tecnici sui luoghi, sui reperti e sulla macchina». E manca ancora la versione dell’indagato. «Solo allora», afferma Cherchi, «si potrà procedere con un’impostazione più completa». In ballo c’è l’aggravante della premeditazione. Turetta davanti al giudice tedesco ha affermato di voler essere estradato in Italia. Per la consegna, però, ci vorranno ancora dei giorni. Forse una quindicina. La Procura nel frattempo sta lavorando sugli atti per la rogatoria necessari per effettuare l’autopsia. Mentre il mandato di cattura internazionale è stato già inviato alle autorità tedesche. Nel frattempo si sta anche cercando di capire se Turetta sia stato sostenuto da qualcuno durante la fuga (durata sette giorni e terminata sabato scorso verso le 22, quando la Grande Punto usata per i suoi spostamenti è rimasta senza carburante su una corsia d’emergenza dell’autostrada A9 in direzione Monaco).Anche l’auto, nel cui bagagliaio Turetta ha caricato il corpo dell’ex fidanzata, verrà rimandata in Italia per i rilievi scientifici. «Sono contento che Filippo torni in Italia», afferma papà Nicola Turetta che, però, aggiunge: «Ma mentre io vado a riprendermelo, Gino (il papà di Giulia, al quale ha scritto su Whatsapp per fargli sentire la sua vicinanza e per chiedergli “perdono”, ma ha anche affermato: “Mio figlio dovrà pagare per quello che ha fatto”, ndr) sua figlia non la vedrà più». E, con rammarico, ha spiegato: «I nostri sono due dolori completamente diversi». Un post sui social di Elena, la sorella della vittima, invece, ha scatenato una polemica. «Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è», ha scritto Elena: «Un mostro è una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I “mostri” non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro». Un consigliere regionale veneto di centrodestra, Stefano Valdegamberi, ha dissentito: «Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita». A Valdegamberi è sembrato «un tentativo di quasi giustificare l’omicida dando la responsabilità alla “società patriarcale”». Il consigliere, che ha dato un’occhiata ai social della ragazza dopo aver seguito una sua intervista televisiva, ha sottolineato: «Più che società patriarcale dovremmo parlare di società satanista, cara ragazza». La ragazza si è presentata ai microfoni indossando una felpa con impresso un caprone incastonato in una stella a cinque punte rovesciata. I dem e le opposizioni venete si sono subito scagliati contro il consigliere di centrodestra, chiedendo le sue dimissioni. E sempre ieri su Facebook è comparsa una pagina anonima dal titolo «Filippo Turetta ragazzo modello», che, si sostiene, ha la finalità di «confutare le illazioni su un bravo ragazzo vittima del pressappochismo dei media». Ma, oltre alle tesi difensive, la pagina contiene anche letture di carattere politico, su presunte velleità che si nasconderebbero dietro alle dichiarazioni di Elena, e in particolare sulle sue critiche al leader leghista Matteo Salvini, nelle quali si adombrando ipotetiche «discese in campo»: «Avremo presto in circolazione una nuova Ilaria Cucchi?», si sono chiesti i curatori della pagina.