2022-07-10
Tudor punta sull’anima indomita del Ranger
Tre nuove versioni dell’iconico orologio per celebrare il 70° anniversario della spedizione scientifica inglese in Groenlandia, che testò i segnatempo del marchio in condizioni estreme. Cinturino disponibile in tessuto, in acciaio o in caucciù naturale.«Sto studiando da anni la possibilità di realizzare orologi che i nostri concessionari possano vendere a un prezzo minore dei nostri Rolex, ma che possano godere della stessa tradizionale fiducia. Ho dunque deciso di fondare una società distinta, dedita alla creazione e alla vendita di questi nuovi orologi. Questa società si chiama Montres Tudor s.a.». Parole di Hans Wilsdorf, fondatore di Rolex e Tudor. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e Tudor gode di luce propria dopo l’uscita di modelli di super successo visti anche al polso di personaggi come David Beckham. Ora è stata presentata in pompa magna l’ultima novità, il modello Ranger che celebra il 70° anniversario della spedizione scientifica britannica in Groenlandia, un orologio-strumento che rende omaggio allo spirito audace di questa avventura, dotato del calibro di manifattura mt5402 (che significa solidità, affidabilità, durata nel tempo e precisione, autonomia «a prova di weekend», ossia di circa 70 ore), di una cassa di 39 millimetri e di una chiusura con sistema di regolazione rapida. Era l’8 luglio 1952 quando la spedizione scientifica britannica salpò da Deptford, un’area di Londra lungo le sponde del Tamigi, per una missione di due anni che aveva lo scopo di studiare la calotta glaciale della Groenlandia. Equipaggiati con il nuovissimo modello Oyster prince, il primo orologio automatico e impermeabile di Tudor, i membri della spedizione, principalmente scienziati e marinai britannici, condussero ricerche approfondite in ambito glaciologico e sismico in diversi siti. Tudor aveva chiesto loro di raccogliere anche dati sulle prestazioni dei 30 orologi Oyster prince che avrebbero indossato in condizioni estreme. Ma le origini della famiglia Ranger di Tudor risalgono al 1929. Quell’anno Hans Wilsdorf registrò il nome Ranger, tre anni dopo aver registrato il marchio The Tudor. All’epoca quel nome non era utilizzato per indicare un modello specifico, ma per dare una connotazione di avventura ad alcuni modelli della collezione. L’estetica che oggi distingue la linea Ranger è stata introdotta soltanto negli anni Sessanta e comprende numeri arabi ben visibili, rivestiti generosamente di materiale fosforescente a ore 3 (nei modelli senza datario), 6, 9 e 12, oltre a lancette esclusive create appositamente. Il nuovo modello Ranger è in continuità con gli standard estetici consolidatisi nel corso degli anni per questa famiglia di orologi - da cui riprende in particolare il quadrante con numeri arabi a ore 3, 6, 9 e 12 - ma incorpora al contempo elementi tecnici all’avanguardia, come il calibro di manifattura ad alte prestazioni e la chiusura Tudor Tfit con sistema di regolazione rapida. Inoltre porta avanti, all’interno della collezione Tudor, la tradizione dell’orologio da spedizione nata con gli Oyster prince utilizzati, appunto, dai membri della spedizione scientifica britannica in Groenlandia: quella di un tool watch robusto, pratico e dal prezzo contenuto. Il Ranger viene proposto con tre versioni di cinturini. Quello in tessuto rappresenta una delle caratteristiche distintive di Tudor, che nel 2010 è stato tra i primi marchi di orologeria a prevederlo tra le opzioni disponibili per i suoi segnatempo. Intessuto secondo un metodo tradizionale sugli ottocenteschi telai jacquard dell’azienda Julien Faure, nella regione francese di Saint-Étienne, è unico per qualità della fattura e vestibilità. Per il Ranger è stato scelto un cinturino verde oliva con due strisce rosse e una striscia beige, uno in caucciù naturale e cuoio nero testurizzato effetto tessuto, con impunture beige e chiusura pieghevole, ma anche un bracciale in acciaio interamente satinato. Dopo essere tornato dalla Groenlandia, uno dei membri della spedizione scrisse in una lettera a Tudor, conservata negli archivi del marchio, che il suo orologio «aveva mantenuto una precisione eccezionale» e che «in nessun momento era stato necessario ricaricarlo manualmente». La scelta di ricorrere a questo tipo di test, definiti «distruttivi», in cui l’orologio è valutato sul campo da professionisti in condizioni estreme, richiama il tema della prima campagna pubblicitaria su larga scala lanciata da Tudor nel 1952. Questo tipo di test sarebbe stato in seguito alla base dello sviluppo di numerosi tool watch del marchio. La nozione di robustezza è rimasta centrale nella filosofia di Tudor, come risulta evidente dalla comunicazione nei decenni successivi, sempre incentrata sulle prestazioni tecniche in condizioni ostili più che su questioni di estetica o prestigio. Ad esempio, agli inizi degli anni Settanta, in un catalogo Tudor il modello Ranger è stato presentato al polso di un taglialegna che aveva «scelto l’orologio con la stessa attenzione con cui aveva scelto la motosega». Sin dalla sua creazione da parte di Hans Wilsdorf nel 1926 e in linea con la sua aspirazione a creare segnatempo eccezionali, Tudor non ha mai smesso di produrre gli orologi fra i più robusti, duraturi, affidabili e precisi che esistano al giorno d’oggi. Forte di quest’esperienza e certa della qualità superiore dei suoi segnatempo, in particolar modo quelli testati sulle distese ghiacciate della Groenlandia, Tudor offre una garanzia di cinque anni per la sua intera collezione che non richiede di registrare l’orologio né di sottoporlo a revisioni.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)