2025-08-19
Zelensky mette l’abito buono: «Pronto a vedere Putin e a indire nuove elezioni»
Volodymyr Zelensky e Donald Trump alla Casa Bianca il 18 aprile 2025 (Ansa)
L’ex attore torna alla Casa Bianca e apre al trilaterale e a consultazioni «in sicurezza». Trump: abbiamo parlato di territori. Poi ferma il summit con gli europei e sente lo zar.Stavolta il clima è stato più disteso. E, almeno davanti alle telecamere, sono stati evitati litigi. Si è tenuto ieri, alla Casa Bianca, l’atteso incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino è arrivato sul posto alle 19.15 italiane e ha stretto cordialmente la mano al padrone di casa, prima di iniziare quello che ha poi definito il colloquio «migliore» con il tycoon. I loro assistenti hanno condiviso due foto in bianco e nero su X che ritraggono i leader mentre parlano, in attesa dell’arrivo degli omologhi europei. Interpellato su quale fosse il suo messaggio per il popolo ucraino, Trump ha replicato: «Li amiamo».I due leader si sono quindi trasferiti nello Studio ovale per un incontro, a cui hanno preso parte anche il vicepresidente, JD Vance, il segretario di Stato, Marco Rubio, e l’inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff. Il presidente ucraino era invece accompagnato dal suo capo di gabinetto, Andriy Yermak, e dal segretario del Consiglio di Difesa, Rustem Umerov. Zelensky si è presentato all’appuntamento indossando un completo nero, anziché l’abito militare che tanto aveva irritato Trump durante il burrascoso vertice dello scorso febbraio. «Sta benissimo con questo vestito», ha detto ieri a Zelensky il giornalista Brian Glenn, che, la volta scorsa, aveva sollevato polemicamente la questione dell’abbigliamento. «Lei invece indossa lo stesso vestito. Io mi sono cambiato, lei no», ha replicato il presidente ucraino. Nel complesso, almeno davanti alle telecamere, il bilaterale di ieri tra Trump e Zelensky è apparso molto più sereno rispetto a quello di alcuni mesi fa. Guarda caso, Vance, stavolta, è rimasto fondamentalmente in silenzio. «Abbiamo avuto molte discussioni e colloqui proficui, e credo che si stiano facendo progressi, progressi sostanziali sotto molti aspetti», ha dichiarato il presidente americano durante l’incontro nello Studio ovale. «Come sapete, di recente abbiamo avuto un incontro proficuo con il presidente russo. E credo che ci sia la possibilità che ne possa scaturire qualcosa», ha aggiunto. Zelensky, dal canto suo, ha ringraziato Trump per i suoi «sforzi personali» a favore della conclusione della guerra e si è anche detto «aperto a tenere le elezioni una volta raggiunta la pace in Ucraina». «Certo che siamo aperti alle elezioni nel nostro Paese. Dobbiamo avere le giuste circostanze di sicurezza, e dobbiamo lavorare un po’ in parlamento, ma non possiamo durante la guerra. Serve una tregua in cielo, in terra e in mare per rendere possibile per la gente andare a votare in elezioni democratiche e legali», ha affermato Zelensky. Nell’occasione, il presidente americano non ha escluso il coinvolgimento statunitense nel quadro di eventuali garanzie di sicurezza per Kiev. «Penso che se tutto andrà bene oggi, avremo un trilaterale e credo che ci saranno ragionevoli possibilità di porre fine alla guerra quando lo faremo», ha anche detto Trump, riferendosi alla possibilità di un summit tra lui stesso, Zelensky e Putin. Sul tema, il presidente americano è tornato anche in apertura dell’incontro con i leader europei, dichiarando: «Cercheremo di organizzare un trilaterale e mettere fine a questa guerra». «Noi siamo pronti per un trilaterale», ha affermato, dal canto suo, il presidente ucraino. L’inquilino della Casa Bianca ha inoltre confermato come, dal suo punto di vista, non sia necessario un cessate il fuoco: Trump preferisce invece arrivare direttamente a un trattato di pace definitivo. «Stiamo lavorando a un accordo di pace mentre loro combattono, devono combattere. Vorrei che si fermassero. Mi piacerebbe che si fermassero, ma strategicamente, questo potrebbe essere uno svantaggio per una delle due parti», ha detto il presidente americano. Quest’ultimo, dopo alcuni «contatti indiretti», per sentire al telefono Putin, stando alla Bild, avrebbe interrotto in nottata il summit con gli altri leader europei. «Si aspetta la mia chiamata quando avremo finito questo incontro», aveva dichiarato poche ore prima. Trump ha anche fatto sapere che con Zelensky ha «parlato di territori»: un argomento assai spinoso che è stato successivamente discusso anche nella sessione con i leader europei.Poco prima del meeting alla Casa Bianca, Zelensky aveva avuto un faccia a faccia, definito «positivo», con l’inviato americano per l’Ucraina, Keith Kellogg. «Ringrazio il generale Kellogg per l’incontro e per il lavoro congiunto con il nostro team», aveva dichiarato il presidente ucraino, per poi aggiungere: «Ieri notte, gli attacchi russi contro le nostre città sono continuati: tra le vittime, ci sono due bambini e decine di feriti.». «Abbiamo discusso della situazione sul campo di battaglia e delle nostre solide capacità diplomatiche: dell’Ucraina e di tutta l’Europa, insieme all’America. La Russia può essere costretta alla pace solo con la forza e il presidente Trump ha questo forza», aveva proseguito. Sempre prima del bilaterale con Trump, il leader ucraino aveva anche reso noto di aver «coordinato» le proprie posizioni con quelle dei leader europei presenti ieri a Washington. In particolare, aveva invocato una «pace affidabile e dignitosa». «L’Ucraina è pronta per una vera tregua e per stabilire una nuova architettura di sicurezza. Abbiamo bisogno di pace», aveva concluso.Al netto dell’atmosfera serena del bilaterale nello Studio ovale, i nodi erano vari. Innanzitutto, si registrava una certa distanza sul cessate il fuoco. Se Zelensky lo considerava una precondizione per avviare le trattative diplomatiche con Mosca, Trump ha deciso di bypassarlo per arrivare direttamente a un trattato di pace. Un secondo nodo era rappresentato dalle eventuali cessioni territoriali ucraine. Trump vorrebbe che Zelensky cedesse il Donbass alla Russia. In cambio, Putin accetterebbe di congelare la situazione a Kherson e a Zaporizhzhia sulle attuali linee del fronte. Tra l’altro, prima che iniziasse il meeting di ieri, il presidente americano era tornato a respingere le rivendicazioni di Kiev sulla Crimea. Forse anche per questo lui e Zelensky hanno proseguito i colloqui anche dopo il termine del summit esteso agli alleati europei.
Giancarlo Giorgetti (Ansa)